di Nadia Angelini
Le donne di questi giorni sono le mamme della nuova era.
Certamente saranno le loro figlie che riusciranno a cambiare il mondo e a renderlo migliore.
Malgrado siano state cresciute con concetti nostri, differiranno da noi sia nel modo di pensare che nel comportamento.
Alcune loro idee appariranno eccessive anche ad alcune mamme di oggi che sono precorritrici di questo nuovo modo di relazionarsi col mondo e con la famiglia.
Credo sia giusto così, in quanto ogni donna deve ritornare sul proprio piedistallo e riaffermare quelli che sono i valori più veri ed importanti di cui, Dio, l’ha nominata custode.
E’ tramite il femminile che si potrà uscire dall’oscurantismo spirituale e morale in cui il genere umano sta dibattendosi da secoli.
Oggi in ogni donna deve necessariamente esistere l’intima convinzione di essere in grado, dopo aver svolto il suo ruolo primario di madre, di gestire la propria creatività in mille altri modi.
Il mondo ha perso la sua grazia, dacché la figura femminile è andata via,via sbiadendosi per apparire diversa da ciò che è nella realtà.
L’uomo dovrà imparare a riconoscere e rispettare la speciale responsabilità femminile nel divenire dell’umanità; è addirittura impensabile che si possa accettare di pensare alla donna, come ad un entità assoggettata a lui.
Finalmente Lei, vive questo suo mondo, variegato da toni caldi, profondi e sensuali e non rinnega più il suo Essere; non teme certo più di offendere con il suo pensiero la società, ancora (purtroppo) maschilista, in cui vive ed opera.
E’ nel suo Karma essere indispensabile alla sua famiglia e alla società in genere.
Purtroppo non sono molte le donne di questo tempo a rendersi conto del loro legittimo valore; troppo spesso si sente dire (da alcune di loro non più giovani) “Ho fatto la mia parte, ho cresciuto i miei figli ed ora che loro se ne sono andati mi riposerò“.
Ma cosa fare affinché costoro non credano d’aver assolto il loro compito definitivamente?
Anche condividendo pienamente la maternità, anzi essendone fautrice, non riesco ad accettare l’idea della inutilità della donna dopo aver svolto questo meraviglioso, ingrato compito della genitorialità.
Essa richiede anni di grande attenzione e responsabilità; teneri ma anche laboriosi, pieni di dubbi, difficoltà e sacrifici.
Certamente si dà talmente tanto, in quel periodo, che sembra impossibile, poi, aver la capacità d’esprimersi in modi diversi e adattarsi alla nuova condizione; ciononostante è pressoché necessario farlo, per non lasciarsi morire dentro.
I nostri cuccioli d’uomo sono volati dal nido e vivono ora , per i loro figli, come un giorno noi per loro.
Il nostro domani non può e non deve essere rinunciatario! Che donne mai saremmo?
Qui, però si ritorna all’eterno comun denominatore: l’uomo.
Le single non avranno certo problemi, decidendo di farlo, ad osare di gettarsi in quella mischia che, magari, non conoscono affatto.
Coloro che hanno un partner maschilista, dovranno essere fortunate se riusciranno a spuntarla, fino a riappropriarsi di spazi vitali, per i quali dovranno esser pronte anche a combattere.
Ed infine per alcune fortunate, che avranno avuto il privilegio di aver accanto un Uomo, degno di essere ritenuto tale, sarà il momento del riscatto; l’ora di ritrovare ancora una volta, dopo la maternità, il piacere di vivere e sentirsi utili agli altri
.Quanti bimbi hanno bisogno di noi! Quante persone hanno un fattivo bisogno di aiuto?
Quante parole che non abbiamo detto, per mancanza di tempo o concentrazione, potremo ora fissare su carta bianca?
Così ogni alba che avremo sarà una nuova primavera; ogni tramonto, un autunno ed ogni gioia condivisa, una rigogliosa estate.
Ho bisogno, in quanto donna, di credere in tutto questo; ciò mi riempie di speranza e fa sì che questa mia vita (limitata e umana ) ne sfiori altre mille, che attingano una piccola scintilla da me… ed io da loro.
Regaliamo al mondo la nostra spontaneità, la sensibilità che è propria del nostro essere Donna, continuiamo a partorire, dopo i nostri figli, benefici che siano per tutti.
Ancora fra mille anni, in chi verrà dopo di noi, esisterà una fiaccola vitale che ci appartiene e ci renderà eterne.
Nadia Angelini
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