DEI COORDINAMRNTI FEMMINILI DEL CENTROSINISTRA

Le donne dei partiti del centrosinistra dell’Umbria hanno preso visione della proposta di Nuovo Statuto regionale elaborata dall’apposita Commissione Speciale e presentata al Consiglio Regionale dell’Umbria il 27 novembre 2003, e rilevano che nella proposta presentata l’affermazione dei principi di parità e di cittadinanza duale, caratteri essenziali e irrinunciabili delle moderne democrazie sono, nell’impianto complessivo indicati genericamente e quando presenti, delineati in maniera del tutto insufficiente, in primo luogo rispetto alla codifica Costituzionale, art. 117 comma 7, che fa carico alle “Leggi regionali di rimuovere ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica…”.
Tanto più grave oggi questa carenza alla luce del più generale attacco alle conquiste civili e di libertà delle donne concretizzato dalla recente adozione della legge del centrodestra sulla procreazione medicalmente assistita.
Particolarmente pesante risulta la mancanza, nella proposta statutaria, ad un riferimento agli strumenti da adottare per realizzare la piena parità come per altro invece riportano le normative europea e costituzionale, che obbliga i paesi membri dell’Unione ad emettere provvedimenti legislativi nel rispetto del principio di pari opportunità e nell’analisi della normativa dal punto di vista dell’impatto di genere.
Nessun passo avanti è stato conseguito riguardo alle garanzie di pari opportunità tra uomini e donne nel lavoro, nella rappresentanza, nell’accesso alle cariche elettive e di nomina, nei principi di condivisione tra uomini e donne del lavoro di cura e delle responsabilità familiari, non viene menzionata la imprenditorialità femminile tra le imprenditorialità da promuovere in Umbria.
A tale proposito ci aspettiamo che in Umbria i riferimenti alla sussidiarietà orizzontale presenti nella proposta di Statuto nei loro percorsi applicativi dovranno essere intesi in un’ottica di alleanza e di governo della cosa pubblica contro la smobilitazione della rete delle tutele sociali, non solo per le donne, ma per l’intera comunità regionale.
L’insufficienza numerica di rappresentanza femminile negli organismi elettivi congiunta agli attuali meccanismi elettorali che si vanno configurando, desta forte preoccupazione rispetto ad un’adeguata rappresentazione della presenza attiva e costruttiva delle donne nella società umbra.
Risulta infine inspiegabile ed anacronistica la scomparsa del riferimento al Centro per le Pari Opportunità quale organo regionale di parità. Questo è un passo indietro non solo sul piano istituzionale ma soprattutto sul piano politico e della vicenda storica della sinistra in Umbria. A tale proposito condividono e fanno proprio il documento votato dall’Assemblea del Centro per le Pari Opportunità del 1 dicembre 2003.
Il Centro infatti, esperienza originale e indicata ancora oggi dagli osservatori europei quale esperienza pilota, nato dalla lotta e dalla capacità autonoma di governo delle donne umbre, recepito con illuminata sensibilità politica negli anni della partecipazione diffusa della cittadinanza a processi decisionali delle istituzioni, non può essere liquidato e sostituito da una non meglio definita commissione.
Il Centro, che nella sua storia ha garantito e garantisce tutt’ora il pluralismo politico e di genere, che ha in questo modo presidiato le politiche di parità e di pari opportunità in Umbria, individuando le linee direttrici degli interventi, articolandole nei territori in accordo con le associazioni delle donne e le istituzioni, offrendo servizi qualificati quali il Telefono donna contro le violenze e il Servizio di supporto alle politiche femminili del lavoro, ha garantito un importante contributo alla democrazia sociale e politica della nostra regione.
Per tutti questi motivi le donne dei partiti del centrosinistra dell’Umbria sottolineano la necessità di un riconoscimento statutario del Centro reintegrando nell’attuale proposta di Statuto regionale la norma già presente nella bozza del 30 giugno 2003, accogliendo le proposte di emendamenti presentate unitariamente dalle donne della coalizione di governo dell’Umbria.

I coordinamenti femminili dei partiti del centrosinistra

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