PREMESSA. IL PROGETTO POLITICO DEMOCRATICO LIBERALE E RIFORMATORE IN ITALIA E IN EUROPA
Dell’Italia si parla oggi in Europa come di un Paese in cui le libertà di informazione e di manifestazione del pensiero sono a rischio; in cui larga parte delle televisioni e dell’assetto informativo sono controllate o largamente influenzate da una sola persona, che ricopre al tempo stesso la carica di Presidente del Consiglio; in cui larga parte dell’attività parlamentare e di governo è usata per approvare leggi “personali” che hanno il solo scopo di favorirlo.
Dell’Italia si parla come di un Paese in cui possono nascere scandali finanziari che distruggono i risparmi e la ricchezza di intere comunità; scandali che sono favoriti ed incentivati dalla assenza di regole, dalla depenalizzazione sostanziale dei falsi in bilancio, dall’anarchismo liberticida ed autoritario, insieme, dei tempi attuali. Dell’Italia si parla come di un Paese in cui si tocca con mano che effetti produca l’attacco, continuo, non alle pratiche predatorie e disinvolte né alle operazioni di “finanza creativa”, come nel caso Parmalat, ma alla indipendenza della Magistratura ed al principio di separazione dei poteri; che effetti determini la inesistenza di autorità garanti indipendenti, efficaci e non controllate od influenzate dalla politica; che effetti derivino, in concreto, dal conflitto di interessi.
Dell’Italia si parla come di un Paese sempre più lontano dalla Europa; di un Paese particolarmente frenato dai conflitti di interesse; in cui inefficienza e corruzione sono assai elevate; in cui non è possibile o è rischioso effettuare investimenti, creare opportunità; in cui il merito è mortificato, i migliori cervelli devono espatriare.
Il “caso Italia” in Europa va affrontato e risolto. In questo consiste il nostro impegno: difendere e rafforzare i principi e le libertà costituzionali e, insieme, i principi fondativi della Unione Europea. Intorno a questi valori intendiamo costruire anticorpi, metodi, alleanze sempre più ampie. La cultura democratica e liberale europea è la nostra matrice. Di essa sentiamo di essere, e siamo, diretti rappresentanti in Italia.
Il programma dei liberali democratici e riformatori europei (ELDR) è fondativo della nostra azione politica.
Il Partito “aperto”. Siamo il Partito dei soggetti sociali nuovi e plurimi. Il nostro è il Partito “aperto”. Ai soggetti lesi dai conflitti di interesse o che intendono contrastarlo. Alle piccole e medie imprese, elemento centrale dello sviluppo. Alle associazioni, ai comitati, ai gruppi che si sono battuti e si battono per la legalità e uno Stato di diritto fondato sulla giustizia uguale per tutti. Al mondo del lavoro sempre più ingiusto e frammentato, in cui grandi conquiste di civiltà sono poste a rischio. Al mondo delle professioni, che non offre sbocchi adeguati ai giovani. Alla politica sociale: i diritti dei disabili sono per noi diritti “non negoziabili”. Alla formazione e alla ricerca. All’ambiente, alla sanità efficiente e accessibile a tutti. Siamo il Partito della laicità e neutralità dello Stato poiché questo è l’unico terreno di aggregazione possibile per la cultura laica e per quella cattolico-liberale
Il Partito riformatore. Alcune priorità. Vi sono crescenti spinte centrifughe antieuropeiste. Esse vanno adeguatamente contrastate. Essere fortemente europeisti, impegnarsi a fondo per una Europa aperta e coesa su principi democratici fori e chiari è tanto più necessario adesso. Il patto che lega le politiche europee non può esaurirsi nelle regole del rigore finanziario e nel rispetto del patto di stabilità, che deve potersi tradurre anche in sviluppo. Per una più forte soggettività europea. E, adesso più di prima, per un nuovo patto tra Europa e Stati Uniti. Sono nostre priorità, ad esempio:

1) Costituzione europea. Per un progetto rifondatore della identità democratica europea, e delle sue libertà costituzionali. Va rilanciato un modello di federalismo solidale ascendente e discendente che porti alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa ed avvicini sempre di più il cittadino alle istituzioni ed ai processi decisionali. Posizione chiara sui temi cardine, assai percepibili e sentiti tra le categorie produttive del Paese: e ad esempio sulla assoluta inopportunità del principio di unanimità, che rischia di rendere obsoleta e destinata alla paralisi la Costituzione prima ancora del suo nascere; o sulla necessità di dare valenza costituzionale al divieto di conflitto di interessi. Risolvere i conflitti di interesse significa perciò sviluppo economico e difesa dei principi costituzionali. Migliaia di nuove imprese devono entrare nel mercato italiano, creare posti di lavoro, sviluppo e pluralismo democratico, insieme.

2) Trasparenza e democrazia per le associazioni-partito. Codice etico dei partiti. Il rafforzamento, ed un senso nuovo ed aggiornato, sempre maggiore, del principio di separazione dei poteri. Indipendenza ed efficacia delle autorità garanti, in sede nazionale e comunitaria.

3) Giustizia. Assicurare il rispetto del principio di uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, costituisce elemento fondativo della nostra azione politica. Il principio di uguaglianza è del resto elemento cardine della Carta costituzionale e principio costitutivo della essenza stessa della Unione Europea. E pertanto siamo il Partito del “giusto processo”, del processo accusatorio. Per l’equilibrio sempre maggiore dei poteri delle parti. Per lo “statuto delle vittime del reato”: mentre i “diritti delle vittime” trovano oggi assoluta negazione. Italia dei Valori è per la costruzione di una normazione penale quanto possibile omogenea, tra tutti i paesi europei, su temi qualificanti come la corruzione; o sul noto tema del mandato d’arresto europeo; o su tutti i temi, in generale, contenuti nello stesso “Libro verde sulla tutela penale degli interessi comunitari e sulla creazione di una Procura Europea”.

LA PACE INNANZITUTTO.
Premesso che non potrà mai esserci pace in un mondo ove viene tollerato lo scandalo della morte per fame, sete, malattie, mancanza delle più elementari cure ospedaliere e norme igienico sanitarie.
Considerato che questi “problemi” potrebbero essere risolti definitivamente utilizzando un piccola parte delle somme destinate alle spese militari riteniamo indispensabile ridefinire il ruolo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, lottare contro il terrorismo internazionale e le sue cause, riequilibrare le differenze tra nord e sud e gestire i flussi migratori.
L’Italia dei Valori si impegna affinché l’Unione Europea assuma un ruolo fondamentale nella costruzione di una società planetaria multilaterale, ordinata in stati democratici.
Altre azioni: rappresentanza dell’UE come membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite; sviluppo di una politica di sicurezza e di difesa europea non in alternativa, ma in associazione e come rafforzamento della NATO; inserimento nella Costituzione Europea del principio del ripudio della guerra come metodo di risoluzione delle controversie tra Stati; contributo ad una risoluzione pacifica della questione Israelo-Palestinese sostenendo altresì le iniziative di pace interne ai due Paesi, come quella di Ginevra; contributo alla normalizzazione della situazione in Iraq attraverso l’invio di assistenza umanitaria non armata gestita da ONG, la richiesta di un immediato passaggio di consegna dal “governatore” USA all’ONU; rafforzamento delle relazioni con i paesi mediterranei, sia per affrontare congiuntamente e concretamente il problema dell’immigrazione clandestina, sia per creare un’identità mediterranea che integri quella Europea; promuovere gli aspetti positivi della globalizzazione (libera circolazione di merci, persone, idee) contrastandone quelli negativi (riduzione dei diritti dei lavoratori, incremento del differenziale economico tra paesi ricchi e poveri, perdita di identità culturale, eccessivo potere delle multinazionali); in tema di aiuti allo sviluppo, introduzione di un sistema internazionale per la valutazione dell’attività di cooperazione con la definizione chiara di obiettivi ed indicatori; effettivo ingresso dei paesi in via di sviluppo nel sistema dell’economia mondiale eliminando le barriere commerciali ed aprendo i mercati dell’UE alle loro esportazioni. La corretta gestione degli aiuti allo sviluppo dovranno essere oggetto di controllo diretto da parte di organi dell’autorità giudiziaria italiana distaccati in loco.

L’EUROPA E I DIRITTI CIVILI.
La Carta dei diritti fondamentali deve essere annessa alla futura Costituzione dell’Unione. Il riconoscimento della persona in quanto titolare di diritti fondamentali, che ogni istituzione dovrà rispettare , deve essere la fonte di responsabilità e doveri. L’UE avrà inoltre un ruolo importante nella difesa dei diritti umani all’interno e fuori dell’unione. L’Europa non dovrà mai tacere su tematiche come pena di morte, tortura, abusi e violazioni della dignità umana. L’UE deve elaborare meccanismi per assicurare che paesi membri vecchi e nuovi perseguano i loro doveri in questa area e rispettino i valori sui quali si fonda l’Unione. La politica dei diritti umani deve essere più coerente, coordinata e strategica di quella attuale. L’Europa, anche nella prospettiva del suo allargamento, deve diventare, o forse tornare ad essere, un modello innovatore di riferimento nel panorama internazionale capace di proporsi come interlocutore attivo sul tema dei diritti, in particolare dei diritti sociali. In una società liberale, le pari opportunità sono una parte vitale della democrazia, che si può realizzare solo rendendo più semplice riconciliare lavoro e famiglia. La libertà della persona, nella società attuale non può dirsi raggiunta in pieno fino a quando non si rimuoveranno gli ostacoli che si contrappongono alla redistribuzione del potere nella politica e nelle istituzioni. Il raggiungimento di questo obiettivo costituisce uno dei punti essenziali del programma dell’Italia dei Valori per l’Europa, anche attraverso una riforma elettorale che introduca norme per il riequilibrio della rappresentanza, tra cui la previsione dell’obbligatoria presenza di uomini e donne nelle liste elettorali, in misura eguale. Occorre inoltre sostenere l’applicazione di una strategia di gender budgeting, cioè l’adozione di una valutazione di impatto sul genere(maschile e femminile) delle politiche di bilancio. Italia dei Valori trova inaccettabile il traffico di esseri umani e continuerà a premere affinché UE e stati membri rafforzino la legislazione, la polizia internazionale e la cooperazione giudiziaria e una migliore protezione per le vittime. Nel settore dello sviluppo e cooperazione, l’Europa dovrà promuovere nei PVS l’eliminazione della discriminazione legale e della violenza contro le donne. Italia dei Valori considera il diritto all’asilo politico come diritto umano basilare che va pienamente rispettato, basandosi sulla piena e totale applicazione delle convenzioni internazionali in materia. Riconosciamo la necessità di una politica Europea comune per l’immigrazione basata su sistemi di gestione di una politica economica e sociale dinamica e moderna, che rifletta l’esperienza di sistemi quali la US Green Card (che permette sotto certe condizioni di vivere lavorare e studiare permanentemente nel Paese) . Italia dei Valori considera che i cittadini di paesi terzi residenti legalmente da tempo debbano avere diritti e obblighi economico-sociali e lavorativi equivalenti a quelli dei cittadini EU. Le misure di integrazione dovranno permettere agli individui di mantenere la loro identità culturale e religiosa, entro i limiti della legge, e con la garanzia di assunzione di responsabilità in ordine all’integrazione nel paese ospitante.

L’EUROPA: COMUNITÀ DI STATI E DI CITTADINI.
L’Europa è una comunità di stati e cittadini perché gli organi che la amministrano sono espressione degli stati (Consiglio europeo e Consiglio dei ministri) e dei popoli (Parlamento europeo). Bisogna perciò rafforzare il ruolo del Parlamento Europeo, attribuendo a questo più ampi poteri di iniziativa legislativa e di decisione, favorendo in questo modo la rappresentanza delle minoranze, attualmente scarsamente (o per nulla) rappresentate in Europa. Al potere di co-decisione per la adozione di alcuni atti normativi e di controllo sulla attività della Commissione occorre affiancare il potere di iniziativa normativa per gli atti che vengono successivamente adottati dal Consiglio. Tutte le decisioni dovranno essere adottate a maggioranza qualificata. Si deve agevolare la erogazione dei servizi pubblici on line, anche attraverso l’alfabetizzazione informatica, in particolare con riferimento ai programmi a sorgente aperta. Una cittadinanza Europea (doppia cittadinanza Europa-Stato) deve servire a dare una più forte identità di appartenenza all’Europa.

IL BILANCIO DELL’UNIONE E L’ALLARGAMENTO.

Siamo a favore di pieni poteri di bilancio al Parlamento Europeo secondo la procedura di codecisione. L’Italia dei Valori controllerà che la verifica da parte della Corte di conti della gestione finanziaria di circa 100 bilioni di euro del bilancio europeo comprenda un controllo rigoroso e persistente su tutte le appostazioni di bilancio significative, sul loro uso e sull’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi politici. Sosterremo un servizio anti frode più efficiente pienamente indipendente dalla CE e che lavori a fianco degli investigatori nazionali e pubblici ministeri per proteggere gli interessi finanziari dell’Unione, con l’istituzione di un ufficio del Pubblico Ministero Europeo.

SOLUZIONE AI CONFLITTI DI INTERESSE, CORRETTA CONCORRENZA: LA “NUOVA FRONTIERA” DELLA DEMOCRAZIA. IL “DECALOGO” SUL CONFLITTO DI INTERESSI.
Conflitti d’interesse e assenza di regole di corretta concorrenza pervadono il Paese. Costituzione e Trattato CE risultano danneggiati ed è impedito qualsiasi processo d’armonizzazione comunitaria. Italia dei Valori ritiene che la soluzione dei conflitti d’interesse e dell’affermazione dei principi di corretta concorrenza siano un momento strategico e centrale del programma politico. Sono essenziali un effettivo rispetto di tali principi per un processo di armonizzazione e di integrazione sempre più forte. Prevenire o contrastare la formazione di monopoli o di posizione dominante favorisce lo sviluppo dei mercati e gli stessi principi democratici. Proponiamo pertanto un “decalogo” di regole e di principi fondativi applicabili ad ogni settore della vita pubblica e della economia: 1. Definizione di “conflitto di interessi” come situazione nella quale un soggetto pubblico può favorire i propri interessi privati; 2. Definizione del conflitto di interessi quale lesione dei principi contenuti: nei primi undici articoli della Carta costituzionale italiana, oggi, e nella Costituzione europea domani; 3. Incostituzionalità delle leggi in cui il titolare di funzioni di governo si “autoregoli” le proprie situazioni di conflitto: ad esempio, nel caso di eventuali riforme del sistema delle immunità parlamentari; 4. Presunzione di incostitituzionalità dei provvedimenti normativi approvati in conflitto di interessi, salvo prova contraria; 5. Invalidità delle nomine e dei provvedimenti in conflitto di interessi approvati nelle amministrazioni dello stato o partecipate dello stato, o in enti pubblici. Previsione del diritto al risarcimento nel caso in cui tali norme o provvedimenti rechino danno; 6. Ineleggibilità di detentori di imprese dominanti nei settori chiave dell’economia: telecomunicazioni, mass-media, industria pesante, energia; 7. Definizione e sanzione del conflitto di interessi anche come freno allo sviluppo dei mercati internazionali e ad una corretta ed equilibrata globalizzazione; 8. Consapevolezza della dimensione transnazionale del conflitto di interessi e conseguente costruzione di un sistema internazionale volto a prevenirne e combatterne gli effetti; 9. Potenziamento di una Autorità antitrust europea; 10. Riforma delle Autorità nazionali, con previsione di norme a garanzia dell’indipendenza di tali organismi e con affidamento a sezioni specializzate della magistratura di compiti ed attribuzioni oggi esercitate da Autorità garanti.

L’EUROPA E L’ECONOMIA.
Italia dei Valori continuerà ad impegnarsi per l’azione di completare la trasformazione dell’Unione in un vero mercato interno a beneficio dei cittadini europei e delle piccole e medie imprese e di assicurare un elevato livello di protezione dei consumatori. Insistiamo affinché la Commissione Europea prima di ogni nuova proposta conduca proprie analisi costi-benefici, studi sull’impatto e una piena consultazione delle parti interessate prima di ogni nuova proposta e chiediamo che questo processo sia monitorato da un organismo indipendente. I servizi finanziari sono uno dei settori più regolamentati nell’Unione, a causa del fatto che la canalizzazione dei risparmi da indirizzare verso gli investimenti è sempre stata oggetto di attenzione da parte della politica.. Sono dunque l’ultima area senza un vero mercato unico.Continueremo a sostenere lo stabilimento del mercato unico delle pensioni, dei prestiti bancari, fondi comuni di investimento, offerte di titoli e commercio. Auspichiamo che i principi di “corporate governance” siano pienamente applicati rendendo espliciti i rischi gravanti sugli investimenti che vengono finanziati con il denaro chiesto ai risparmiatori. Crediamo che la Banca Centrale Europea dovrebbe prendere le sue decisioni più velocemente e in modo più chiaro, votando a maggioranza semplice. Pensiamo che il limite del 3% del patto di stabilità, fissato sulla base di previsioni di pari crescita media annua dell’economia europea, dovrebbe essere rispettato per assicurare la stabilità e la sostenibilità nella zona curo, consentendo ai paesi membri di accrescere i loro deficit di bilancio quando il gettito fiscale si riduce. Legislazione sulla proprietà intellettuale: sosterremo la adozione di legislazioni eque e serie, che non incentivino la formazione di monopoli o di posizioni dominanti, né che possano rappresentare pericoli per la democrazia o per la informazione. Ci batteremo per l’armonizzazione nel settore della legislazione sulle imprese, facilitando la modernizzazione e la ristrutturazione dell’economia europea per garantirne crescita ed equilibrio sociale. In particolare siamo favorevole all’adozione rapida e all’attuazione corretta della direttiva sulle offerte pubbliche di acquisto (OPA) e alla regolamentazione per lo statuto della società per azioni europea. Siamo favorevoli ad un’area di ricerca europea, che incoraggerà inevitabilmente l’innovazione. Italia dei Valori pensa che, fermo restando il controllo pubblico che garantisca il servizio essenziale, la privatizzazione di monopoli di pubblica utilità, e la promozione della liberalizzazione dei mercati potrebbe offrire ai consumatori una forte possibilità per una maggiore qualità dei beni e dei servizi, alla ovvia condizione che questo processo non conduca alla creazione di monopoli privati e che il contratto di servizio, di durata limitata, preveda clausole ben specifiche su prezzi, qualità e disponibilità del servizio. Ovviamente intendiamo qui riferirci alla gestione dei servizi, che potrà essere di natura privatistica, mentre il controllo non potrà che essere pubblico. Mobilità sostenibile: Italia dei Valori, alfine di garantire prezzi equi nei trasporti modali, continuerà ad appoggiare lo sviluppo di un sistema di infrastrutture coerente con tutte le modalità, che applichi il principio “l’utente paga”, che cambi i prezzi in relazione all’impatto esterno dell’uso, che assicuri uno specifico trattamento per residenti nelle campagne o aziende che non abbiano alternative all’uso del trasporto privato e che sia fiscalmente neutrale e fatte salve le infrastrutture di interesse generale. Appoggeremo anche l’esplorazione di nuovi metodi finanziari per il finanziamento delle infrastrutture di trasporto, tra cui la creazione di un nuovo fondo per i trasporti complementare al già esistente finanziamento per le reti transeuropee grazie ad un appoggio supplementare a progetti chiave di interesse comune per l’Unione. Pesca: Italia dei Valori continuerà a sottolineare che il benessere delle “riserve” ittiche è una diretta misura dei successi della PCP. Fondi sufficienti debbano essere destinati alla ristrutturazione delle comunità che dipendono dalla pesca. Agricoltura: Ci impegneremo in una politica che assicuri cibo sano e sicuro, zone rurali prospere, alti standard ambientali: perché questa politica abbia successo è necessario sostituire la politica agricola con la politica alimentare e rurale integrata. Italia dei Valori accetta l’ipotesi di una riduzione graduale degli aiuti diretti o indiretti, purché quelli mantenuti siano destinati a favorire la riconversione delle aziende agricole europee verso produzioni di alta qualità. In questo senso e conformemente al principio di sussidiarietà, siamo contrari a qualsiasi tentativo di rinazionalizzazione dei criteri di distribuzione dei fondi strutturali, azione che penalizzerebbe gravemente le aree depresse dei paesi a maggior reddito. Inoltre come misura transitoria le aziende piccole e medie devono ricevere aiuti finalizzati allo sviluppo della cooperazione tra aziende. Il sistema degli aiuti dell’UE deve essere basato sul valore aggiunto che beni collettivi quali l’eredità culturale, l’inclusione sociale e la biodiversità possono apportare alle zone rurali ed a tutta la società nel complesso. Lavoro: uguale opportunità, mobilità e occupazione. Italia dei Valori pensa che il miglior modo di combattere la disoccupazione e di sviluppare la crescita dell’economia sia la corretta gestione della flessibilità del mercato del lavoro, che non può limitarsi ad una banale ricetta di deregolamentazione, ma deve interessare tutti i parametri che garantiscono l’elasticità dei fattori della produzione alle variabili economiche. In questo senso, flessibilità va intesa anche nelle sue accezioni funzionale, professionale, oraria, geografica e non solo numerica e salariale. Nel contempo gli strumenti di sicurezza sociale già esistenti dovrebbero essere estesi a tutti i cittadini europei. Italia dei Valori sostiene che l’Unione Europea dovrebbe avere competenza legislativa per le questioni di sicurezza sociale quando queste questioni sono connesse con il miglioramento del libero movimento dei lavoratori: ad esempio assicurando la trasferibilità dei diritti di sicurezza sociale tra gli Stati membri e facendo in modo che intere fasce della popolazione non siano permanentemente esclusi dal mercato del lavoro non potendo neppure godere dei sussidi di disoccupazione, le cui condizioni di erogazione vanno riviste e, per quanto possibile, uniformate.

LA DIMENSIONE EUROPEA DEL NOSTRO IMPEGNO A FAVORE DEI I CONSUMATORI.
La tutela dei consumatori richiede un intervento trasversale delle comunità europee in ogni ramo dell’attività economica, che coinvolge il consumatore come soggetto “terminale” dell’attività economica. lo sviluppo della politica dei consumatori a livello europeo ha costituito l’indispensabile corollario della progressiva realizzazione del mercato interno. Si richiede in particolare che venga varato un codice organico della tutela del consumatore, recependo le migliori pratiche varate dai singoli Paesi. Sicurezza e salute dei consumatori: IDV si batterà quindi in tutte le sedi per ottenere la massima trasparenza possibile e per sensibilizzare il più possibile i mezzi di informazione e l’opinione pubblica, per ottenere una compiuta applicazione del principio di precauzione, e perché sia garantita la sicurezza dei prodotti e degli alimenti. Deve essere attuato un sistema comune di sanzioni contro gli stati membri e le industrie che infrangono le regole. Non è sufficiente che i prodotti finali siano sicuri, l’intera catena di produzione deve rispondere a criteri etici comuni come il benessere animale, il rispetto ambientale, buone pratiche, ecc. Protezione degli interessi economici e giuridici dei consumatori . IDV chiede azioni volte a migliorare la cooperazione tra gli organismi preposti alla sorveglianza del mercato, azioni volte a verificare il rispetto dei diritti dei consumatori nella fornitura di prodotti e servizi, compresi i meccanismi per agevolare la risoluzione delle relative controversie, in particolare per mezzo di progetti pilota e con l’istituzione di banche dati. IDV si batterà inoltre perché il consumatore possa ottenere giustizia, risarcimenti minimi garantiti, procedure di conciliazione rapide ed eque Informazione ed educazione dei consumatori. Un consumatore informato non solo può tutelare se stesso, ma può svolgere un prezioso ruolo a favore della collettività, adottando comportamenti responsabili e a minore impatto ambientale. Quanto alla correttezza dell’informazione, si chiede in particolare un inasprimento della repressione della pubblicità ingannevole ed il ricorso a test comparativi come strumento di conoscenza. Rappresentanza dei consumatori. IDV chiede che sia rafforzata la rappresentanza degli interessi dei consumatori a livello comunitario ed internazionale, che siano sostenute le organizzazioni dei consumatori negli Stati membri, in particolare quando queste dispongono di mezzi limitati, e ampliato il ruolo del comitato rappresentativo dei consumatori di tutti i paesi della Comunità e di tutte le organizzazioni rappresentative dei consumatori dell’Unione europea, incoraggiando inoltre l’aggregazione transfrontaliera delle associazioni di consumatori.
L’EUROPA PER L’AMBIENTE ED IL TERRITORIO.
Energia. Liberalizzare completamente i mercati dell’elettricità e del gas, per quanto attiene la gestione, mantenendo al settore pubblico uno stretto controllo sulle condizioni della sua fruibilità in particolare dalle fasce più deboli della popolazione. Incentivare la produzione decentrata per piccole utenze e domestica di energia a basso impatto ambientale. Promuovere le produzioni rinnovabili e i sistemi a produzione combinata di energia. Finanziare la ricerca sulle celle di combustibile e la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno. Garantire la sicurezza nel trattamento delle scorie e la piena informazione delle comunità locali sui problemi connessi al nucleare. Acqua. Dare piena attuazione alla direttiva sulle acque (2000/60/CE) in tutti gli stati membri. Stabilire traguardi di qualità delle acque in tutti gli stati membri. Liberalizzare la distribuzione dell’acqua, ma con severi vincoli volti a salvaguardare il diritto di ogni cittadino dell’Unione a disporre di acqua sotterranee e superficiali di buona qualità ad un prezzo accessibile. Garantire la fornitura di acqua anche alla fasce di povertà. Incentivare il consumo responsabile dell’acqua. Mare. Rafforzare le misure protettive e applicare il principio “chi inquina paga” alla salvaguardia del mare obbligando gli armatori, le società di navigazione e le società petrolifere alla stipula di polizze per la bonifica di eventuali inquinamenti. Biodiversita’. Dare piena applicazione alla direttiva Habitat (92/43/CE). Incentivare il mantenimento della biodiversità nell’agricoltura e negli allevamenti. Agricoltura. Incentivare la produzione biologica ed educare i consumatori all’acquisto di prodotti ecocompatibili. Difesa del suolo e urbanistica. Combattere l’abusivismo edilizio.Considerare il suolo come risorsa non rinnovabile in tutte le politiche territoriali. Auspichiamo un intervento dell’Unione Europea volto ad impedire il reiterato ricorso ai condoni edilizi, troppo spesso abusati da alcuni Paesi, come l’Italia. Trasporti. Incentivare l’uso dei combustibili alternativi al petrolio. Finanziare la ricerca di sistemi volti a prevenire la congestione del traffico urbano ed extraurbano, favorendo l’utilizzo dei trasporti pubblici. Sicurezza stradale. Italia dei Valori considera un’assoluta priorità ridurre drasticamente il numero di morti sulle strade europee predisponendo l’adozione di strutture viarie standard più sicure. Proponiamo inoltre una cooperazione più stretta tra forze di polizia europee e l’armonizzazione di multe e sanzioni per l’infrazione di leggi nazionali ed europee nel settore dei trasporti stradali. Rifiuti. Lotta al tutto campo alle “ecomafie”. Incentivare la raccolta differenziata il riciclo e il riutilizzo dei rifiuti. Promuovere l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale. Finanziare la ricerca di materiali alternativi a quelli pericolosi per la salute e per l’ambiente.

LE POLITICHE SOCIALI: GARANZIA E TUTELA PER TUTTI MA SPECIALMENTE PER I PIÙ DEBOLI.

Legalità, solidarietà e giustizia, principi fondanti dell’Italia dei Valori, inducono a considerare le tematiche sociali da una prospettiva riconducibile al principio del liberalismo etico e solidaristico quale fondamento del sistema di convivenza civile. Si intende così affermare semplicemente, l’universalità e l’assolutezza dei diritti delle persone, per costringere le altre parti politiche e l’economia a fare i conti con loro, per realizzare un’economia umana, secondo la tradizione liberale autentica. Per tale motivo riteniamo l’Europa la sede adatta per promuovere significative politiche per l’infanzia e la famiglia, incentivare la costruzione di asili nido e scuole per l’infanzia, sostenere i nuclei familiari monoreddito, presumere sostegni all’edilizia abitativa per i ceti medio bassi e programmare interventi e norme di legge per la tutela dei diritti della persona, e tra le persone, primi fra tutti i bambini. E’ necessario, per questo scopo, predisporre sistemi di protezione dell’infanzia, di tutela e severa punibilità in tutti in casi un cui risulta provato il perpetrarsi di azioni che violano il diritto dell’infanzia a vivere in serenità. E’ necessario giungere ad una vero e proprio Statuto dell’infanzia e dell’adolescenza: recepire e rendere operante la convenzione ONU del 1989 sui diritti del fanciullo; applicare la “Carta di impegni contro il lavoro minorile” approvata nel 1998; garantire il sostegno scolastico anche a domicilio; riformare le carceri minorili; prevedere la carcerazione obbligatoria per i pedofili e per chiunque eserciti violenze di qualsiasi natura sui bambini, evitando qualsiasi attenuante; creare organismi di tutela quale l’ufficio di tutela del minore; definire regole severe sull’informazione per soggetti di età minore. Tra le piaghe irrisolte della nostra società vi è lo sfruttamento dei bambini, impiegati alla stregua di adulti, in lavori pesanti a partire dalla tenerissima età. Per dare un contributo risolutivo all’increscioso problema, proponiamo l’istituzione del marchio etico, su base volontaria ma incentivata che, applicato a tutte le merci porti la seguente dichiarazione: “Il prodotto è garantito per la sua alta qualità umana. Nessun bambino ha lavorato nella catena produttiva: fabbricazione, imballo, distribuzione e vendita sono realizzate con l’esclusivo impiego di persone adulte”. Italia dei Valori continuerà a combattere tutte le forme di discriminazione sul posto di lavoro, dato che esistono molte discrepanze con particolare riguardo alle condizioni di pagamento e di lavoro tra uomini e donne e alla situazione delle persone disabili; vogliamo inoltre dare un’attenzione speciale al fatto che certi gruppi, per esempio donne e immigrati sono più vulnerabili alla povertà di altri. Il grave problema dell’invecchiamento precoce della popolazione (nel senso di aumento dell’età media) implica che l’assicurare pensioni sicure, sostenibili e facilmente trasferibili per il futuro deve essere uno dei pilastri di questa politica. Così come del resto quella della valorizzazione della diversa capacità produttiva delle persone non più giovani. L’Italia dei Valori vuole continuare a sostenere la creazione di un ambiente di lavoro sicuro, per quanto riguarda i rischi fisici e psicologici, compreso il mobbing. In questo contesto, siamo in favore di un approccio programmatico, rispettoso del principio di sussidiarietà e che non sovraccarichi le imprese con regolamenti non necessari. L’aumento rapido dell’età della popolazione in combinazione con la riduzione delle nascite potrebbe causare un’insufficienza di alimentazione del mercato del lavoro e risorse inadeguate per sostenere la cura degli anziani. Italia dei Valori si sforzerà di creare pensioni sostenibili e facilmente trasferibili e politiche attive per gli anziani. Queste ultime includono la promozione della formazione lungo tutta l’arco della vita (particolarmente nel campo dell’IT), condizioni di lavoro flessibili e miglioramento nell’assistenza medica. Un’altra politica-chiave sarà il miglioramento dell’accesso al mercato del lavoro di settori non rappresentati della società, come donne, immigrati e non ugualmente abili, rimuovendo le barriere al lavoro e attaccando le discriminazioni. Alle persone diversamente abili vorremo garantire uguaglianza di opportunità. Chiediamo al riguardo all’Unione Europea la piena applicazione delle norme contenute nella direttiva sull’Uguaglianza di Trattamento nell’Impiego ed una specifica direttiva sulla Disabilità, che copra tutte le aree di discriminazione. Pari opportunità: Acquisizione di poteri e responsabilità (empowerment) per una presenza diffusa delle donne; integrazione del punto di vista di genere nelle politiche governative (mainstreaming); sviluppo e promozione di politiche specifiche per finanziare incentivi per l’occupazione femminile nelle aree di crisi e del Mezzogiorno; potenziamento della professionalità e imprenditorialità femminile; nuova impostazione della normativa sui tempi e gli orari dell’organizzazione del lavoro. Immigrazione e interculturalità: Riuscire a gestire il problema dell’immigrazione significa assicurare coesione sociale e vivibilità alle nostre città e al nostro territorio per il futuro, quando coesistenza, integrazione e sicurezza connoteranno il tessuto sociale in cui vivremo. Nelle nostre scelte deve pesare la nostra storia recente di paese d’emigrazione. Sicurezza: Più efficace coordinamento fra tutte le forze di polizia locali o nazionali e uso di sale operative comuni; nelle scuole, corsi di informazione tenuti con la partecipazione delle forze dell’ordine; nei quartieri, consulte territoriali per la prevenzione di comportamenti a rischio; dibattiti periodici tra le forze dell’ordine e la cittadinanza.

PER UNA CITTADINANZA SANITARIA EUROPEA.

E’ necessario dare piena attuazione all’art. 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea secondo il quale ogni cittadino ha diritto “alla protezione della salute, alla prevenzione sanitaria e alle cure mediche alle condizioni dei sistemi sanitari dei singoli Stati”. L’elevato “livello” della qualità della sanità pubblica è stato assunto tra le priorità dei vertici intergovernativi tra i Paesi membri ed assicurare un “elevato livello” nella sanità pubblica costituisce principio fondativo della nostra azione politica. Pur tenendo presente che ogni sistema sanitario in Europa è un unico e occorre rispettare i valori nazionali che rappresenta, è necessario favorire una maggiore integrazione tra i sistemi sanitari europei, assicurando a tutti i cittadini europei la possibilità di curarsi, facilmente e quando necessario, in un altro Paese dell’Unione, semplificando sempre di più i residui ostacoli amministrativi e normativi. Chiediamo inoltre l’introduzione di strumenti idonei per favorire una maggiore consultazione e partecipazione del livello regionale alla determinazione delle politiche sanitarie comunitarie. Anziani non autosufficienti: un progetto europeo: in Europa il trattamento delle malattie croniche e l’assistenza delle disabilità degli anziani sono gestite nella rete territoriale e risultano disomogenei nelle modalità e molto diversificati nella qualità. In armonia con l’art. 25 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione che riconosce e rispetta “il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale”, è necessario garantire, al di là dei singoli sistemi sanitari, dei livelli minimi di assistenza territoriale per favorire la de-ospedalizzazione e per garantire in tutta la unione la tutela dei diritti e della dignità delle persone anziane non autosufficienti. Politica del farmaco e abolizione del segreto sui dati farmacologici. I dati sperimentali e clinici che riguardano l’autorizzazione alla commercializzazione di un nuovo farmaco devono essere disponibili e accessibili. L’attuale legislazione europea stabilisce che l’Agenzia Europea per la Valutazione dei Medicinali (Emea) debba riassumere solo in modo molto sintetico le modalità con cui un prodotto è stato approvato e le basi scientifiche su cui si è fondata la decisione. Noi pensiamo, invece, che conoscere in modo più preciso su che base tanti malati vengono trattati con un determinato farmaco non è un problema che riguarda pochi addetti ai lavori, è un problema di sanità pubblica. Procedura centralizzata europea di autorizzazione per l’immissione sul mercato: per tutti i nuovi farmaci bisogna prevedere una procedura europea unica di autorizzazione per l’immissione sul mercato (oggi è prevista solo limitatamente ad alcuni farmaci). Proponiamo, inoltre, di abbreviare i tempi per l’autorizzazione alla commercializzazione dei farmaci generici. Abolizione, nei Paesi ove è previsto, del certificato di protezione complementare (CPC) la cui concessione ha permesso di prolungare al di là dell’accettabile il brevetto di molti farmaci e quindi la loro sostanziale situazione di monopolio. Dispositivi medici: Bisogna rivedere l’attuale sistema di autorizzazione di vendita dei dispositivi medici, attivando maggiori misure di vigilanza e controllo per far sì che casi come quello delle valvole cardiache difettose in Italia possano essere individuati su scala europea con il ritiro immediato dal mercato. Bisogna creare una banca dati europea sulle apparecchiature a uso medico, che registrerà a livello comunitario gli incidenti avvenuti, mettendo a disposizione di tutti gli Stati membri i dati clinici dei dispositivi, richiesti per la loro autorizzazione di vendita. Ricerca e patrimonio genetico. E’ necessario un maggiore coordinamento tra i paesi europei per aumentare e rendere più efficaci gli investimenti nella ricerca, bisogna creare piattaforme tecnologiche europee e attivare sforzi congiunti nel settore della genetica, migliorare le condizioni di lavoro e le prospettive di carriera per i ricercatori che restano in Europa, varare incentivi fiscali per incoraggiare gli investimenti in ricerca e sviluppo. Dati biometrici, test genetici e privacy: Condividiamo gli avvertimenti dei Garanti europei di etica sull’uso delle tecnologie applicate ai dati personali sensibili. La raccolta dei dati biometrici, come impronte digitali, iride, contorno della mano e Dna non deve essere consentita se il loro impiego non è proporzionato agli scopi da raggiungere, a maggior ragione se la raccolta è finalizzata a creare archivi centralizzati. Indicazioni sui test genetici sui luoghi di lavoro: la visita medica non deve costituire un criterio di selezione e si effettua dopo che la fase di selezione si è conclusa; lo screening genetico è un esame medico e riguarda la potenziale evoluzione dello stato di salute, nel lavoro si deve tenere conto solo dello stato di salute corrente del lavoratore; i test genetici non sono necessari per garantire il rispetto degli obblighi e dei diritti legittimi del datore di lavoro in materia sanitaria o per la valutazione attitudinale. Ambiente, biotecnologie e salute: Ambiente e salute sono strettamente interrelati, non è più rinviabile una strategia comune per la prevenzione delle malattie causate dai fattori inquinanti. Inquinamento elettromagnetico e biotecnologie: il diritto a un ambiente sano passa anche attraverso la lotta alle nuove forme di inquinamento ancora poco conosciute, come l’inquinamento elettromagnetico, e i settori della ricerca più avanzata come le biotecnologie. Bisogna dare risposte certe alla preoccupazione dei cittadini per i possibili effetti sulla salute collegati all’aumento della concentrazione di elettrodotti e ripetitori di onde elettromagnetiche. E’ necessario, pertanto, approfondire le conoscenze su questa nuova problematica e definire su base europea standard di sicurezza, anche a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori esposti per lunghi periodi a campi e onde elettromagnetiche vicino, per esempio, a installazioni radio-tv, a installazioni radar, antenne di telefonia mobile, sistemi antifurto usati nei negozi. Sostegno dei servizi sanitari dei nuovi Stati dell’Unione: i sistemi sanitari dei paesi dell’Europa centrale e orientale sembrano nettamente meno efficaci ed efficienti rispetto a quelli degli Stati membri fondatori e, dato che tra sviluppo economico e salute c’è un rapporto praticamente diretto, sarà indispensabile sostenere questi Paesi per migliorare i loro sistemi sanitari.

L’EUROPA E LA CULTURA.
In un mondo globalizzato, le interazioni tra culture, economie e popoli non sono solo necessarie ma anche desiderabili e possono contribuire ad acquisire una coesione sociale. La forza dell’UE è precisamente la sua unità e la sua diversità. Italia dei Valori è in favore della promozione e del mantenimento di questa diversità. Rivendichiamo la necessità di sviluppare strategie per accelerare la cooperazione e la partecipazione di nuovi stati membri nel settore della cultura. Le differenze linguistiche sono uno degli aspetti dell’Europa e dovrebbe essere rafforzata in tutti i settori della politica culturale, compresi l’educazione e i media. L’UE dovrebbe sostenere e promuovere le lingue meno utilizzate come parte dell’eredità culturale europea. Educazione: Crediamo che 1’UE debba rimuovere gli ostacoli per le opportunità di apprendimento e andare incontro ai cambiamenti educativi del 2l° secolo legato alla globalizzazione e alla società dell’informazione, compreso l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Italia dei Valori considera che l’assunzione e la mobilità del lavoro deve essere rafforzata incoraggiando la mobilità nel settore educativo, attraverso il pieno riconoscimento delle qualifiche e promuovendo gli strumenti del linguaggio. Tutti i giovani dovrebbero essere in grado di parlare almeno due lingue straniere. Un anno di studio in un altro Paese Europeo dovrebbe essere reso possibile in tutte le Università, attraverso programmi come Erasmus e Leonardo. I Paesi vicini, che potrebbero diventare membri in futuro, dovrebbero pure essere coinvolti nei programmi di scambio. Dovrebbe altresì essere possibile migliorare i metodi di insegnamento delle lingue a livello UE attraverso scambi di esperienze e di buone pratiche. Ricerca: Italia dei Valori sostiene i principi di libertà accademica e di pluralismo. Le priorità della ricerca dovrebbero essere determinate da un mix di considerazioni commerciali, politiche ed accademiche, ma è fondamentale che i criteri di finanziamento non incidano sulla libertà e sull’indipendenza accademica. Un modo per dare grande influenza ai ricercatori sulle priorità per la ricerca a livello Europeo è quello di introdurre un sistema di Consigli per la ricerca Europea, i cui membri sono nominati o eletti dalle comunità accademiche europee e che siano responsabili della presa di decisioni sul finanziamento della ricerca in UE. Italia dei Valori si batterà affinché salga il rapporto tra investimenti in ricerca e PIL, secondo le indicazioni di Lisbona, anche attraverso forme di incentivazione fiscale. Informazione: Italia dei Valori combatterà e lavorerà affinché ai cittadini sia assicurata trasparenza e accesso all’informazione. Vogliamo che sia garantito un miglior accesso ai documenti e informazioni, ai pubblici registri, soprattutto via Internet, ed un codice di buon comportamento. Italia dei Valori condivide l’idea che l’accesso ad una informazione libera e pluralistica rappresenti un elemento fondamentale del mercato interno. Continuerà a sostenere la promozione della competizione tra i mezzi di informazione ed una azione vigorosa per combattere i monopoli di informazione. Sul problema della libertà e del pluralismo dell’informazione Italia dei Valori fa propria la recente risoluzione votata, con riferimento alla situazione italiana, dal congresso del Partito Liberale Democratico e Riformatore Europeo (ELDR) nella quale si richiama, tra l’altro, il pericolo della concentrazione dei mezzi di comunicazione ed il profondo effetto che ciò può avere sulla concorrenza nel mercato della pubblicità. La risoluzione prende atto di quanto approvato dal Parlamento Europeo nella seduta del 4 settembre 2003 (Televisione senza frontiere) e cioè che il governo italiano non ha risolto il conflitto di interessi che riguarda il suo Primo Ministro e dichiara poi che: “ il mantenimento di una sana competizione e pluralismo nei mezzi di informazione è essenziale per il mantenimento di un livello sostanziale di democrazia nell’Unione Europea”. E ancora: “…si impegna attraverso i partiti membri a premere sui governi nazionali affinché inseriscano nell’agenda nazionale, europea e di politica estera la questione della dominanza sui mezzi di informazione e del suo abuso”.

PER UNA GIUSTIZIA EUROPEA.

Nelle società di oggi le attività criminali ed il terrorismo non rispettano le frontiere, pertanto le attuali procedure legali di frontiera hanno bisogno di essere migliorate. Italia dei Valori condivide la necessità di creare una genuina area di libertà, sicurezza e giustizia in Europa, che possa garantire al cittadino il diritto al libero movimento e che assicuri sicurezza, ordine pubblico e libertà civili. Misure di lotta al terrorismo ed al crimine organizzato sia attraverso la legislazione che la cooperazione UE devono essere legittime e proporzionate rispettando la sfera delle competenze nazionali. La Giustizia è un terreno significativo della verifica di crisi o bontà di un sistema. L’altissimo numero di cittadini che si rapportano con essa (imputati, parti offese, creditori, inadempienti, testimoni) determina la valenza sociale del settore. Il processo di integrazione europea, deve quindi inevitabilmente fare i conti con il suo funzionamento: la collaborazione ed il reciproco riconoscimento tra le autorità giudiziarie e di polizia nazionali costituiscono la base indispensabile per qualsiasi azione e chi ponesse in discussione l’autonomia e l’indipendenza dei sistemi giudiziari, si metterebbe, di fatto, contro l’Europa e contro gli europei. Italia dei Valori intende operare lungo la direttrice dell’omologazione dei sistemi di difesa, prevenzione, repressione, reintegrazione dei diritti violati ed elusi. La considerazione della centralità dell’uomo, titolare di diritti e doveri, destinatario di precetti, omogeneo nei bisogni ed interessi, nella assenza di frontiere, non può non far ritenere essenziale la prospettiva di realizzare il sogno del corpo unitario delle leggi e delle procedure. È una strada difficile, solo riflettendo sulla complessità e sui tempi di revisione di singoli ordinamenti statuali. L’impegno che intendiamo assumere è quello della costituzione di una commissione europea per il diritto (penale, civile, minorile, amministrativo, societario, processuale) europeo. L’organismo che vorremmo creare non è un tavolo dei ministri delle comunità, ma una sede per il passaggio dallo studio del diritto comparato a quello del progetto per il futuro, coinvolgente il mondo scientifico e gli operatori. La Costituzione Europea deve avere, infatti, quale diretto risultato dei principi, la legge della quotidianità, la legge dei cittadini europei, la legge per la soluzione dei conflitti, delle sanzioni, delle procedure, della risposta della Giustizia agli interessi e bisogni del cittadino. Da decenni la politica dei trattati e delle convenzioni, ha cercato di assicurare la giuridica regolamentazione di problemi condivisi, nel principio della reciprocità degli ordinamenti statuali. Occorre, ora, un salto di qualità, perché il movimento della storia è inarrestabile e si impone un pensiero nuovo, un comune sentire, un comune lavoro. L’Europa della moneta unica, dei mercati, della cultura, della politica estera, deve diventare anche l’Europa del diritto e delle regole comuni, con il codice europeo delle leggi sostanziali e processuali. L’Italia dei Valori sottolinea la necessità di completare la costruzione di un’area di libertà, sicurezza e giustizia, che comprende l’adozione di standard minimi sulle procedure di giustizia criminale e di sicurezza nell’Unione; considera inoltre che potrebbe essere necessario stabilire un obiettivo finale provvisorio per assicurare una maggiore cooperazione e armonizzazione giudiziaria nell’Unione dato che le attuali disposizioni del Trattato non sono ancora state sufficientemente sviluppate e attuate; sottolinea l’importanza di garantire un processo decisionale democratico, trasparente e efficace di controllo nelle aree di polizia e giustizia che includono le attività di Europol e Eurojust.

CREDITO E USURA.

L’Italia dei Valori, è il primo partito che abbia avuto il coraggio di affrontare la nascita di un dipartimento prevenzione “usura” teso alle problematiche economiche,finanziarie e sociali dirette e correlate al il sistema del credito. Problematiche così diffuse da coinvolgere direttamente o indirettamente un terzo della popolazione italiana. Il fenomeno dell’usura colpisce in modo particolarmente duro la società civile e spesso si accompagna a manifestazioni di violenza da parte delle organizzazioni criminali che controllano la grave forma di illecito L’azione di contrasto posta in essere dalle forze dell’ordine mira, a tutelare sia il mercato sia i singoli operatori economici o privati cittadini, che incappano nelle maglie di coloro che sfruttano lo stato di bisogno altrui, ma non è sufficiente. Per uno strano paradosso è lo stesso sistema del credito che favorisce ed alimenta l’usura. Infatti è proprio nell’attività di gestione del credito una delle cause, se non la principale causa, dell’usura e dei fallimenti in quanto si perseguono obiettivi che non sempre corrispondono alla realtà dei fatti; anche perché l’uomo, viene visto in termini solamente economici e non come realtà complessa. L’Europa può essere l’assemblea dove tali problematiche possono avere una risposta più organizzata ed efficace, permettendo di ristabilire equità nei rapporti contrattuali tra i soggetti che domandano e offrono denaro, ma soprattutto sterilizzando le opportunità di cui si avvale l’organizzazione criminale per adescare le proprie vittime. Attuando ad esempio politiche di sensibilizzazione nei confronti del sistema bancario e favorendo le organizzazioni di volontariato di mezzi idonei ed efficienti per combattere il malcostume e favorire i soggetti più deboli, offrendo loro sostegno sociale, economico e finanziario in modo più diretto e radicato in tutto il territorio italiano. Nello scenario delle globalizzazioni dei mercati e del sistema bancario (vedi gli accordi tra le banche centrali tipo Basilea1 e Basilea2, volta a dare procedure standard per la concessione del credito) sempre più rilevante diviene l’esigenza di ascoltare coloro che potrebbero apportare opinioni, punti di vista, molto importanti per permettere quella armonizzazione tra obiettivi economici aziendali, principi di economicità, e domanda/offerta del credito. Italia dei Valori vorrà essere l’ancora di salvezza per quelle persone, cittadini o soggetti economici, che si sentono rifiutati e traditi da un sistema politico che privilegia il più forte, lo scaltro, il furbo, sostenendo schemi logici-razionali volti a realizzare il massimo profitto ed annientare esistenze, famiglie in nome della sana concorrenza. Evitare il ricorso all’usura attraverso la formazione di una nuova “cultura” che rinneghi il prestito illegale e attraverso l’offerta di concrete soluzioni alternative.

ITALIANI ALL’ESTERO.
Vogliamo che a tutti i cittadini sia assicurato l’accesso alla giustizia e il completo e semplificato riconoscimento dei giudizi civili e commerciali allo scopo di facilitare la vita quotidiana di un crescente numero di cittadini europei, che vivono e lavorano in Europa oltre che nel loro paese. Ciò vale in particolare nei casi di nascite, adozioni, matrimoni, testamenti, incidenti e ricorsi ai tribunali. In tal senso proponiamo l’emanazione di una Direttiva sull’armonizzazione delle legislazioni nazionali. Nel significato dell’emigrazione, sacrificio e ricchezza sono due facce della stessa medaglia, sia per chi è partito sia per chi è rimasto sul suolo patrio. L’emigrato italiano è stato oggetto di un’importante evoluzione ed interessa oggi intellettuali e scienziati costretti all’espatrio dalla storica carenza di risorse nel campo della ricerca italiana. Proponiamo innanzitutto una cambiamento delle misure indirizzate all’emigrazione di ritorno ed al sostegno alle comunità italiane in difficoltà, che devono essere depurate da ogni perniciosa carica ideologica o populista. Italia dei Valori ritiene che il forum appropriato per trovare soluzioni sensate, percorribili e non demagogiche a questi problemi sia quello dell’Unione Europea. Riteniamo che l’assistenza diretta in loco sia in generale da preferirsi in quanto consente la ricostruzione del tessuto sociale nel paese di emigrazione ed è pagante nel medio-lungo periodo. In ambito UE bisogna avviare negoziati bilaterali e ricercare soluzioni per i problemi relativi al recupero dei contributi previdenziali versati dai cittadini al rientro nel paese di origine (il cosiddetto libero passaggio). Allo scopo di agevolare la costituzione di un vero e proprio “Commonwealth dell’emigrazione italiana”, va valutata la possibilità di introdurre l’estensione del principio della “continuità territoriale” nei trasporti aerei alle comunità italiane. Integrazione. Riteniamo inoltre prioritario l’avvio di negoziati Bilaterali ispirati al principio della reciprocità con i paesi non appartenenti all’Unione Europea perché sia effettivamente riconosciuto il pieno godimento dei diritti politici attivi e passivi a tutti i livelli elettivi ai lavoratori residenti
non occasionali. Proponiamo inoltre l’istituzione di un difensore civico degli Italiani all’estero, al quale potranno rivolgersi i cittadini italiani residenti all’estero che ritengano di essere stati lesi nei propri diritti di cittadinanza dal comportamento delle autorità consolari e diplomatiche italiane.

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