(AGI) – Roma, 27 mar. – La prima legge sulle mutilazioni genitali femminili approderà alla Camera all’inizio della prossima settimana.
I deputati esamineranno i dieci articoli del testo unificato redatto dalle commissioni Giustizia e Affari sociali, che affronta il tema delle mutilazioni non solo definendo le sanzioni per chi le pratica, ma anche e soprattutto puntando su interventi di prevenzione e di sostegno alle vittime. Chi effettua clitoridectomie, escissioni, infibulazioni ed altri tipi di mutilazioni senza esigenze terapeutiche sarà punito con la reclusione da 6 a 12 anni anche se c’è il consenso della vittima.
Passera’ invece da 3 a 7 anni in galera chi lede gli organi genitali con modalità diverse, per menomare le funzioni sessuali provocando malattie fisiche o mentali. La legge punirà anche i cittadini italiani o gli stranieri residenti in Italia che commettono il fatto all’estero. È prevista un’ aggravante se la vittima è minorenne. Mettendosi sulla scia di una recente risoluzione del parlamento europeo, l’Italia garantirà lo status di rifugiato alle donne che vogliono sottrarre se stesse o le proprie figlie minori alle mutilazioni. I medici che praticano mutilazioni genitali verranno interdetti dalla professione (con comunicazione all’Ordine) per dieci anni. L’ente all’interno del quali è stato commesso il reato dovrà pagare una multa e, se si tratta di una clinica privata accreditata, perderà l’accreditamento.

INFIBULAZIONE: DOMANI SERATA DI RACCOLTA FONDI PER “STOP FGM”

(AGI) – Roma, 30 mar. – Milioni di donne nel mondo, si parla di 140 milioni, sono vittime di mutilazioni genitali. In venti paesi africani e poi nello Yemen, nell’Oman, negli Emirati Arabi, in molte regioni dell’India, dell’Indonesia, in Malesia e in Pakistan. E anche in Italia si parla di 40 mila figlie di immigrati che subiscono la stessa sorte, per tradizione, cultura, pregiudizio, ignoranza. L’unica cosa che di preciso si sa, pero’, e’ di non sapere, perche’ nessuna indagine, nessun osservatorio ha mai potuto tracciare la mappa di un orrore che riguarda anche noi. Contro la pratica delle mutilazioni genitali femminili, le iniziative comunque non mancano, a tutti i livelli. L’ultima e’ promossa dal “team” delle Fendi (Anna, Carla, M.Teresa, M.Silvia, Ilaria) che hanno organizzato per domani sera nelle sale del Museo Etnografico Pigorini (e la scelta non sembra casuale), una cena di gala di beneficenza, a titolo privato, per raccogliere fondi che possano garantire almeno per un anno il sostegno alle attivita’ dell’associazione contro le mutilazioni genitali femminil “Stop Fgm” e a sostegno della campagna internazionale di “Non c’e’ pace senza giustizia”, che fa capo ad Emma Bonino e dell’associazione Aidos, Associazione italiana donne per lo sviluppo. Presente il sindaco di Roma, Walter Veltroni, numerose le iniziative previste nel corso della serata. Prima della cena, alla quale hanno aderito piu’ di cinquecento partecipanti (fra le altre Susanna e Marella Agnelli, Sophia Loren, Virna Lisi, Gae Aulenti, Rita Levi Montalcini, Miriam Mafai), Emma Bonino, la presidente dell’Aidos, Daniela Colombo e Khady Koita, presidente del Network europeo per la prevenzione FGM,
parleranno per sensibilizzare gli ospiti sulla campagna internazionale contro le pratiche della mutilazione genitale femminile e sara’ anche proiettato un video girato da Oliviero Toscani nelle terre d’Africa dove si ripete per le bambine dagli otto ai dodici anni il rituale di terrore e sangue le cui conseguenze pagheranno poi per il resto della vita.(Segue)

A presentare la serata nell’atelier Fendi, le stesse protagoniste che domani daranno vita all’evento.
“Comincia a incrinarsi il muro di omerta’ e indifferenza, da molto tempo le organizzazioni stanno sensibilizzando su questo tema. Ora e’ il momento del rush finale”, ha affermato Emma Bonino sottolineando come uno degli obiettivi ancora da perseguire sia conoscere con certezza l’estensione del fenomeno in Italia. Forse, ha aggiunto, “ci aiuteranno in questo senso gli osservatori sull’immigrazione che nasceranno in ogni regione”. Daniela Colombo ha rammentato come le mutilazioni genitali abbiano in realta’ la stessa origine di cultura e di pensiero della fasciatura dei piedi in Cina: rendere la donna schiava, subordinata al potere maschile. Li’, ha ricordato, ci sono voluti trent’anni di “massa critica”, di lotte e di opposizione. Contro le mutilazioni genitali “sono vent’anni che combattiamo, forse possiamo sperare che entro il 2015 questa pratica non esista piu'”. La testimonianza piu’ forte e’ venuta dall’Africa. Khady Koita, presidente del network europeo per la prevenzione delle mutilazioni genitali femminili, ha ricordato come resti indeterminata l’origine di queste pratiche e come l’unica cosa certa sia che sono molto piu’ antiche della diffusione dell’Islam e che quindi la religione musulmana non ha con loro relazione diretta. “Possiamo solo dire – ha affermato tra l’altro – che si controlla cosi’ la sessualita’ femminile, una sessualita’ che abbiamo interamente regalato agli uomini. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti perche’ questa pratica sparisca, in nome del diritto alla vita, alla promozione, alla cultura, ma soprattutto alla dignita’ delle donne”.(Segue)

“Dove c’e’ poverta’ c’e’ sua figlia che e’ l’ignoranza, foriera a sua volta dell’ingiustizia da cui derivano violenze di ogni genere”: cosi’ la “genealogia” della sopraffazione, anche fisica, secondo Lul Mohamed Osman, ginecologa, rappresentante degli immigrati somali in Italia. Da lei anche tante altre cifre impressionanti, non solo legate alle mutilazioni genitali: ogni 15 secondi negli Stati Uniti si
picchia una donna, ogni 90 secondi se ne stupra un’altra. In Africa ogni 18 secondi un bimbo muore per problemi respiratori. In Sudafrica non sono pochi gli uomini malati di Aids, ha raccontato Lul, che violentano una donna vergine nella convinzione che questo li aiuti a guarire. Quanto alle cifre
delle mutilazioni genitali femminili, sono impressionanti e riguardano oltre 140 milioni di donne in tutto il mondo. Per Miriam Mafai la mobilitazione dell’occidente non deve essere giudicata come un atteggiamento paternalistico: “la sosteniamo nell’ambito di un’azione in cui sono le stesse donne vittime le protagoniste. E’ cosi’ – ha affermato – che si esporta pacificamente la democrazia”. All’incontro era presente anche Helmy Bedeir, ambasciatore egiziano a Roma. In Egitto si calcola che il 75-80% delle donne abbia subito e subisca ogni giorno l’escissione, cioe’ l’asportazione del clitoride. “Le leggi sono necessarie, ma non sufficienti”, ha sostenuto l’ambasciatore, sottolineando che oltre allo stato di diritto servono la diffusione della consapevolezza tra i cittadini e quindi la partecipazione dei media e delle organizzazioni non governative nell’azione di contrasto. Un coro di no, infine, e’ venuto contro l’infibulazione cosiddetta “dolce”, una puntura simbolica nei genitali delle donne che possa in qualche modo richiamare, senza efferatezze, la ritualita’ del gesto: “attenti a non diventare complici di operazioni nefaste. Dall’infibulazione alle mutilazioni il no delle donne deve essere pieno e totale”, e’ stato detto. L’ultima parola dalla sofferta voce di Khady Koita: “bisogna puntare a convincere le madri a salvare dall’intervento le figlie. Sono loro le piu’ rigorose, le piu’ rigide. Quando si riesce con la madre, gli altri seguono, compreso il padre”. Si’, perche’ la mutilazione genitale e’ il passaporto per l’inserimento sociale. Senza questa pratica, in quel contesto, una donna non trovera’ mai un uomo disposto a sposarla.

INFIBULAZIONE: ANNA FENDI, EMMA BONINO E’ IN SINTONIA CON ME COLLABORAZIONE NATA DA UN INCONTRO CASUALE

(ANSA) – ROMA, 30 MAR – Un incontro casuale in aeroporto, nella saletta della Freccia Alata, meno di un anno fa, seguito da un successivo scambio di confidenze a una cena: e’ nata cosi’ la collaborazione tra l’eurodeputato Emma Bonino e Anna Fendi, che insieme hanno dato il via alla campagna di internazionale di sensibilizzazione contro l’infibulazione presentata oggi a Roma.”Di Emma Bonino – ha confidato Anna Fendi – mi ha colpito il fatto che e’ una donna straordinaria, pragmatica. Una persona che mette in pratica cio’ che dice, che raggiunge i suoi obiettivi. Mi ha colpita perche’ il suo pensiero e’ in sintonia con il mio”. La campagna di sensibilizzazione ”Stop FGM” ha un comitato promotore formato da centinaia di donne che hanno immediatamente aderito al progetto. Donne del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’imprenditoria, alcune delle quali fanno parte del board che ha promosso la serata di domani al Museo Luigi Pigorini. Per avere un’idea della mobilitazione avviata con questa iniziativa, basta dare un’occhiata all’elenco dei nomi che fanno parte del comitato promotore: Monica Agusta, Roberta Maira, Rosellina Archinto, Asia Argento, Irene Bignardi, Diana Bracco, Sandra Carraro, Valentina Cervi, Franca Coin, Marisela Federici, Inge Feltrinelli, Nicoletta Fiorucci, Diletta Gassmann, Lella Golfo, Maragaret Mazzantini, Daniela Memmo d’Amelio, Angela Missoni, Cristina Mondadori, Chicca Monicelli, Gianna Nannini, Valeria Moriconi, Sonia Raule Tato’, Afef Tronchetti Provera, le figlie di Anna Fendi (Maria Ilaria, Maria Silvia e Maria Teresa Venturini Fendi), Susanna Veronesi e Lina Wertmuller.

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