Rappresentanza. (Roma). A 220 ore di sciopero della fame la lotta non violenta intrapresa dalla leader delle donne IDV, Wanda Montanelli, catalizza consenso e assume i connotati precisi di promozione delle
parità di genere. Il fallimento delle leggi paritarie, l’indifferenza alle istanze inviate a istituzioni e firmate da migliaia di donne e la chiusura a riccio delle segreterie di partito, hanno prodotto in queste ore un forte riscontro attorno all’iniziativa di Montanelli che ha ricevuto il sostegno di tanta parte della società e di istituzioni. Migliaia, in particolare, le e-mail di solidarietà inviate quotidianamente da donne e uomini di ogni parte d’Italia, a cui si sono aggiunte attestazioni di sostegno di Lella Golfo, portavoce della Fondazione Bellisario, Luciana Sbarbati, segretario nazionale MRE , Mara Mori portavoce dell’Unione delle Province Italiane, Laura Moschini della Casa Internazionale delle Donne, oltre ad Alessandra Mussolini leader di Alternativa Sociale, Rita Capponi, presidente del Comitato di Pressione per le leggi paritarie, la Consulta Donne del Comune di Napoli, le consulte di molti municipi di Roma e di Milano e innumerevoli altre consulte di comuni e province italiane. “La risibile rappresentanza femminile e l’abuso del fenomeno della cooptazione – ha dichiarato l’esponente IDV a Tg3-Punto Donna (l’intervista andrà in onda oggi, martedì 7 marzo alle 12.25 su Raitre) – non fanno che mortificare l’impegno e l’interesse verso la politica di migliaia di donne di tutta Italia. E’ ora che le istituzioni ci spieghino come intendono farsi carico del problema”. Intanto la prof. Francesca Brezzi dell’Università degli Studi Roma 3, delegata del Rettore per le Pari Opportunità, minaccia in seguito alla scarsa presenza delle donne capolista, di non andare al voto insieme a tante altre donne.
Lucia Borgia, vicepresidente della Commissione nazionale pari opportunità, esprime solidarietà a Wanda Montanelli, e condivide la protesta contro le discriminazioni subite da lei stessa e dalle altre donne dell’Italia dei valori nella composizione delle liste elettorali, ma le chiede di ‘riprendere a mangiare, smettendo di far del male solo a se stessa’.
Quello di Wanda Montanelli, secondo Borgia, è ‘un caso emblematico di come sono state trattate le donne specialmente nei partiti minori. L’aria che tira non è buona: il rischio è addirittura di tornare indietro, con un numero minore di donne in Parlamento. Il famoso voto segreto contrario dell’80% della Camera alle cosiddette quote rosa era espressione chiara, precisa, evidente di pregiudizio negativo contro le donne’.
(Delt@ Anno IV, n. 49 del 7 marzo 2006
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