In America si moltiplicano le associazioni contro la piaga delle spose bambine nei paesi in via di sviluppo, ma pochi sanno che anche lì nessuna legge vieta di sposare una 11enne (ed è appena accaduto)
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Di Debora Attanasio
I matrimoni fra minorenni, in alcuni paesi addirittura fra bambine e adulti, è una di quelle faccende sgradevoli che ci fanno sentire fortunati di essere nati in un paese industrializzato, uno di quelli che partecipa ai G8 e dove l’acqua pulita esce dai rubinetti. Eppure, ci sono dei paradossi in grandi paesi sedicenti “civili” come gli Stati Uniti (e anche in parte in Italia), che non ci discostano così tanto da quelle situazioni. A puntare il dito è stato il prestigioso The Economist, con un articolo in cui spiega che sul pianeta Terra una ragazza ogni tre nasce con il rischio concreto di ritrovarsi sposata prima dei 18 anni. Si parla di ragazze perché, ovviamente, la stessa possibilità per un maschietto è molto più rara. Quello che però non tutti immaginano è che questa fetta di popolazione a rischio, quantificabile in 1,2 miliardi di spose bambine entro il 2050, non nasce necessariamente in Asia o in Africa.
Naturalmente l’Africa è in testa alla classifica come è facile immaginare. O meglio, nella classifica degli Stati col numero più alto di matrimoni con minori, i primi venti sono in questo continente. Ma come fa notare The Economist, questo tipo di nozze si tengono anche nei paesi in cui proliferano le associazioni umanitarie che si vantano di combatterli. Compresa l’America. I minorenni americani, infatti, possono sposarsi, possono farlo col consenso dei genitori, o con l’approvazione di un giudice o di un impiegato comunale, ma in 27 Stati non esiste nemmeno un’età minima definita con una legge. Nessuno stato americano ha mai approvato chiaramente una legge che vieti categoricamente questa pratica. E di questo vuoto legislativo se ne approfittano ancora troppi, nelle comunità rurali americane più povere o all’interno di comunità cristiane conservatrici. L’anno scorso, ad esempio, ha fatto notizia la storia di Sherry Johnson, una bambina di 11 anni costretta dai genitori pentacostali a sposare un ventenne, pentecostale anche lui, che l’aveva stuprata quattro volte. La bambina era rimasta incinta, e con le nozze le cose sono state sistemate all’interno della comunità.
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