nona 1 - NOTERELLE 
 NAPOLETANE: UN PICCOLO GIOIELLO DIMENTICATO

…. I ricordi della Napoli del primo Novecento si intrecciano in queste inedite Noterelle agli aneddoti di vita e alle testimonianze della Grande Guerra… un piccolo capolavoro!

Raffaele De Leo, Noterelle Napoletane, a cura di M. De Leo,
Giacomo Paolino Editore, 2011, pp. 92, euro 10
Per prenotazioni e acquisto scrivere a: paolino.ed@tiscali.it
LIBRERIA PAOLINO – Ascea Marina (SA)

Recensione
E’ appena stato pubblicato per i tipi di Giacomo Paolino Editore l’inedito Noterelle Napoletane, produzione in prosa di mio nonno Raffaele De Leo da lui redatta nel 1952. La maggior parte delle sue poesie, scritte sia in vernacolo che in lingua italiana, insieme ad un suo racconto di guerra sono state invece da me curate e sono presenti sul sito:
http://www.letteraturaalfemminile.it/raffaeledeleopoesieindialetto.htm
Raffaele De Leo, nato e vissuto quasi sempre a Napoli nella prima metà del Novecento (1897 ? – 15 ottobre 1955), ebbe una vita alquanto travagliata. I dissapori con il padre e l’interruzione precoce degli studi indussero il giovane Raffaele, come si evince dai suoi scritti, ad allontanarsi ben presto dalla famiglia d’origine per guadagnarsi da vivere come apprendista orologiaio e vivendo praticamente alla giornata, girovago nella sua stessa città spesso senza disporre di un posto dove poter dormire la notte. Alle esperienze della propria adolescenza napoletana si aggiunsero poi quelle tristissime della prima guerra mondiale da lui combattuta al fronte e ancora un terzo ed ultimo periodo di vita per lui deludente e fallimentare che lo portò infine ad un totale pessimismo e alla depressione che fu probabilmente la causa primaria della sua morte.
I ricordi piacevoli del periodo giovanile trascorso a Napoli, da collocare temporalmente nel primo ventennio del Novecento, pervadono la prima parte di queste ‘noterelle’. Da esse il lettore del ventunesimo secolo apprende e gusta molto più che una semplice cronaca dell’epoca; emerge cioè da questi scritti l’affresco vivace e colorito di una Napoli che fu, descritta talvolta ironicamente ma sempre con bonaria condiscendenza da questo suo figlio osservatore diretto di usi, costumi e personaggi di chiara fama. Raffaele De Leo, riportando spessissimo le frasi e le parole tipiche del dialetto abbinate alle varie situazioni descritte, ricrea infatti l’atmosfera napoletana d’allora e sembra quasi di ‘vedere’ con lui luoghi e personaggi e di addentrarsi di volta in volta fra vicoli e strade, sempre abilmente condotti dal suo sapiente commento.
La seconda parte del testo, dedicata agli aneddoti di vita vissuta, è addirittura ricca di comicità tanto che il sorriso di chi legge si trasforma talvolta in vera e propria risata. La nota personale di colui che scrive è poi sempre il filo conduttore di ogni racconto che viene presentato in maniera semplice e nitida, come se il fatto di cui si parla si fosse appena verificato. Nella terza parte, quella dedicata ai ricordi di guerra, emerge invece un ulteriore aspetto della versatilità dell’autore, la sua capacità di trasferire in prosa descrittiva quelle emozioni e le sensazioni che sono tipiche della poesia lirica. Sembra infatti che queste pagine, soprattutto quelle dedicate alla Calabria, terra in cui il De Leo dovè effettuare evidentemente un certo periodo di servizio durante la Grande Guerra, siano un vero e proprio componimento poetico.
Non è infine da trascurare il particolare stile narrativo che pervade tutto il testo: l’italiano usato dall’autore risulta un po’ ‘demodé’ ma conforme a quello che si usava all’epoca in cui esso fu scritto, uno stile oggi desueto ma comunque comprensibile che in alcuni momenti ho dovuto lievemente modificare anche con l’aggiunta di qualche nota esplicativa.

Maddalena De Leo

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