Il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, con l’incontestabile autorità derivante dall’essere la terza carica dello Stato (dopo il Presidente della Repubblica e il Presidente del Senato), si è molto distinto nell’invito alla sobrietà nella contesa politica ed elettorale, addirittura polemizzando con Berlusconi e segnalando la necessità del recupero del significato alto della politica.
In verità non siamo stati mai eccessivamente convinti dei buoni toni del Presidente Casini, avendo colto una certa doppiezza nel suo fare.
In questi cinque anni di governo Berlusconi, il presidente Casini ed il suo partito, sono stati sempre perfettamente allineati, votando tutte le leggi vergogna.
Sicché molto ipocrita, ci appare la rivendicazione di Casini d’avere impedito che la ex-Cirelli fosse legge salva-Previti.
La storia dell’iter parlamentare di tale legge, infatti, dimostra come il partito di Casini, ha votato la legge salva-Previti e solo in prossimità del filo di lana, quando la legge approvanda, è divenuta l’ennesima vergogna, la maggioranza, col partito di Casini in testa, ha deciso di cambiare il testo della legge.
Una ipocrisia manifesta, imposta dalla montante vergogna.
Per tutte le altre leggi ad personam, il fronte della maggioranza non s’è mai incrinato.
È quindi manifesto il tentativo del partito di Casini di “smarcarsi” per basso calcolo.
Anche la vicenda della candidatura di Totò Cuffaro a Presidente della Regione siciliana, dimostra una profonda bassezza politica, mascherata da “garantismo”.
Il Cuffaro, chiamato a presiedere il congresso nazionale dell’UDC, in pieno processo, è imputato (e non indagato, come dice Casini) di a) rivelazione di notizie segrete “per aver fornito notizie coperte da segreto istruttorio ad Aiello Michele in relazione ai procedimenti penali che riguarda(va) lo stesso Aiello in stato di custodia cautelare per associazione mafiosa”; b) favoreggiamento aggravato di stampo mafioso “per avere aiutato ad eludere le investigazioni in relazione al delitto di associazione mafiosa, al fine di agevolare l’attività dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra”.
A carico del Cuffaro ci sono corpose intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Per il Presidente Casini, Totò Cuffaro è la persona più idonea a fare il Presidente della Regione.
È fin troppo ovvio osservare come l’ultima cosa che meriti la Sicilia, sia quella di continuare a coltivare la criminosa collusione tra istituzioni e cosa nostra.
È fin troppo ovvio osservare, che la politica alta ha dei doveri imprescindibili, specie laddove la presenza criminale è stata ed è così tragicamente invasiva, e, per primo, quello di essere affrancata da ogni sospetto.
La terza carica dello Stato, non la pensa però così ed il suo invito al recupero del significato alto della politica, diviene una vuota ed ipocrita parola, appena approdata in Sicilia.
Per tutto c’è una spiegazione: potere, voti e affari.
Non si spiega diversamente.
Il Presidente Casini è il naturale erede di un sistema che con la mafia ha fatto patti, con quella stessa mafia che ha ucciso gli onesti (è accertato con sentenza definitiva che Andreotti, difeso ed osannato da Casini, incontrasse prima e dopo l’omicidio di Piersanti Mattarella, gli assassini. Andreotti non è stato assolto per questi rapporti criminosi, ma il reato è stato dichiarato prescritto per decorso del tempo).
Ora il Presidente Casini, con la sua autorità morale e istituzionale, dice che Antonio Di Pietro è stato una vergogna per la magistratura ed è una vergogna per la politica.
Siamo grati al Presidente Casini, perché avremmo avuto un enorme fastidio se lo avessimo sentito lodare e rispettare Antonio Di Pietro.
Noi siamo, con Antonio Di Pietro, dalla parte degli onesti e non ci piacciono le contaminazioni.
Grazie, Presidente Casini.
I Suoi giudizi, sono per noi un’autentica lode, la sola che poteva farci.
Siamo orgogliosi che Di Pietro sia per Lei una vergogna.
Luigi Li Gotti
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