Le lodi della vicepresidente CE Viviane Reding alla legge Golfo
Il testo della parlamentare PDL per aumentare la partecipazione nei CDA aziendali pronto all’esportazione in Europa
Bruxelles, 7 maggio 2012, “ l’Italia è un esempio da seguire”. Si ha quasi difficoltà a credere che – in un momento storico, come quello attuale, in cui il nostro paese è oggetto di critiche su molteplici fronti – una della figure più potenti del panorama politico europeo, la Vice Presidente della Commissione europea, Viviane Reding abbia pronunciato queste parole. E’ invece è andata proprio così.
Il commissario Reding ha, infatti, evidenziato marcatamente il ruolo di avanguardia del nostro Paese nell’incoraggiare la presenza delle donne nei gangli del potere e lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa congiunta con l’Onorevole Lella Golfo, parlamentare delPdl e presidente della Fondazione Bellisario, ideatrice e prima firmataria della legge sulle quote rosa nei CdA delle Società quotate e partecipate: la legge Golfo, che entrerà in vigore il 12 agosto prossimo, prevede, infatti, la presenza obbligatoria nei Consigli di Amministrazione del 20% di donne nel primo mandato e del 30% nel secondo e terzo mandato.
La legge un prodotto da esportare, dunque? Parrebbe proprio di sì, a sentire il CommissarioReding, Responsabile della Giustizia europea, che ha voluto esprimere il suo giudizio su un tema così importante e che per una volta pone l’Italia tra i primi della classe. “Aver portato a termine un provvedimento di iniziativa parlamentare, con un iter legislativo del genere, ha rappresentato una grande conquista di civiltà sociale e giuridica per le donne. I risultati si intravedono ancor prima della sua entrata in vigore: le grandi aziende impegnate nel rinnovo dei CdA, infatti, hanno iniziato a designare le donne, che ammontano già a 46 in appena quattro mesi. E più donne ai vertici delle società costituiscono un guadagno economico innegabile”. Ha sottolineato la vice presidente dell’Esecutivo europeo.
E proprio del ruolo guida svolto dall’Italia si è dibattuto all’incontro intitolato ’Women onBoards: le presenze femminili nei consigli di amministrazione: un contributo italianoall’European Open Consultation’, organizzato dall’Istituto italiano di cultura di Bruxelles, cui hanno partecipato molte rappresentanti di associazioni femminili italiane, le parlamentari europee Lia Sartori e Silvia Costa, il Commissario europeo all’Industria,Antonio Tajani, e la stessa Onorevole Lella Golfo, madre della Legge in questione.
Secondo dati statistici, in italia in pochi mesi si è già verificata un aumento di presenza femminile nella governance delle società quotate e partecipate, maggiore di circa 4-5 punti percentuali rispetto alla situazione preesistente. I dati definitivi si avranno solo a fine maggio, ma, a parere di tutti gli analisti, ci sarà un aumento di oltre 10 punti percentuali: una svolta epocale se si guardano le rilevazioni delle stagioni precedenti, quando l’incremento annuo era di mezzo punto percentuale. E quindi, anche sulla base dell’ esperienza italiana, il 5 marzo scorso la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica concernente i possibili interventi da parte dell’Unione, finalizzati a riequilibrare la rappresentanza tra uomini e donne nei CdA. Proprio su questo aspetto la CommissariaReding, da noi interpellata, pone l’accento: “Ho fortemente caldeggiato l’avvio di una consultazione per scoprire quale sia posizione dei cittadini europei in ordine ad un maggiore ruolo delle donne nella vita politica ed economica della Ue, perche’ ritengo sia fondamentale andare in questa direzione. Se focalizziamo l’attenzione sulla situazione odierna, non possiamo che restare molto delusi: In media, in Europa solo il 14% dei membri dei CdA di aziende quotate sono donne e nei CdA italiani, prima del varo della Legge Golfo, questa percentuale era del 6%”.
L’onorevole Golfo, a margine di questo importante evento a Bruxelles, non ci nasconde le difficoltà incontrate per portare a termine un iter legislativo davvero molto sofferto: “Sono entrata in Parlamento con questo obiettivo e non mi sono mai lasciata scoraggiare nemmeno quando gli ostacoli sembravano davvero insormontabili. Una legge ‘epocale’, cosi’ l’ho definita fin dal primo momento, che costituisce anche il coronamento del lavoro che porto avanti con granitica determinazione da anni. Fra non molto avremo 638 donne nei CdA, mentre ora ne abbiamo solo 187″.
“Sono molto felice per l’Italia – ha commentato ancora la fondatrice e Presidente della Fondazione Bellisario – perche’, noi che siamo spesso fanalino di coda su temi di rilevanza sociale e giuridica, ora ci troviamo, invece, nella condizione di poter costituire per gli altri paesi europei un esempio cui uniformarsi”.
Come selezionare donne valide e competenti? L’Onorevole non ha dubbi: “le italiane hanno competenze e professionalità di altissimo profilo: con la mia Fondazione abbiamo iniziato immediatamente un’operazione certosina di selezione di curricula eccellenti: il 92% ha una o più lauree, il 33% ha conseguito uno o più master. E sono già oltre 2000 quelli selezionatidi donne titolate ed idonee ad accedere brillantemente nei CdA, da me personalmente consegnati al Presidente del Consiglio Mario Monti lo scorso 7 marzo”.
“La stima della Vice Presidente della Commissione europea Viviane Reding – conclude la Golfo – è per me motivo di grande orgoglio perché è l’emblema di quanto importante sia il percorso che caparbiamente ho intrapreso da tempo. Ho ricevuto dalla signora Reding una lettera accorata che mi ha commosso e che mi ripaga dei sacrifici fatti in questi anni sempre a fianco delle donne, senza mai arrendermi. Non posso che essere molto fiera di tale traguardo che appariva, solo un anno fa, assolutamente utopico”.
L’auspicio è che l’Italia possa più spesso porsi quale esempio per l’Europa tutta e che la Legge Golfo rappresenti solo l’incipit di un riscatto per il nostro paese nel campo dell’equità.
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