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(ANSA) – ROMA, 28 GEN – ”Daremo vita a lotte drastiche se, entro la prossima settimana, non verra’ approvato in Commissione Affari Costituzionali del Senato un testo – unificato o non, ma comunque condiviso da portare in aula prima possibile per l’attuazione del principio di parita’ nelle leggi elettorali”: lo ha annunciato il Comitato di pressione e vigilanza per l’approvazione di leggi elettorali paritarie, presentato oggi al Senato.
Atto primo del Comitato, ha reso noto la coordinatrice Rita Capponi, sara’ un incontro con il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Andrea Pastore, e del relatore della stessa commissione, Lucio Malan, per velocizzare l’ esame dei tre ddl per l’ inserimento del principio di parita’ nelle leggi elettorali, presentati dalle senatrici Alberta Casellati, Cinzia Dato e Ida Dentamaro, e arrivare al piu’ presto all’ approvazione dell’ aula e al passaggio alla Camera.
Come secondo atto, il Comitato intende ”decentrarsi mettendosi cosi’ al servizio delle donne impegnate nelle istituzioni regionali, per supportarle nel lavoro di pressione per l’ inserimento dei principi paritari negli Statuti e nelle nuove leggi elettorali. (ANSA).28-GEN-04 21:32 NNNN
PARI OPPORTUNITA’: COMITATO (2)
(ANSA) – ROMA, 28 GEN – ”C’e’ un’oggettiva difficolta’ a far passare leggi che riguardano il mondo femminile – ha sottolineato la coordinatrice del comitato, Rita Capponi – e i diritti che conquistiamo a fatica, spesso risultano scritti sull’acqua”. Ora, pero’, secondo le promotrici i tempi sono maturi per ”tradurre in realta’ i principi” e, primo tra tutti, quello della parita’ nella rappresentanza. Dopo la riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione sull’assetto federale dello Stato, e dopo la modifica dell’art.51 della legge fondamentale, sono in campo numerose ipotesi di riforma delle leggi elettorali, sia al Senato – dove pero’ sono ferme in commissione affari costituzionali – che alla Camera. Inoltre, le Regioni sono impegnate nella riscrittura degli Statuti e delle leggi elettorali, in vista del rinnovo dei Consigli regionali prevista per il 2005. Il comitato fara’ quindi pressione, sia a livello nazionale che locale, affinche’ le leggi garantiscano i diritti di rappresentanza delle donne. Le tre proposte di legge illustrate oggi sono tutte finalizzate a garantire una maggiore rappresentanza femminile nelle liste elettorali. Le differenze vertono sulle percentuali e sulle sanzioni. Il ddl che vede come prima firmataria Dentamaro prevede nelle liste, pena l’inammissibilita’, una presenza paritaria di candidati uomini e donne. Il ddl della senatrice Dato fa invece distinzione: alla Camera, per le liste proporzionali prevede una presenza alternata di uomini e donne mentre per i collegi uninominali, nelle liste con lo stesso contrassegno, ogni sesso non puo’ essere rappresentato in misura superiore ai due terzi; stessa disposizione per Senato, Parlamento europeo ed elezioni amministrative. La sanzione prevista, per le liste che contravvengono a queste disposizioni, e’ il mancato rimborso elettorale.La proposta della senatrice Alberti Casellati, infine, prevede che, nelle liste maggioritarie, la differenza tra il numero dei candidati di ciascun sesso non possa essere superiore a uno; le liste proporzionali, invece, devono alternare presenza maschile e femminile. Sui manifesti elettorali deve essere indicata la percentuale dei candidati di ciascun sesso. Nelle giunte locali, inoltre, si richiede che il numero degli assessori di ciascun sesso non possa essere inferiore al 30%. Questo ddl non prevede sanzioni ma incentivi: al partito o coalizione che abbia una quota di donne elette superiore al 30% viene assegnata una maggiorazione del 10% del contributo spettante come rimborso elettorale. Le tre proposte sono diverse ma accomunate dallo stesso spirito, e un’ipotesi ventilata – per accelerare i tempi – e’ che la proposta Casellati sugli incentivi si trasformi in emendamento a uno degli altri ddl. L’approvazione di una legge che aiuti le donne a veder riconosciuta la loro rappresentanza, comunque – hanno avvertito – non puo’ essere considerata un punto finale, una vittoria, ma solo l’inizio di una battaglia, che e’ soprattutto culturale.
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