Al Palatino di Roma, dal convegno donne Ds emerge la tipologia di elettori
che faranno vincere o perdere le prossime elezioni, e sono donne.
di Wanda Montanelli
La ricerca presentata da Roberto Weber, durante il convegno “Costruire il presente, tessere il futuro”, del 15 dicembre, ha dato risultati singolari su come la componente femminile della nostra società si pone in relazione all’attuale situazione italiana. Rispetto al modo di governare e alle attese per il futuro, e riguardo a cosa le donne penseranno di fare quando sarà il momento di dare il proprio consenso elettorale.
La ricerca, pone la premessa che il mondo è unico e che non esistono le donne, intese come categoria che agisce in difformità dal resto della cittadinanza, ma esistono categorie di persone con effetti valoriali espressi in quanto elettori.
C’è comunque da tener presente, che seppure le scelte sono spesso motivate allo stesso modo da donne e uomini, è stato lo spostamento di voto della componente femminile in maniera indistinta ideologicamente, che ha dato la vittoria alle ultime elezioni europee. E allo stesso modo, alle prossime politiche sarà decisiva la parte femminile.
A Palatino, presenti i quadri dirigenti femminili Ds di tutta Italia, il segretario Piero Fassino, ma anche le parlamentari o le referenti politiche dei partiti di centrosinistra: Margherita, Italia dei Valori, Repubblicani Europei, oltre a Udi e decine di altre associazioni di donne, gli interventi hanno tutti posto l’accento sulla necessità di creare una nuova stagione per l’Italia per la costruzione di un mondo più giusto.
Tutti i contributi però, come quello approfondito sulle tematiche di politica generale e femminile di Barbara Pollastrini, hanno dimostrato grande interesse per i risultati della ricerca del prof. Weber.
Sono quattro le categorie di donne emerse dallo studio conseguente all’indagine sul campione di donne italiane: Liberal, Liberiste, Solidariste, Smarrite, secondo il grafico seguente:
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Liberal 12% | Liberiste 31%
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Solidariste 24% | Smarrite 33%
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dove si scopre, in sintesi, che le Liberal, (il 12% del totale) sono essenzialmente donne di profilo socio-culturale medio alto, dotate di forza di volontà, interesse verso la cultura espressa soprattutto dall’abitudine ad informarsi ed a leggere (tre volte di più che nelle altre categorie). I valori che caratterizzano le donne Liberali sono: apertura alle nuove tecnologie e alla sperimentazione genetica (65% sulla media nazionale del 41%), ottimismo, senso dell’Europa, grande partecipazione politica, crescita economica intesa come sviluppo delle grandi aziende.
Le Liberiste invece si trovano soprattutto al nord del Paese, hanno una bassa componente cattolica, basso tasso di istruzione; molto propense alla delega, rappresentano il versante della modernizzazione del Paese, anche in maniera brutale. Hanno una forte attenzione al privato, spinta decisionista; sono secessioniste, hanno componenti di cinismo e notevole domanda di radicalizzazione (chi governa deve governare e chi sta all’opposizione deve fare l’opposizione). Secondo questa categoria di donne la dimensione privata è preferibile a quella pubblica nel 55% dei casi.
In questa parte dell’elettorato, il decisionismo spinto visto in funzione di scorciatoia è però diminuito dalla percentuale del 52% del 1997, al 27% del 2004.
Le donne Solidariste della ricerca, rappresentano una gamba alta del risultato in percentuale. Sono il 24% de campione e raffigurano i valori tradizionali della Sinistra; hanno un livello culturale elevato e votano naturalmente centrosinistra. Tra loro è forte la componente cattolica, vivono in gran parte al centro-sud, ed hanno una buona conoscenza della tecnologia moderna e dell’uso di Internet.
I valori di questa componente sono principalmente: solidarismo, pacifismo, amor di patria, fiducia nel sindacato, valori della Resistenza (ciampismo).
Infine la parte risultata più interessante è la dimensione delle Smarrite, donne di età intorno ai cinquantacinque anni di media, ad alto consumo televisivo. Sono coloro che “non si collocano” politicamente, denotano una forte insicurezza, molte paure tra le quali quella della perdita del lavoro (percentuale delle Smarrite 89% sulla media nazionale del 50%) , dell’insicurezza economica ( 73% sulla media nazionale del 50%), del senso di inadeguatezza individuale con la sensazione di “non farcela e di non avere strumenti adeguati ad affrontare le problematiche ricorrenti” (88% su media nazionale di 65%) . Esiste in questa componente di donne “Smarrite” una centralità dei valori cattolici (l’82% su dato 12% delle Liberal e sul media nazionale del 47%).
Il consigli in rapporto a questa parte dell’elettorato femminile sono quelli di usare strategie di comunicazione che tengano conto di una realtà dinamica, mobile, con necessità di risposte pragmatiche, non di principi para-ideologici. L’alto consumo televisivo di queste donne induce a pensare che possono essere facile preda di chi detiene il potere della comunicazione attraverso i mass media. E’ necessario di conseguenza valutare che questa è la grande componente dell’elettorato (33%) che deciderà le elezioni, perché lo smottamento, se avviene, avviene qui.
Bisognerà saper parlare a queste “smarrite” , considerando che si tratta di un pubblico televisivizzato, ma tenendo soprattutto presente il loro bisogno di sicurezza, di concretezze che diano un senso diverso alla loro esistenza.
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