(AGI) – Roma, 24 feb. – Il requisito minimo d’eta’ anagrafica, per l’accesso alla pensione d’anzianita’, fissato dalla riforma delle pensioni in 60 anni dal 2008, non si innalzera’ per le donne. Di questo hanno parlato gli esponenti della maggioranza in Commissione Lavoro del Senato, in una riunione tenutasi questo pomeriggio, secondo quanto riferito anche dal Sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli. La riforma verra’ ufficialmente presentata giovedi’ dal Ministro Maroni in Commissione Lavoro. Al momento, e’ stato confermato che non verranno introdotte modifiche al provvedimento: “La riforma – ha detto Viespoli – e’ questa, e prevede che le donne vadano in pensione d’anzianita’ a 60 anni. Resta per il 2008 il problema di questa coincidenza tra pensione di vecchiaia e anzianita’”. In pratica, dal 2008 – secondo quanto prevede la riforma del Governo – i requisiti per l’accesso alla pensione d’anzianita’ saranno fissati in 40 anni di contributi, oppure in 60 anni di eta’ e 35 di contributi per tutti, e quindi sia per uomini sia per donne. Ma i 60 anni diventeranno, a partire dal 2010, 61 per gli uomini mentre tale innalzamento non interessera’ le donne. Dal 2008, infatti, le donne potranno andare in pensione di vecchiaia a 60 anni di eta’ (65 gli uomini), e in questo modo si crea una “coincidenza” tra requisiti per la pensione di vecchiaia e quella d’anzianita’. Ma dal 2010, per il ‘pianeta’ femminile il limite minimo di eta’ anagrafica restera’ fissato a 60, e si innalzera’ soltanto per gli uomini. Nel corso della riunione, inoltre, e’ stato inoltre concordato che la Camera, che esaminera’ il provvedimento in seconda lettura, non modifichera’ il testo licenziato dal Senato.

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