Barbara Pollastrini, coordinatrice Donne dei Ds, è intervenuta all’Assemblea dei Mille, organizzata da Radicali Italiani e l’Associazione Coscioni ma convocata da scienziati e accademici, per discutere il “Che fare” all’indomani della sconfitta referendaria del 12 e del 13 giugno.
Pollastrini riconosce la sconfitta, probabilmente c’è stata una “nostra incapacità soggettiva” a far capire agli elettori l’importanza dei temi e la ragionevolezza dei quesiti, ma ci tiene a sottolineare che i Ds non sono affatto pentiti di aver condotto questa battaglia, una battaglia “giusta” che “rifaremmo”.
“La sconfitta più grave sarebbe stata quella di girare la testa dinanzi a principi, valori, questioni che attengono alle speranze delle persone”.
“Ci siamo conosciuti meglio in questi mesi”, dice rivolgendosi alla platea dell’Ergife. Per questo, assicura, nessuno “sciogliete le file” del Comitato promotore, ma il cammino fatto insieme deve proseguire.
“Per quanto ci riguarda – ha proseguito la Pollastrini – sentiamo la responsabilità morale che la discussione dell’Ulivo e dell’Unione sul programma per il Paese non possa prescindere da valori e temi importanti. Penso alla laicità dello stato come leva di convincenza e di dialogo. Penso a temi eticamente sensibili come questo della fecondazione assistita”.
Inoltre, concude, i Ds non si abbandoneranno ad un atteggiamento passivo rispetto ai “progetti neocentristi e moderati”.
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