(AGI) – Roma, 7 mar. – La Falcri ha istituito la sezione FalcriDonna con lÂÆobiettivo di porsi come punto di riferimento solido e riconoscibile per le lavoratrici del credito. FalcriDonna si propone di promuovere interventi e ottimizzare il ricorso agli strumenti esistenti finalizzandoli allo sviluppo di condizioni organizzative che permettano la giusta valorizzazione delle qualita’ di genere, con la necessaria specifica attenzione alle discriminazioni e penalizzazioni che maggiormente pesano sul lavoro femminile. ÂôGli imprenditori, di fronte allÂÆattuale crisi di credibilità e dÂÆimmagine, sostengono che occorre una nuova concezione del lavoro e che bisogna porre il lavoratore e la lavoratrice al centro dellÂÆimpresa- dichiara Francesca Furfaro, Segretario Generale Falcri. Va quindi valutata lÂÆopportunità di innovare lÂÆattuale organizzazione del lavoro, valorizzando le competenze ed il sapere delle donne affermando il principio che la differenza non costituisce un problema, ma rappresenta una risorsa. Nelle aziende di credito sono visibili segnali evidenti di preoccupante disagio tra le colleghe, spesso ancor più penalizzate dai processi di ristrutturazione aziendali, il che rende necessario avviare progetti di specifica attenzione sulle problematiche in essere ed individuare specifici settori dÂÆintervento, sui quali concentrare attenzione ed impegno. Con FalcriDonna, ci proponiamo di valorizzare ed accrescere capacità, competenze e professionalità, attraverso la realizzazione di interventi che non solo combattano le discriminazioni e siano correttivi di situazioni penalizzanti per le donne, ma che, soprattutto, valorizzino il lavoro femminile, sviluppino condizioni organizzative che permettano una integrazione sinergica tra lavoro maschile e femminileÂö. Se infatti nel 1997 il personale del credito risultava composto per il 68,9% da uomini e per il 31,1% da donne, a dicembre 2003 risultava composto per il 62,1% da personale maschile e per il 37,9% da personale femminile. Tuttavia persiste un significativo divario nel posizionamento professionale delle donne la cui presenza risulta residuale nellÂÆarea dirigenti (0,1% a fronte dellÂÆ1,8% degli uomini) e nellÂÆarea quadri direttivi dove si riscontra analoga proporzione. Ciò dimostra che le pari opportunità sono ben lontane dallÂÆessere state raggiunte. Le part timers rappresentano complessivamente il 19% delle donne occupate, nonché il 93% del totale dei lavoratori a tempo parziale presenti nel settore. Le assunzioni nel 2003 hanno riguardato per il 45% personale femminile e per il 55% personale maschile, mentre le cessazioni hanno coinvolto il 30% delle donne rispetto al 70% degli uomini.

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