(Adnkronos/Labitalia) – Una buona formazione sembra contribuire a colmare la distanza che separa le donne dagli uomini nei livelli di occupazione e disoccupazione. Le differenze maggiori, infatti, si rilevano tra chi ha un titolo di studio basso. Le donne occupate con licenza media inferiore sono addirittura il 34,7% in meno rispetto agli uomini con lo stesso livello di preparazione. E al Sud si arriva al 42%, contro il 29,8% del Centro-Nord. Ma il dato piu’ allarmante e’ che la percentuale e’ in crescita (+0,3% tra il 2002 e il 2003). Il gap scende al 18,9% tra i possessori di un diploma medio superiore (26,1% al Sud contro 15,3% del Centro-Nord), ma anche in questo caso tende ad aumentare (+0,4% in un anno). Piu’ contenute e in calo, invece, le differenze tra i laureati: ‘solo’ l’11,2% (pari a -0,1%). In questo caso, poi, il Sud (13%) appare piu’ allineato al Centro-Nord (10,3%). Analoga tendenza si rileva se si considera il tasso di disoccupazione. Il divario tra donne e uomini, infatti, risulta maggiore tra chi possiede solo la licenza media inferiore. In questo segmento, le donne senza lavoro sono il 6,7% in piu’ rispetto agli uomini (ma arrivano al 17,1% al Sud, unico dato in crescita, contro il 4,5% del Centro-Nord). Tra chi ha la licenza media superiore, la disoccupazione femminile e’ piu’ elevata del 4,5% (10,8% al Sud contro il 2,8% del Centro-Nord). La distanza si accorcia ulteriormente tra i laureati (3,3%, che varia dal 5,3% del Sud al 2,4% del Centro-Nord).

SESTITO, CRESCE VOLONTA’ DONNE A IMPORSI IN MERCATO LAVORO

(Adnkronos/Labitalia) – ”Esiste ancora una forte distanza nei livelli di occupazione tra uomini e donne, una differenza che e’ piu’ accentuata al Sud, dove pero’ si rapporta a un tasso di disoccupazione, anche maschile, molto piu’ elevato”. Paolo Sestito, economista e coordinatore del Rapporto di monitoraggio delle politiche occupazionali del ministero del Welfare, commenta con LABITALIA i dati sul ‘gender gap’. ”La struttura dell’occupazione per classi di eta’ -prosegue- mostra un differenziale piu’ ampio nelle fasce piu’ avanzate. Tra gli anziani, infatti, la presenza delle donne nel mercato del lavoro e’ piu’ debole. Se poi si considera il titolo di studio, si osserva l’annullamento progressivo delle differenze man mano che il livello di scolarizzazione sale, in particolare tra le giovani generazioni”. ”Questo dimostra -sottolinea Sestito- che da parte delle donne c’e’ una crescente volonta’ di essere presenti nel mercato del lavoro, che si associa a un maggiore investimento nella formazione. In effetti, il trend degli ultimi anni indica una riduzione del gap e un miglioramento della performance della componente femminile. Una tendenza -conclude- su cui ha inciso positivamente l’andamento del Sud, che permette di valutare gli effetti delle politiche per il lavoro tese a favorire l’occupazione femminile”.

PRESTIGIACOMO, FAVORIRE FLESSIBILITA’ E CONCILIAZIONE TEMPI

(Adnkronos/Labitalia) – ”I dati sul ‘gender gap’ nell’occupazione relativi agli ultimi sei anni confermano che esiste un netto trend positivo che riguarda il lavoro femminile. Ed e’ incoraggiante che fra i piu’ giovani la forbice sia inferiore al 10%”. E’ quanto afferma a LABITALIA il ministro per le Pari Opportunita’, Stefania Prestigiacomo. ”Resta tuttavia -avverte- il dato complessivo di un divario ancora troppo alto, soprattutto al Sud. Un divario che occorre ridurre con politiche capaci di operare lungo due binari fondamentali, su cui l’azione del governo e’ seriamente impegnata. Da un lato, vanno utilizzati al meglio gli elementi di flessibilita’, che rappresentano in Europa una grande risorsa per l’accesso e la permanenza delle donne nel sistema occupazione”. ”Grande impulso va dato inoltre -continua Prestigiacomo- alle misure di conciliazione dei tempi tra famiglia e lavoro, per consentire a un numero sempre maggiore di donne di coniugare gli oneri di assistenza e cura dei figli, che vanno peraltro sempre piu’ condivisi con gli uomini, con prospettive lavorative e di carriera”. Dunque, conclude il ministro, ”il panorama induce all’ottimismo, nella consapevolezza che bisogna proseguire nel lavoro intrapreso per fare del nostro Paese una societa’ che sappia valorizzare al meglio la risorsa donna”.

RAUTI, RIMUOVERE OSTACOLI A ACCESSO LAVORO E CARRIERA

(Adnkronos/Labitalia) – ”Con la battuta d’arresto che l’occupazione femminile ha subito, a partire da luglio 2003, gli obiettivi di Lisbona sembrano irraggiungibili”. Lo afferma a LABITALIA Isabella Rauti, consigliera nazionale di parita’ alla guida della rete, creata dal ministero del Welfare, che si occupa di promuovere sul territorio le pari opportunita’ nel lavoro. ”Nonostante il maggiore successo femminile sul piano dell’istruzione -spiega- le donne, rispetto agli uomini, trovano lavoro piu’ tardi e restano piu’ a lungo nello stato di disoccupazione. Spesso, sono costrette ad accettare come primo impiego una mansione inferiore alla loro qualifica”. ”Per una lavoratrice -prosegue Rauti- il problema non e’ solo nell’accesso al lavoro, ma anche nella permanenza, nel reinserimento dopo periodi di inattivita’, nel raggiungimento di posizioni elevate. Pesa, soprattutto, la questione irrisolta della conciliazione. Eppure, in Italia abbiamo una legislazione sulle pari opportunita’ all’avanguardia, ma il problema e’ di verificarne l’attuazione. Bisogna quindi perseguire una parita’ esigita, che non sia solo formale, ma sostanziale”. Un aiuto all’occupazione femminile puo’ arrivare dalla flessibilita’ del mercato del lavoro, ”ma -avverte Rauti- attenzione all’effetto boomerang”. ”La flessibilita’ -sottolinea- deve essere un elemento di garanzia e non di esclusione, che in cambio di un ingresso piu’ facile renda pero’ la crescita lavorativa piu’ difficile”.

Categorized in: