invito al cinema

Le donne bambine contro l’infibulazione

ndr.: Invito a vedere un film sulle donne africane sottoposte alla pratica dell’infibulazione.
Ha vinto un premio a Cannes nel 2004.
E’ una delle iniziative rientranti nell’ambito del “Festa d’Africa Festival” 2009

La proiezione è a ingresso gratuito
Roma – Teatro Palladium
Piazza B.Romano, 8
11 agosto ore 19,00

moo - MOOLAADE'

Nelle profondità dell’Africa, sei bambine scappano in un villaggio per sottrarsi all’escissione (la Salindé), il rito della purificazione, che altro non è che l’atroce pratica dell’infibulazione.Due muoiono buttandosi in un fosso, mentre quattro di esse cercano ospitalità presso la casa di Collé Ardo che legata all’antica legge del diritto d’asilo (il Moolaadé), le accoglie e protegge, scatenando un aspra lotta tra i valori tradizionali e le volontà riformatrici di un gruppo di donne sempre più informate ed emancipate.Macchina da presa quasi sempre ferma che accenna qualche lento movimento solo nei momenti di gioia, di danza, il regista ottantatreenne Sembene Ousmane, dice di non sapere perché continui a filmare, ma “la necessità di raccontare un popolo a tratti è troppo forte per resistergli”. Secondo capitolo di un trittico dedicato all’eroismo e agli eroi di tutti i giorni (segue Faat Kiné e precede La Confrérie des Rats), Moolaadé è un interessante e ordinata raccolta di tutti quei valori profondamente radicati nel mondo Africano, destinati ogni giorno con maggior forza ad un confronto – e ad un contrasto – con il mondo che ha ormai preso un’altra direzione.Proprio nell’ultima scena vediamo un minareto sovrastato da un uovo di struzzo, com’è uso, ma per un istante l’uovo diviene un’antenna televisiva, simbolo d’informazione, d’apertura mentale e di una modernità che non si può ignorare. Le donne protagoniste di questa pellicole sono combattenti, guerriere coraggiose che dopo migliaia di anni e tradizioni si risvegliano, come intorpidite, e aprono gli occhi verso un mondo di diritti e opportunità, affrontando non solo il ripudio della Salindé ma anche il complesso rapporto che da sempre pone l’uomo al di sopra della donna.Gli splendidi, colorati, paesaggi del Burkina Faso fanno da contorno ad una storia corale, che Sembene spera possa essere rappresentanza di tutto il Continente, un paese che cerca d’aprirsi al futuro in maniera indipendente e scevra da troppi misticismi.Diretto dal regista senegalese Ousmane Sembène, coprodotto da diverse nazioni francofone: Burkina Faso, Camerun, Francia, Marocco, Tunisia e Senegal.Presentato al 57° Festival di Cannes, ha vinto il premio come miglior film della sezione Un Certain Regard.

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