Italia al fianco di Clinton:

Alla Farnesina ‘Women in Diplomacy’. “Obiettivo strategico”

“Aumentare il numero delle donne nelle amministrazioni pubbliche e nelle carriere internazionali”: questo, nelle parole dell’organizzatrice Marta Dassù, il senso della Conferenza internazionale ‘Women in Diplomacy’ che oggi alla Farnesina ha visto la partecipazione di ministri, parlamentari e imprenditrici di tutto il mondo. Per l’Italia hanno preso parte al convegno – aperto dal ministro degli Esteri Giulio Terzi, sarà chiuso dal premier Mario Monti – la ministra del Lavoro Elsa Fornero (in video-collegamento da Pechino), quello dell’Istruzione Francesco Profumo, il segretario della Cgil Susanna Camusso e la vice presidente del Senato Emma Bonino. Presenti, fra gli altri, anche la responsabile della diplomazia croata Vesna Pusic, quella messicana Patricia Espinosa Castellano, la giovanissima ministra francese per i diritti delle donne Najat Vallaud-Belkacem e il ministro tunisino per la Famiglia Sihem Badi. Tutto è partito lo scorso dicembre, quando il segretario di Stato Usa Hillary Clinton tenne a battesimo un progetto per aumentare il numero delle donne nell’amministrazione pubblica, a cominciare dal Dipartimento di Stato: il ‘Women in Public Service Project’ di cui il sottosegretario agli Esteri Dassù ha deciso di organizzare una “gamba europea”. Con un contributo video mostrato in mattinata alle partecipanti, Clinton ha spiegato che l’accesso di un maggior numero di donne ai ruoli di responsabilità – in diplomazia come in politica – è un “obiettivo del tutto strategico”. “Il mondo si trova oggi a dover affrontare in politica estera problemi molto difficili, sfide cruciali – ha osservato la responsabile della diplomazia Usa – E mai come oggi, c’è assoluto bisogno, per risolvere questioni così complesse, di donne diplomatiche innovative e ricche di talento in posizioni chiave.
Il padrone di casa Terzi ha illustrato che, da parte italiana, “nei bandi dei concorsi diplomatici sono espressamente incoraggiate le candidature femminili e il 30% dei vincitori degli ultimi concorsi è donna”. “Nel 2011 e 2012 – ha aggiunto il ministro – la Farnesina si è imposta come obiettivo strategico quello di incrementare anno dopo anno, in termini assoluti, le donne diplomatiche in posizioni di responsabilità”. Ora si punta a un incremento “minimo” degli incarichi di responsabilità per le donne del 4-5% nell’arco di un biennio. Il quadro attuale è comunque desolante. Gli ambasciatori stranieri donne accreditati in Italia sono 20 su 139 residenti: rappresentano cioè poco più del 14%. Nella diplomazia italiana, le donne sono 168 su un totale di 909 diplomatici ossia il 18,5%. “Nella situazione in Italia il posto delle donne al potere è talmente patetico che francamente dobbiamo fare miracoli” ha commentato a margine della conferenza Emma Bonino, sottolineando che “anche se l’incontro odierno non è risolutivo, è un dato fondamentale cominciare a dire che anche in politica estera o in Difesa o in altri settori meno tradizionali il patrimonio femminile può essere un grande valore”. E se nell’ottica sindacalista di Camusso in Italia è in atto una “regressione sociale profonda” sul piano dei diritti ben dimostrata dal “livello di crescita delle violenze contro le donne nel nostro Paese”, il nuovo fronte si chiama ‘primavera araba’. “E’ successa una cosa molto importante: è caduto il muro della paura, per gli uomini ma anche per le donne” secondo Bonino, “abbiamo un dovere di aiuto e di sostegno”. Con alcuni paletti fondamentali. “Ci attendiamo – è stato il monito di Terzi – che le nuove leadership arabe rispettino i diritti delle donne nelle Costituzioni, nella vita politica e sociale”. “La stretta connessione tra diritti delle donne e stabilità, inclusione e ricostruzione è la bussola” con cui l’Italia orienterà il suo “sostegno ai processi di transizione” ha avvertito il ministro. (16 LUG-12 TMNews).

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