Addio alla carta stampata…
l’informazione oggi viaggia su internet e nei blog del giornalismo partecipativo… ma quanto durerà …?
di Rita De Angelis.
“Dopo internet il futuro della comunicazione si chiama telepatia…” (Saul Arpino)
Le fonti di informazione ormai “viaggiano sul web. Internet ha cambiato ed aggiornato il mondo della comunicazione e della carta stampata, creando , lettori, blogger, cittadini, aspiranti giornalisti, giornalisti, ed abitanti del mondo del web che partecipano con “passione” alla creazione, partecipazione e circolazione delle informazioni, grazie a questi nuovi media. Oggi con piccoli mezzi, e pochi soldi, ognuno di noi può diventare giornalista, ma anche editore di se stesso. Tutti possono raccontare, narrare, esprimere opinioni, denunciare fatti non conosciuti. Da qui al cosiddetto “giornalismo partecipativo” il passo è assai breve. Dal Medio Oriente e dall’Africa i “citizen” media” offrono e puntano all’informazione di base, sostituendosi così alle grandi testate, vedi per esempio il progetto globale non profit di Global Voices, che cinque anni fa è sorto ad Harvard. Proprio grazie al Global Voices si è rivoluzionato il sistema dell’informazione per mezzo della sua rete di blogger, autori, coordinatori, traduttori (vedi http://globalvoicesonline.org), volontari che sostengono i media ed i blog. Di ogni parte del mondo. Ed in Italia cosa succede?
Non ci sembra che la blogosfera di casa nostra abbia rilevanza nel mondo, ma qualche rilancio sostanziale e globale si è avuto grazie al blog aperto da Beppe Grillo. Ma non solo Grillo ha avuto questa idea. Circa una decina di anni fa, Roberto D’Agostino per mezzo di Dagospia, intuì le potenzialità della rete, Gianluca Neri, tramite Macchinaera.net, si è conquistato la sua credibilità sul campo a colpo di scoop (l’ultima pubblicazione della sceneggiatura dell’ultima puntata di LOST 6). A rappresentare la categoria in tv è Giovanni Minoli, che ha formato una community di circa 700 blogger sparsi sul nostro territorio. E’ importante aiutare i blogger a costruirsi un proprio linguaggio per raccontare e raccontarsi.
Sono principalmente giovani predisposti e nati per la tecnologia, ma devono approfondire e verificare sempre le fonti da cui provengono le notizie. I così chiamati “nativi del web” sono la chiave di lettura di tale fenomeno che confermano anche i dati di Global Voice che conferma che il 75% della propria community abbia tra i 25-44 anni di età Un mondo di “nuovi reporter”, una generazione formata da 2.0, che avanza armata di pc, telefonino, telecamerina, con l’ansia di raccontare il mondo, non pensando che utilizzando il vecchio metodo della carta “stampata” regge alle mode del tempo, poiché permette di raccontare la notizia, aggiungendo più personalità, ma soprattutto maggiore “tranquillità” al lettore che può apprendere una notizia, anche mentre “gusta” un caffè magari in pausa seduto al tavolo di un bar, senza l’ansia costante del suo pc.
Rita De Angelis
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