di Annamaria Riviello
Non ho dubbi che i due padri saranno genitori amorevoli ma c’è una scomparsa, una donna in carne ed ossa, la madre. Ora la cosa più stupefacente è che la stampa che si richiama a valori progressisti o di sinistra parla di questa sentenza come di un atto di “avanguardia”.
L’ordinanza della Corte d’appello di Trento che riconosce uguale paternità a due uomini grazie ad una semplice trascrizione di un atto di nascita canadese, ci parla di molte cose. In primo luogo della crisi degli istituti della democrazia nel nostro Paese. I magistrati hanno agito ignorando che i due padri hanno “avuto” i due bambini tramite la maternità surrogata vietata in Italia? Non si è trattato di agire qui semplicemente nell’interesse del minore, ma di consentire che il genitore non biologico, all’interno di una coppia gay, venga riconosciuto fin dalla nascita. Una sentenza che fa legge contro un’altra legge dello Stato.
Per la prima volta viene riconosciuta in Italia a due uomini la possibilità di essere considerati padri di due bambini nati all’estero grazie a maternità surrogata. La decisione è stata presa dalla Corte d’Appello di Trento che con un’ordinanza dispone il riconoscimento di efficacia giuridica “al provvedimento straniero che stabiliva la sussistenza di un legame genitoriale tra due minori nati grazie alla gestazione per altri e il loro padre non genetico” (Ansa 28 febbraio 2017).
Certo non è la prima volta che il Parlamento viene soppiantato da altre istituzioni. Per esempio, nel lontano 1965 fu la Corte Costituzionale a cambiare il reato di adulterio, con la piccola differenza che per mutare una legge, si ispirava alla Costituzione. Sarebbe troppo facile pensare che la magistratura in questo caso sia andata oltre le sue prerogative e abbia invaso il campo del legislatore. Il vero problema sta in una straordinaria debolezza della politica le cui classi dirigenti frastornate dal ritornello populista non sembrano in grado di reagire.
Non ho dubbi che i due padri saranno genitori amorevoli ma c’è una scomparsa, una donna in carne ed ossa: la madre. Ora la cosa più stupefacente è che la stampa che si richiama a valori progressisti o di sinistra parla di questa ordinanza come di un atto di “avanguardia”. In pochi decenni pare che i valori centrali della sinistra non siano più il riscatto dallo sfruttamento, l’importanza della socialità, ma siano stati completamente egemonizzati dal pensiero liberale. L’individuo al centro del mondo, signore assoluto del suo corpo.
Che libertà? È l’interrogativo che in questo nostro sito ci poniamo. Il rispetto delle sensibilità che spingono ad amare persone dello stesso sesso è un atto di elementare civiltà, ma all’avanguardia è una libertà che non riduce nessuna-o a mezzo per realizzare i desideri di qualcuno, veniamo al mondo da una intenzione d’amore che non disgiunge i corpi dalle volontà, nasciamo da donna. La libertà non può ignorare che la nostra fragilità è essa stessa la nostra umanità e che i corpi di nessuna-o sono cose a nostra disposizione perché i nostri corpi siamo noi. (01/03/2017)
Annamaria Riviello
http://www.cheliberta.it
No all’utero in affitto! Firma la nostra petizione – Che libertà
Comments