Alla festa de L’Unità Nazionale per l’Agricoltura, nel dibattito “Agricoltura, innovazione, impresa, occupazione: un vocabolario tutto al femminile”, coordinato da Loriana Stella, vice presidente della Provincia di Terni (che ha proposto tre “T” come riferimento per la promozione del protagonismo delle donne: Talento, Tolleranza, Tecnologia), si è parlato del grande ruolo che stanno svolgendo le donne nei processi innovativi in agricoltura: lo ha rivendicato tra l’altro Paola Datenzi, dell’associazione “Donne in campo”, che ha portato,tra l’altro, l’esempio degli agriturismi.
L’assessore all’agricoltura della regione Toscana, Susanna Cenni, ha invece messo in evidenza la crescita dell’imprenditoria femminile in questo campo: in Toscana il 51% degli addetti e il 37% delle imprese sono ad esempio donne; la Toscana è inoltre alla ricerca di misure originali per valorizzare questo settore.
Anna Laura Rosati, in rappresentanza del Forum Nazionale delle donne, ha rivendicato al genere femminile l’impegno per la difesa della diversità: la tecnologia non basta infatti, ci vuole un modello di sviluppo in grado di dare spazio all’imprenditoria femminile.
Daniela Valentini invece, assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, ha messo in evidenza l’esigenza di accorciare la filiera per avvicinare produttore e consumatore e ha denunciato la grave assenza di una politica agricola nazionale. “Il 7 luglio – ha affermato a questo proposito Daniela Valentini – è stato convocato nel Lazio il tavolo di concertazione per avanzare alcune proposte per rilancire le politiche agricole regionali”.
Pasqualina Napoletano, parlamentare Europea, ha ricordato che l’Italia ha il terzultimo posto in Europa per quanto riguarda l’occupazione femminile. Molto probabilmente la crisi del nostro Paese ha anche questa radice e un’ipotesi di ripresa, che non sia velleitaria, parte proprio da un impegno per aumentare l’occupazione femminile. L’Europa – ha infine sottolineato Napoletano – è attraversata da una crisi seria sul versante delle politiche agricole, come dimostra il fallimento del negoziato sulle misure 2006/2013.
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