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 STRADE E PIAZZE TOSCANE INTITOLATE ALLE DONNE
strade e piazze dedicate alle donne, firmato protocollo tra Anci e Commissione Pari opportunità della Regione.
Il rapporto con gli uomini è 100 a 8

FIRENZE – In Italia, in media per 100 strade intitolate a uomini, ce ne sono solo otto intitolate a donne. La situazione toscana non si discosta: a Firenze mille strade sono intitolate ad uomini, contro 71 a donne (l’ultima nel 2016 con piazzale Oriana Fallaci); ad Arezzo 140 contro 8; a Grosseto 372 contro 16; a Livorno 465 contro 29; a Lucca 248 contro 25; a Carrara 152 contro 8; a Massa 150 contro 25; a Pisa 579 contro 28; a Pistoia 294 contro 28; (a breve prevista una nuova intitolazione); a Prato 645 contro 50; a Siena 272 contro 21 (di cui 4 intitolazioni nel 2017). E c’è da sottolineare che la maggior parte delle intitolazioni a donne sono riferite a Madonne, a sante o benefattrici, e che esistono anche in Toscana Comuni dove non c’è alcuna intitolazione a figure femminili.
“Mi avevano detto che nella mia città, a Prato, su 695 nomi di strade e piazze solo 50 erano intitolate a donne. Non ci volevo credere: ma è proprio così. E dunque credo che questa intesa sia veramente necessaria, perchè la disparità di genere è netta e la società è ormai profondamente cambiata”. Lo ha detto stamani il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni, in occasione della firma del protocollo tra l’Associazione dei Comuni e la Commissione regionale per le Pari opportunità, perché strade e piazze di città grandi e piccole della nostra regione vengano intitolate a figure femminili. L’accordo è stato siglato nella sede del Consiglio regionale da Biffoni e dalla presidente della Commissione Rosanna Pugnalini.
Il protocollo precisa che “le nuove intitolazioni non devono creare disagi ai cittadini né cambiare la numerazione civica esistente, ma dare vita e identità a spazi prima anonimi (vie traverse, parcheggi, larghi, giardini, aiuole, cavalcavia pedonali, rotatorie) che ogni amministrazione saprà individuare sul proprio territorio”.
Da parte sua, Anci Toscana si impegna perché i Comuni “si attivino per una più equa rappresentanza delle donne nei processi decisionali e adottino una politica di genere anche attraverso la odonomastica locale, prevedendo nei regolamenti comunali sulla toponomastica, in caso di nuove intitolazioni, di intestazioni al ‘femminile’; prevedendo anche l’inserimento nelle commissioni di esperte nei vari ambiti che possano fornire utili spunti e suggerimenti”.
La Commissione Pari Opportunità si impegna a sollecitare che “nella realizzazione della apposita cartellonistica venga tenuto conto della recente normativa (legge 221 del 2012-decreto attuativo luglio 2016) per cui è necessario che non ci siano abbreviazioni né sigle né numeri, il nome preceda il cognome, siano presenti le date di nascita e di morte della persona in questione, siano chiaramente indicate la qualifica e il titolo (attrice, scrittrice, avvocata, scienziata, architetta, ecc.), nel caso di donne declinate correttamente in modo rispettoso del linguaggio di genere, come raccomandano ormai da anni l’Accademia della Crusca e le massime autorità italiane in campo linguistico”.

La toponomastica italiana si piega al tedesco

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