(ANSA) – ROMA, 25 FEB – La condizione femminile in Italia e’ migliorata fra il 1995 e il 2001, cioe’ tra la prima e la seconda conferenza di Pechino. Negli ultimi cinque anni, invece, ”il nostro paese ha cambiato rotta, cominciando a regredire”. Questo il contenuto dello ‘shadow report’ che le ong italiane presenteranno alla Quinta conferenza mondiale dell’Onu sulle donne in programma a New York dal 28 febbraio. Le organizzazioni italiane, che si occupano della condizione femminile, si sono riunite oggi alla Casa internazionale delle donne. Le ong presenteranno un documento che ”esprime un’altra voce sulla reale condizione delle donne italiane” affianco di quella che presentera’ la delegazione governativa italiana, presieduta dal ministro per le Pari opportunita’ Stefania Prestigiacomo. ”Diversamente da quanto affermato nel rapporto ufficiale -afferma Arcidonna che si e’ occupata dal “rapporto-ombra”- le organizzazioni non governative sostengono che negli ultimi anni, per le donne, non sono stati fatti interventi davvero incisivi. Anzi, in alcuni casi, come con la legge sulla procreazione assistita, la cui modifica sara’ oggetto dei referendum, ha introdotto in Italia nuovi elementi di oscurantismo. Sul fronte del lavoro, poi, l’Italia e’ drammaticamente indietro rispetto agli obiettivi stabiliti dall’Ue per il 2010. Soprattutto per le donne, i posti di lavoro consistono in occupazioni precarie, a contratto, che non garantiscono nessuna stabilita’ e obbligano le persone a vivere giorno per giorno, senza certezze ne’ speranze per il domani. Ma l’aspetto piu’ negativo evidenziato nello shadow report riguarda l’effettiva presenza delle donne nelle stanze del potere e nei palazzi della politica, dove si compiono le scelte che incidono sulla vita quotidiana di tutti noi. Sul tema della democrazia paritaria, l’Italia resta tra le ultime in Europa”. ”Durante i lavori della Conferenza preparatoria di Ginevra -ha affermato Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonna- l’Unece (Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite) ha criticato il rapporto del Governo italiano soprattutto in relazione alle politiche e agli interventi messi in atto per riequilibrare la rappresentanza ai vertici delle istituzione, un ambito in cui l’Italia e’ maglia nera in Europa per presenza femminile (11%). Oggi piu’ che mai dobbiamo dare voce alle donne sulle questioni piu’ importanti, per i diritti umani, per la pace e la giustizia sociale: al primo posto l’impegno per la liberazione di Giuliana Sgrena e deglialtri ostaggi”.
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