E si chiede al Comune una sede per la «Casa delle donne»

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 UNA DI MENO: "VOGLIAMO CREARE UN ARCHIVIO STORICO SUL FEMMINISMO 
 AD ALESSANDRIA"
Il corteo dell’otto marzo dell’anno scorso

Di Antonella Mariotti, Alessandria
«Il femminismo è stato una breve avventura, eroica all’inizio, grottesca sul finire, un’avventura da adolescenti, inevitabile ed ormai superata» e si sbagliava l’alessandrina Sibilla Aleramo, scrittrice con una storia simbolo della condizione femminile di allora: fu costretta a un matrimonio riparatore, quando lo scriveva nel 1911. Adesso le ragazze e le donne, di tutte le età, di «Non una di meno» vogliono raccontare la storia del movimento e dare vita a un archivio storico sul femminismo di Alessandria, perché il femminismo è tutt’altro che un’avventura finita. «L’archivio storico sappiamo già in parte dove trovarlo e diventerà la nostra biblioteca».
Poi un osservatorio sulla «narrazione della violenza di genere» sulle parole da usare per raccontarla, puntato sui media. Questi sono – per ora – i due obiettivi messi a fuoco sabato scorso dall’assemblea aperta a tutti di «Non una di meno», l’incontro per raccogliere idee e proposte sulla «Casa delle donne» il progetto in cerca di sede che le femministe 2.0 stanno cercando di portare avanti. «Eravamo in tanti sabato – racconta Lucia Tove – c’erano molte associazioni di Alessandria e della provincia, abbiamo raccolto idee e proposte che saranno poi il tessuto sul quale far nascere la Casa delle donne».

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