di Anna Rossi
In questi secoli difficili in cui le donne hanno assistito ad attività di ostacolo, di delegittimazione della facoltà umana di scegliere, di isolamento finanche all’ eliminazione fisica, si può dire che siamo sopravvissute allo sterminio non fosse altro che per motivi di esigenze di ordine biologico.
In questo paese i “poteri forti” praticano sistematicamente la scomparsa dei fatti condannando la società civile all’obbedienza cieca attraverso azioni di sabotaggio subdole o violente.
L’inquinamento della democrazia avviene oggi attraverso l’infiltrazione silenziosa di elementi mafiosi nelle istituzioni ma non al servizio di queste ultime.
Dai tempi dei tempi si è sempre fatto affari sulla pelle dei deboli e oggi il sistema di corruzione è talmente raffinato che la ribellione sociale è sopita dall’effetto manipolatorio di propaganda, dall’apparenza pro-democrazia, svolta da professionisti in ossequio a chi controlla il paese.
Questo spiegherebbe la farsa della stampa di opposizione che non trova il coraggio di affondare il piede sull’accelleratore affrontando fino in fondo il dovere di cronaca e quindi di investigazione. Da Biagi a De Magistris: “colpirne uno per colpirne cento” senza spargimenti di sangue con l’effetto di rallentare le penne e abbandonare le toghe..
Premesso quanto sopra mi riallaccio al post della Dott.ssa Wanda Montanelli “Santoro, perché tacere sul resto?”.
Il femminile non può essere motivo di vera inchiesta di approfondimento poiché il messaggio lanciato al giornalismo è arrivato a destinazione: vietato sollevare questioni che instillano consapevolezza popolare. Cara Wanda non ci saranno lenti d’ingrandimento sull’uso strumentale delle donne in politica né sull’epurazione continua di quelle coraggiose e valide in quanto queste ultime sono percepite come elemento sovversivo di un sistema corrotto e controllato che le vuole solo in trincea e quindi fuori da qualsiasi circuito mediatico-istituzionale.
E’ un ingiustizia senza fine che trasferisce nell’animo femminile una rassegnazione oggettiva che talvolta viene accettata anche dalla coscienza personale.
Ebbene, poiché la natura rafforza ciò che non distrugge, dai tempi della grande Roma ad oggi, io sono più che sicura di un’esistenza genomica femminile che produce senza sosta elementi onesti, coerenti e straordinariamente coraggiosi. Il loro contributo nobile e gratuito che questi elementi offrono affinchè i diritti e la giustizia possano affermarsi nel mondo a difesa dei deboli è l’attacco sempre vivo al perverso sistema di eliminazione innaturale che continua a schiacciare l’universo femminile.
Memore di quanto sancito nella nostra Costituzione mi soffermo:
Art.3 della Costituzione:
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
L’inadempienza istituzionale a questo articolo costituzionale la dice lunga sulla menzogna della democrazia di questo Paese, un Paese ad alta densità mafiosa istituzionale (come asserisce Luigi De Magistris nella sua lettera al Presidente Napolitano titolata: “Io, sconfitto dalla mafia di stato” e che ha ispirato questo mio intervento).
Il tono monocorde di cui parla la Dott.ssa Montanelli è la riduzione a bonsai di un mondo vile e senza scrupoli che però fa il gigante e dal quale dovremmo rifuggire come dalla peste pretendendo rispose chiare e concrete senza soffermarci sulle divagazioni del gossip o sull’argomento populista di turno.
Come nelle arene atzeche o in quelle dell’antica Roma in taluni popoli sopravvive il gusto della “lapidazione fisica o morale” dell’altro. Una cultura sanguinaria che non ci fa onore davanti agli eredi della Sippe che si confrontano sul piano europeo con l’area mediterranea e che, al contrario, ci relegano a stati membri di serie B a causa di un governo sociale lontano per diritto e per dovere dall’affermazione del “civis”.
“I doveri senza diritti sono un’inaccettabile forma di schiavitù”.
L’essere umano vive storicamente il processo di liberazione dalla miseria, dalla guerra, dalla lotta di classe e, nella sua riduzione a singolo, condivido quanto sosteneva Karl Jaspers: la libertà non è un mezzo per l’esistenza, ma coincide con l’esistenza stessa: “io sono quando scelgo e, se non sono, non scelgo”.
A voi donne!
Prof. Anna Rossi
(stralcio di relazione da: “Dal modello dell’antidemocrazia al diritto illegittimo” Bo, 01 ott.2009)
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