L’arte di Gaudì rivive in Toscana grazie all’artista francese Niki de Saint Phalle
Gioco al quadrato ovvero gioco della fantasia e gioco delle carte. Gioco della fantasia dell’artista francese Niki de Saint Phalle e gioco dei Tarocchi nel giardino che porta il loro nome nei pressi di Tuscania.
Niki nasce a Neully-sur-Seine e cresce a New York dove la famiglia si trasferisce alla fine degli anni venti. Poi comincia a dipingere, si sposa e ha due figli e la famiglia va ad abitare in Europa (Parigi, Nizza, Maiorca). A Barcellona, Niki scopre l’architettura di Gaudì la cui influenza marcherà profondamente le sue opere future: Capii che mi ero imbattuta nel mio maestro e nel mio destino. Tremavo in tutto il corpo. Sapevo che anche io, un giorno, avrei costruito il mio Giardino della Gioia. Un piccolo angolo di Paradiso. Un luogo di incontro tra l’uomo e la natura (…) L’Imperatrice divenne la mia casa e il luogo d’incontro per tutti coloro che lavoravano al progetto. Qui mi riunivo con l’équipe di lavoratori, mangiavo i miei pasti e lavoravo sui modelli delle altre case. Nella “Sfinge”, il soprannome che avevamo dato all’Imperatrice, vivevo sola. Immergermi totalmente nel luogo era l’unico modo per realizzare questo giardino. I suoi lavori sono sparsi in tutto il mondo: in Svizzera dove ha luogo la prima mostra di pittura, inizio di una serie di assemblaggi realizzati con oggetti trovati, gesso e pittura; a Parigi e a New York dove espone le prime sculture “Nanas”; a Montréal, a Stoccolma, dove espone un gruppo di nove sculture con Tinguely, suo marito, per l’Expo ’67, a Gerusalemme, dove costruisce un mostro-scultura per bambini, Le Golem, in Belgio; realizza con Jean Tinguely la “Fontana Stravinsky” accanto al Centro George Pompidou ecc.
Tra il 1960 e il 1964, inizia una lunga collaborazione con Jean Tinguely. Cominciano i “Tirs”, una serie di azioni durante le quali il pubblico o l’artista stessa spara con la carabina su dei rilievi di gesso dove si trovano dei sacchetti di pittura che esplodono al momento dell’impatto. Dal 1979 al 1996 si concentra sulla costruzione del “Giardino dei Tarocchi” a Garavicchio, nel sud della Toscana. Si tratta di un gruppo di ventidue sculture monumentali alcune delle quali sono abitabili, che si ispirano alle carte dei Tarocchi. Sono costruite in cemento armato (le sbarre d’acciaio saldato sono state piegate con la sola forza delle braccia dell’équipe) e ricoperte da un mosaico di specchi, vetri e ceramiche colorate: ogni pezzo di ceramica veniva modellato direttamente sulla scultura da ricoprire. Gli spazi tra una ceramica e l’altra sono stati riempiti a mano con pezzi di vetro. Caratteristiche anche le panchine in ceramica che sono ben integrate con il resto del giardino.
Il giardino dei Tarocchi, secondo il volere dell’artista, appartiene a tutti coloro che l’hanno aiutata a completarlo.
Perché i tarocchi? I Tarocchi non sono solo un gioco ma indicano una filosofia di vita: I Tarocchi mi hanno dato una chiave di lettura per capire meglio la vita spirituale ed affrontare i problemi della vita. Mi hanno anche aiutato a capire come tutte le difficoltà vadano affrontate una dopo l’altra per poter finalmente conquistare ce interiore ed il giardino del Paradiso.
In questo momento e fino a 17 gennaio presso la Fondazione Museo di Roma sono esposte oltre 100 opere di Niki per la maggior parte provenienti dalla Niki Charitable Art Foundation di San Diego in California. Il percorso della mostra si articola in quattro capitoli: “Le stanze della memoria” cioè le origini, “La Spiritual Path”, il rapporto con il marito l’artista Jean Tinguely, “Nana Power”, dedicata alla serie delle ragazze, les Nanas, le celebri sculture policrome che nascono dal desiderio di comunicare l’universo femminile in tutte le sue forme e “Il Giardino dei Tarocchi”.
Fausta Genziana Le Piane
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