“i contadini sono i più grandi intellettuali della terra”
venerdì 22 ottobre 2010
E’ in corso in queste ore al PalaOlimpico di Torino la quarta edizione di Terra Madre, salone del gusto organizzato da Slow Food che quest’anno insieme al suo storico fondatore Carlo Petrini, una celebrità mondiale in fatto di cultura della buona tavola e del consumo consapevole, rilancia il tema della cultura contadina.
La missione di tutti, ha ricordato Petrini, è quella di difendere i saperi tradizionali non solo di casa nostra ma di tutto il mondo. I veri depositari di questa enorme mole di conoscenza sono “gli indigeni, le donne, gli anziani, i contadini. Stiamo andando verso la deriva sociale ed ambientale ma gli ultimi ci insegnano la via giusta” ha detto Petrini.
Per il rilancio dell’agricoltura e dell’intera economia insomma occorre ridare valore al cibo a partire da chi lo produce che molto spesso è costretto entro prezzi insostenibili dovuti all’egemonia del mercato della grande distribuzione e della produzione massiva. “Nel momento in cui da consumatori chiediamo il prezzo più basso possibile – ha ricordato – ci rendiamo complici di un sistema che svilisce la produzione di qualità”.
Per il patron di Slow Food bisogna rieducare i giovani alla conoscenza del cibo e della fatica che costa coltivare la terra o pescare nei mari, puntare sulla storia, sulle tradizioni, sull’informazione del consumatore, sulla qualità. “Dobbiamo distruggere questa logica che fare il contadino sia svilente. I contadini sono i più grandi intellettuali della terra”.
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Info: Bighunter.it
SALONE GUSTO: PETRINI, SERVE UN’AGRICOLTURA 2.0
(ASCA) – Torino, 21 ott – ”Occorre un grande sforzo per ridare valore al cibo”. E’ il messaggio centrale dell’intervento del fondatore di Slow Food Carlin Petrini che oggi assieme al ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan, al commissario Europeo Dacian Ciolos, al governatore del Piemonte Roberto Cota e al sindaco di Torino Sergio Chiamparino, e al presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese, ha inaugurato l’ottava edizione del Salone del Gusto, a cui questo pomeriggio e’ seguita l’inaugurazione di Terra Madre con la partecipazione di oltre 4000 persone provenienti da tutto il mondo. Per raggiungere l’obiettivo, ha detto Petrini, serve ”una agricoltura 2.0” ha detto mutuando la definizione della nuova generazione di Internet.
Un rinnovamento culturale, dove il cibo non sia piu’ semplice merce ha spiegato Petrini: ”Il cibo non e’ una commodity”, ha detto e quindi ”puntare tutto sul prezzo non e’ segno di civilta’ ma di degrado”. Soprattutto ha sottolineato se si considera che si sprecano 4mila tonnellate al giorno di cibo commestibile. Secondo Petrini occorre intervenire sulla filiera per ”evitare che la torta piu’ grande finisca al distributore”. Tra le altre proposte, meno burocrazia, piu’ facile accesso al credito, consentire che la terra sia un diritto anche per i piu’ giovani. ”Oggi – ha ricordato Petrini – il 44% degli agricoltori ha piu’ di 65 anni, mentre soltanto il 7% ha meno di 30 anni”. Il presidente della Regione Roberto Cota ha invece garantito pieno sostegno alla manifestazione sottolineando che il dubbio se si debba trasferire a Milano e’ oramai una questione superata ”e che il salone per forza si deve fare a Torino”. Prima di lui il sindaco di torino Sergio Chiamparino aveva detto con una battuta rivolgendosi proprio a Cota, che attraverso la Regione contribuisce al finanziamento della manifestazione, ”Cota digli che su Milano non ci rompano piu’ le scatole”.
”Il cibo e l’agricoltura – ha replicato pochi minuti dopo Cota – sono una parte importante dell’identita’ piemontese. E questa e’ una ragione perche’ il Salone si debba fare sempre a Torino”. Cota ha poi sottolineato l’importanza del disegno di legge sulla etichettatura che da’ garanzia di trasparenza e di tutela dei prodotti italiani. E ha dichiarato: ”La legge italiana e’ un monito all’Europa”. Anche Cota ha posto l’accento sulla necessita’ di accorciare la filiera per non far ”gravare sui consumatori speculazioni ingiuste”.
Info: www.asca.it
“Torino è un sogno realizzato”
I nuovi adepti della religione del cibo arrivano da tutto il mondo: «Terra Madre è il massimo»
SILVIA FRANCIA
Eva Muller, francese di Tours, faceva l’informatica. Ora ha un ristorante a «menù variabile e chilometri zero», nel senso che offre solo piatti preparati con quanto contadini e allevatori della zona propongono, di giorno in giorno. Non paga, la volitiva biondina gira il mondo a caccia di esperienze e idee e, subito dopo la tappa del Lingotto, muoverà verso la Turchia. «Ma qui, a Torino, ci dovevo proprio tornare», dice. E non solo per ragioni professionali, ma perché, spiega, «Terra Madre mi ha cambiato la vita». La 28enne racconta così la sua storia: «È stato proprio visitando questa manifestazione che la mia passione per la cucina ha preso il sopravvento, un paio d’anni fa, fino a farmi cambiare mestiere e vita, gettare alle ortiche il pc per indossare il tocco».
Quasi una conversione. Complice Slow Food, che sul proselitismo punta molto. Se Carlin Petrini ieri al Salone ha parlato ai giovani agricoltori della «Generazione T» (dove la T sta per Terra), all’Oval era un viavai continuo di ragazzi dello «Youth Food Movement», l’organizzazione nata nel 2007: praticamente un vivaio di cultori del «buono, pulito e giusto». Giovani cuochi, agricoltori, artigiani, ma pure studenti e studiosi che, ciascuno nel proprio ambito, si adoperano per praticare e diffondere il verbo di Slow Food. Per tutti loro, come per Eva, l’esperienza torinese di Terra Madre segna una svolta. Oppure «It’s a dream», «è un sogno essere qui a scambiare esperienze con altri che condividono le tue idee», come dice Gregor Lapanowski. Il ragazzo, polacco di Varsavia, ha cominciato a fare il cuoco per mantenersi gli studi in sociologia all’Università, monetizzando la sua passione. «Una passione che si è trasformata in folgorazione – scherza lui – quando, negli Usa, un bambino mi ha mostrato una specie di gommapiuma elastica, dicendo che per lui il pane era quello». Di lì, la vocazione del divulgatore l’ha portato a condurre uno show televisivo sul cibo.
Altro fan di Terra Madre è l’austriaco Valentin Amlinger che, per ragioni di studio, coniuga cibo e contesti socioculturali. Dalla teoria alla pratica, il ragazzo ha pure fondato una cooperativa-comune specializzata in agricoltura biologica, dove «ognuno dà il suo contributo al sostentamento comune». Tra i ragazzi di «Youth Food Movement», per cui Terra Madre è la Mecca, ci sono anche gli studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, come Claudia Garcia, 24enne dell’Ecuador, che viva a Bra da tre anni e in questi giorni lavora al Lingotto come coordinatrice delle delegazioni dell’America Latina. «L’idea è quella di tornare al mio Paese per mettere a frutto le tante cose imparate qui». Arriva da un villaggio greco di pescatori, invece, l’etnobotanico Paulos Georgiadis, che ha studiato in Germania e si muove fra Cina e Thailandia per rendere concreta quella che sembra un’utopia: «Coniugare il sapere della biologia con la pratica agricola secondo la legge dell’amore e non del profitto». «A Terra Madre, due anni fa, parlai di questo con Carlin Petrini: e diventò subito un progetto».
www.lastampa.it
ALTRE INFO:
YouTube – Salone del Gusto, Torino: Petrini su educazione…
Ermanno Olmi & Carlo Petrini presentano Terra…
Info: wikio.it
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