Per i restauri stanziati 38 milioni. Ma non possono essere utilizzati per comprare un rudere o rimuovere la strada che nell’Ottocento divise in due il sito archeologico
La comprereste per mezzo milione di euro una casa diroccata impossibile da restaurare perché costruita sopra l’anfiteatro di un celeberrimo sito archeologico e quindi stracarica di vincoli? Eppure così c’è scritto, sul cartello: «Vendesi». A chi, se potrebbe comprarla solo lo Stato? «Compriamola!», direte voi. No: anche se a Paestum stanno arrivando (era ora!) 38 milioni di euro, per quella casa non si può spendere un solo cent. Non è previsto dai «capitoli di spesa» burocratici.
La strada in mezzo al monumento
La casa costruita sopra l’anfiteatro di Paestum
Per capire cosa faccia quella catapecchia proprio là, sopra l’antico anfiteatro, occorre tornare al 1829 quando l’ingegnere Raffaele Petrilli, sciaguratamente incaricato di costruire la «Tirrena inferiore» da Salerno verso le Calabrie, pensò bene di tagliare in due le rovine di Paestum, demolire la Porta Aurea, segare a metà l’anfiteatro e il Foro per non disturbare con la nuova arteria, si disse, un signorotto della zona che aveva la tenuta lì.
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