ovunque si decide
per una democrazia paritaria
Roma, giovedi 22 febbraio 2007 ore 9,30-17,00
Sala Roberto Olivetti, Via Giuseppe Zanardelli 34
introduzione
Pina Nuzzo
relazione
Milena Carone Stefania Guglielmi
interventi
Valeria Ajovalasit, Tiziana Bartolini, Lidia Campagnano,
Rosalba Cesini, Giancarla Codrignani, Irene Giacobbe,
Francesca Koch, Adriana Nannicini, Marina Pivetta,
Lidia Ravera, Cristina Rizzo,Angela Ronga,
Patrizia Schifano, Marinella Topi
Conclusione
Annalisa Marino
Ore 13,30 è previsto un buffet
UDI Unione Donne in Italia
Sede nazionale, via dell’Arco di Parma, 15, 00186 Roma tel 06 6865884
www.udinazionale.org – udinazionale@tin.it
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Con l’iniziativa politica 50E50 vogliamo scrivere nuove relazioni politiche che sappiano intercettare desideri e saperi di un numero ampio di donne, oltre gli schieramenti partitici e le diverse appartenenze.
E sfidare gli uomini a confrontarsi con noi perché, in un futuro non più lontano, i tempi e l’agenda della politica siano definiti insieme. Fino a quando sarà un solo genere a decidere cosa viene prima, la materialità della vita rimarrà fuori dalla politica.
Intanto assistiamo alla quotidiana voglia di rivincita dei maschi di fronte all’affermarzione della libertà femminile. Assistiamo al ritorno di un fondamentalismo patriarcale violento, sessuofobico, incentrato sulla ricerca di una nuova virilità politica che rafforza le sue protesi artificiali come la guerra e il mercato della prostituzione che, in tempi di globalizzazione, è stato promosso direttamente a schiavitù di donne e bambini.
50E50 assume la radicalità del conflitto tra i sessi, detto , non taciuto, non rimosso per realizzare una nuova responsabilità dei generi verso se stessi, verso l’altro e verso gli altri. Una responsabilità su cui rifondare insieme il sistema democratico a partire da autentiche relazioni umane e politiche.
Rimettere al centro della riflessione la presenza delle donne è dare corpo e voce alla pluralità e, forse, risanare una relazione violata.
Se le donne non ci sono il rischio è che un unico soggetto, un unico genere incarni il bisogno di tutti e di tutte, il rischio è che si senta legittimato a una rappresentazione del femminile che confina le donne, quelle vere, nell’insignificanza.
Il sistema politico ha elaborato strategie di esclusione che hanno mandato in soffitta la questione femminile di vecchia memoria!,
La prima e la più efficace tra tutte è stata quella di attribuirsi la funzione di rappresentare le necessità e le aspettative delle donne. E’ cresciuto uno stile che ha contaminato anche il linguaggio e la prassi di altri ambiti, quello comunicativo come quello legislativo, dove al riferimento ai generi e alla conflittualità di interessi, si è sostituito un nuovo “neutro” che, solo apparentemente, salvaguarda la persona, oltre le differenze.
L’abitudine ormai consolidata nel sistema politico, nel centro destra come nel centro sinistra, di rimandare, di spostare le questioni che costringono a una frontalità esplicita e trasparente del confronto è un atteggiamento che induce più agli accomodamenti possibili che alle soluzioni praticabili.
La presenza delle donne, paritaria, è la prima barriera vera alla continuità di questo progressivo svuotamento di senso, perciò è necessario che 50E50 mantenga il carattere complesso del progetto politico e non sia ridotto a una “contrattazione”.
La nostra è una proposta che, non volendo mascherare il conflitto tra i generi, ma volendolo riportare ad un confronto e alla condivisione, parla anche agli uomini.
Ascoltare e sostenere un nuovo desiderio delle donne di esserci e di contare in luoghi quasi esclusivamente maschili come le istituzioni politiche e economiche è una sfida anche per noi, è un modo non ancora praticato di darci credito.
Cominciamo raccogliendo 50.000 firme per un nuovo articolato della legge elettorale che imponga meccanismi paritari alla indicazione delle candidature.
Cominciamo trovando in ognuna di noi entusiasmo e coraggio, ben sapendo che potremo incontrare diffidenza e magari derisione e accuse di poco realismo. Starà a noi dimostrare che fuori dalla realtà, nella situazione attuale, è un sistema politico sempre più autoreferenziale e sempre più autorappresentativo.
Passione e responsabilità sono risorse che possediamo, e che sono comuni a tante donne. Ci auguriamo di avere il loro sostegno.
Roma, febbraio 2007
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