Invisibili e discriminate

da 7Magazine.it

Meta’ dell’immigrazione del mondo e’ invisibile. Sono i 95 milioni di donne migranti che si allontanano dal loro paese, dove subiscono abusi e discriminazioni di genere, per raggiungere un destino che le vedra’ per lo piu’ badanti e domestiche in case straniere.

I governi le ignorano nelle loro politiche, eppure le migranti sono piu’ numerose degli uomini in gran parte delle regioni del mondo, comprese alcune destinazioni importantissime come l’Europa, l’America del Nord, l’Oceania. Complessivamente i migranti sono quasi 200 milioni. A puntare l’attenzione su un fenomeno dalla duplice discriminazione (quella di genere e quella di migrante) e’ il rapporto 2006 dell’Unfpa (Fondo dell’Onu per la popolazione), presentato oggi a Roma a cura dell’Aidos (Associazione italiana donne per lo sviluppo), dedicato appunto a questo tema. Il rapporto precede l’assemblea dell’ Onu sulla migrazione internazionale che si terrà a New York i prossimi 14 e 15 settembre. Dimenticate dai governanti, le migranti sanno però far fruttare meglio degli uomini il lavoro svolto all’estero a vantaggio delle famiglie di origine. Queste lavoratrici portano un contributo fondamentale alla formazione degli oltre 230 miliardi di dollari Usa di rimesse in tutto il mondo (2005), ossia i fondi che vengono spediti nei paesi di origine dai migranti. Spesso sono l’unica o la principale fonte di reddito per le famiglie rimaste in patria. Ma non solo. Uomini e donne spendono in modo diverso le loro risorse: le seconde le spendono per i figli, poi pensano a se stesse; inviano a casa una quota più elevata dei loro guadagni rispetto alle loro controparti maschili, ma si trovano ad affrontare discriminazioni quando si tratta di prendere decisioni economiche, di accedere al credito ed ai servizi bancari, come anche possedere proprietà immobiliari.
La storia delle migranti e’ fatta di abusi, discriminazioni e violenze; tutte esperienze vissute nel loro paese (ma non solo), come la disparità di accesso all’istruzione, al lavoro, alla salute, ai diritti umani. ‘Non esiste momento del processo migratorio in cui le donne afferma l’Unfpa non subiscono una qualche forma di discriminazione: spesso sono proprio le discriminazioni a spingerle a partire, e sono anche all’origine delle principali difficoltà durante il viaggio. Centinaia di migliaia di donne migranti perdono la propria libertà e subiscono violazioni dei diritti umani tali da costituire una forma moderna di schiavitù. L’80% delle 800 mila persone stimate vittime della tratta sono donne e ragazze; la maggioranza di loro resta presa nelle reti delle varie forme di sfruttamento sessuale.
Il rapporto segnala che molte migranti non sono consapevoli dei propri diritti. Tant’e’ vero che non ricorrono ai servizi sanitari ne’ riferiscono abusi subiti; continuano a sottostare a mariti violenti, rinunciando a denunciarli perché costrette a scegliere fra la propria sicurezza e il rischio di rimpatrio e della perdita dei figli. Nel 2005, fra l’altro, le donne rappresentavano la metà dei 12,7 milioni di rifugiati nel mondo.
L’Unfpa, sottolineando che la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti in vigore dal 2003 non e’ stata ratificata da un solo paese industrializzato, afferma con fermezza la grande risorsa delle migranti per le economie sia dei paesi sviluppati sia in via di sviluppo. Sollecita, fra l’altro, politiche migratorie nel rispetto delle differenze di genere; chiede che i paesi adottino politiche per le vittime della violenza domestica; invita a facilitare l’accesso ai servizi socio-sanitari e di pianificazione familiare. Sono, inoltre, considerate necessarie misure per la tutela dei diritti delle lavoratrici. Da tutto il mondo, infatti, arrivano denunce di abusi e sfruttamento: le lavoratrici domestiche sono state aggredite, stuprate, costrette a lavorare per orari lunghissimi, si sono viste negare il salario e i giorni di riposo. Il rapporto dell’Unfpa dedica per la prima volta un supplemento ai giovani migranti, un ‘bene preziosissimo per le economie. I giovani si spostano sempre di più; circa 1/3 del flusso migratorio e circa 1/4 del numero totale dei migranti sono giovani fra i 15 e 24 anni. Sono spinti a muoversi per motivi di lavoro, di studio, per matrimonio. Spesso la migrazione può rappresentare per le giovani donne l’unica via di liberazione, di fuga dall’oppressione. Purtroppo però per molte di loro l’esperienza della migrazione e’ densa di rischi di abusi e violenze, per lo più sessuali.

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