Alcuni mesi prima, Eluard aveva chiesto in segreto a un grafologo, Raymond Trillat, di esaminare e interpretare una lettera scritta da Picasso nel settembre del 1936, la belle époque di Mougins. Naturalmente Paul aveva taciuto l’identità dello scrivente. L’analisi del grafologo fu così pertinente che Picasso non sollevò obiezioni durante la lettura che ne fece Paul.
“Desiderio di slancio verso il prossimo. E’ una persona d’altri tempi, di un altro mondo: cavallerescamente infantile, pazzo. Nietzsche che abbraccia il muso di un cavallo. La bontà superiore di Baudelaire. Dolcissimo e spietato, non conosce le vie di mezzo e la decisione meditata”.
“La sua sensualità si accende istantaneamente alla presenza di certi soggetti, e conquista dopo aver sedotto, tortuosa. Lui vi cerca un’elevazione, ma la abbandona proprio quando potrebbe ottenerla”.
“Ama intensamente e uccide ciò che ama”.
“E’ triste. Cerca una via di uscita dalla tristezza e la trova nella creazione pura. La gioia, l’appagamento gli sono di danno. La tristezza gli è utile. CREATORE, creatore – folle per qualcuno, sublime per altri. Grande valore…”.
Sono appunti di Eluard mentre Raymond Trillat parlava. Rileggendoli oggi, ho stentato a credere che il grafologo ignorasse l’identità dell’illustre scrivente.
Nicole Avril, Io, Dora Maar – La mia passione per Picasso, Angelo Colla Editore, 2011
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