Dove si parla della pagina Facebook di Gianni Morandi, della presenza ingombrante di Shakespeare su Google e delle storie della buonanotte del pinguino IUIU’
Viviamo in tempi strani, un po’ caotici, molto disordinati, ma anche credo molto divertenti. La sfera culturale è ormai ufficialmente dominata da internet, e la cultura di internet conquista, passo dopo passo, anche il mondo del libro: cambiano il concetto di “accesso”, quello di “selezione” e naturalmente il rapporto tra scrittore e lettore. Il self-publishing è un avamposto, un po’ estremo e un po’ caotico, di queste tendenze che nascono su internet e cambiano l’industria del libro.
Signore e signori, ecco a voi il pinguino Iuiù. Se ne parlerà
Prima di tutto il self-publishing, come tanti fenomeni legati a internet, si basa sull’idea di creare un contatto diretto tra creativi e pubblico, tema chiave nel cambiamento del mondo editoriale perché naturalmente mette in discussione il tema della mediazione culturale, o il modo in cui essa viene fatta attualmente.
L’altro giorno un amico mi raccontava di aver scritto un commento ad un post di Gianni Morandi su Facebook, in cui Morandi ci rendeva partecipi di quanto fosse bello andare a correre al tramonto al Circo Massimo o qualcosa del genere, e di aver ricevuto una risposta gentile, esaustiva e tempestiva. Per chi non lo sapesse, Gianni Morandi ha una popolarità mostruosa sui social network.
Nel raccontarmi questa cosa il suo tono m-quello del mio amico- era ironico e divertito, ma c’era una malcelata ammirazione verso la capacità di Gianni e del suo staff di gestire Facebook, rispondere a tutti con il tono giusto, e con i tempi giusti. E, anche se lui decisamente non è un fan di Morandi, percepivo che era proprio contento di poter entrare in contatto diretto con lui.
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