LA CITTA’ DI PINKROMA. Dopo la vicenda di Balotelli che ha richiesto il test di paternità alla sua ex-compagna incinta Raffaella Fico, anche nella Capitale è boom dei test del Dna Ecco chi sono i romani che lo acquistano. Molte sono le donne ma è nella mente degli uomini che alberga il dubbio. E il kit va a ruba.
La fedeltà si misura in… farmacia. Vanno a ruba nelle farmacie romane i kit “fai da te” per fare il test del Dna, in pratica per sapere la paternità biologica del proprio bambino. La vicenda di Balotelli, calciatore della Nazionale, che ha richiesto il test di paternità alla sua ex-compagna incinta Raffaella Fico ha scatenato i dubbi di paternità dei romani.
“Molti arrivano, chiedono informazioni ma poi si vergognano ad acquistarlo qui perché sono clienti conosciuti così vanno a comprarlo altrove soprattutto in centro” A parlare con i redattori del portale dedicato alle donne Pinkroma.it è la farmacista di Piazza Crati a Roma che espone in vetrina il kit di paternità a 40 euro. Balotelli rappresenta quindi solo uno dei numerosi casi in cui ci si avvale di un test del DNA per stabilire la paternità di un figlio. Stando alle statistiche, infatti, in Italia almeno 1 bambino su 10 è figlio illegittimo. La percentuale sul fenomeno dei bimbi, figli di un uomo diverso dal presunto padre è stata rilevata da Alvaro Mesoraca, genetista e biologo molecolare del Gruppo Artemisia di Roma, uno dei maggiori centri italiani che effettuano questo tipo di test genetici.
Ma qual è l’identikit di chi approda nelle farmacie alla ricerca di verità sul dna? E soprattutto quanti, avendo a disposizione questa possibilità rapida, poco invasiva, veloce e discreta per avere conferme a dubbi che erodono l’anima decidono di farne uso? E quali le conseguenze di una verità sconvolgente? Molto frequenti sono i casi di donne che nutrono dubbi su chi sia il vero padre. Spesso, invece, sono gli stessi padri a richiederlo a causa dei sospetti circa la fedeltà della propria compagna o a seguito della scoperta di un tradimento passato.
Chiaramente decidere di effettuare un test di paternità rappresenta un’azione forte che crea uno scossone all’interno della coppia. La fiducia, infatti, lascia il posto alla diffidenza che va ad intaccare l’intero equilibrio familiare. Ancora peggio è scoprire, alle volte dopo anni, di non essere il vero padre di quel figlio. La reazione è così scioccante che molti uomini accusano dei malori al momento della notizia. Una simile scoperta, infatti, sconvolge profondamente una persona creandole una ferita alle volte inguaribile. Sarà forse per questo che chi oscilla tra la voglia di sapere e la paura di scoprire una verità troppo scomoda, alla fine preferisce lasciare andare sospetti che rischiano di diventare troppo dolorosi?
Ma in che consiste il test della paternità? Si tratta di un kit. In esso vi sono dei piccoli spazzolini che, se sfregati all’interno della guancia, entrano in contatto con la mucosa della bocca. In pochi istanti, quindi, viene prelevato un campione di cellule epiteliali della mucosa buccale in grado di stabilire con esattezza se la persona in questione è il vero genitore oppure no. Con pochi giorni di attesa (dai 5 ai 10gg) e con una cifra molto più accessibile che in, si può stabilire la paternità di un bambino. Chiaramente il test, per essere legalmente valido, deve essere richiesto dalle autorità competenti ed effettuato direttamente da personale autorizzato. Il kit a domicilio, o quello acquistato in farmacia, invece, ha un valore esclusivamente informativo, anche se l’esito risulta affidabile. (20 luglio 2012)
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