Pensate a cose straordinarie, saranno loro a portarvi in alto

peterpan - PETER PAN GUARDA IL MARE
di Adriana Centi

Per chi visita i giardini di Kensington a Londra, due delle caratteristiche più amate sono il laghetto artificiale Round Pond e la statua in bronzo di Peter Pan che è eretta su un piedistallo ricoperto da scoiattoli, conigli e topolini: Peter suona il flauto per i bambini che si raccolgono nell’area giochi sottostante.
E non potrebbe esser altrimenti: Peter Pan rappresenta l’infanzia come autenticità e ritorno all’innocenza, come luogo dove poter tornare in segreto negli anni della fatica e della delusione.
Meditando dinanzi all’ultimo dipinto di Adriana Centi, sento il richiamo di Peter Pan che, sdraiato in basso a sinistra, ha il volto rivolto al mare e il ciuffo di capelli al vento: a ben osservare si vede la linea del profilo, la fronte, il naso ed il mento. Ma avvicinatevi, guardate meglio, girate la foto del quadro: il suo ciuffo ribelle è verde, ha il colore dei prati, dei giochi, della natura: è verde.
Sembra che Peter non possa volare e, come dice il suo autore, nel momento in cui si dubita di poter volare, si cessa anche di essere in grado di farlo. Ma non può essere così per l’artista, l’artista deve volare. E allora Peter sogna, si strugge per il mare, agogna alla vela per partire. Partire per dove? La barca è quella dei sogni e della fantasia ma anche quella (ferma, in attesa) di Caronte che, concluso il ciclo della vita, aspetta Peter per portarlo via con sé… In ogni modo l’imbarcazione è una coraggiosa macchia bianca nella tela quasi monocolore e il bianco rappresenta il momento della morte, un momento transitorio (passaggio della barca), tra il visibile e l’invisibile.
In alcune tele, ad esempio “Fabbrica”, ritroviamo gli stessi moduli espressivi.
Infatti, in entrambe le tele, i colori non sono colori spenti, sbiaditi, ma pacati: domina il blu del mare con la sfumatura del celeste del cielo. Il blu, il più profondo ed il più puro dei colori, è la metafora del sogno e della verità.
Inoltre, nelle due tele c’è la stessa ripetizione di un grumo scuro in basso a destra, incombente e pauroso. In “Fabbrica” questo grumo rappresenta il materialismo che sempre più uccide creatività e gioco e in Peter Pan indica la maturità, la figura antica della vecchiaia e della saggezza, della consapevolezza che, fronteggiano Peter e aspettano che cresca. Ma ora è tempo di volare, di creare, di scrivere. Se osservate meglio quella sagoma scura sembra il profilo di un animale antico, di un dinosauro, per esempio, con tanto di occhi fiammeggianti… S’intravedono degli occhi e una barba bianca… Quante interpretazioni quando l’opera d’arte è valida! E’ un’opera aperta, come dice Umberto Eco.
Dunque Peter non è altri che l’artista che sfugge alla condizione di essere umano, e, creatura ormai divina, fugge volando dalla finestra e torna ai giardini di Kensington, alla Natura, alla sua vera essenza, quella di artefice di bellezza. L’artista, come l’eterno bambino, sente il richiamo della sua creazione alla quale non può resistere, che siano i giardini, che sia il mare, e vola libero per realizzare il suo ideale. Nessuna finestra chiusa può trattenerlo, nessuna sbarra…

Fausta Genziana Le Piane
http://www.faustartepoesia.org

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