Ecco il nostro bel programma elettorale femminista. I soldi? Le coperture?…. Neppure per i programmi presentati dai partiti
di Giovanna Badalassi
E con ieri sera, con Renzi e Berlusconi in contemporanea in prima serata, non possiamo fare più finta di niente. E’ vero. Siamo in campagna elettorale.
Finora avevamo evitato di approfondire, sorvolato sui titoli dei giornali, schivato i discorsi degli amici, glissato sulle nostalgie dei nonni. Eppure anche così trasudava per ogni dove un senso di campagna elettorale circense, un “venghino siori venghino” in cui si fa a gara a chi la spara più grossa.
Allora, dato che questa scissione collettiva dalla realtà pare una scelta condivisa da tutte le forze politiche, chi più chi meno, e visto che la fatidica domanda “dove si trovano i soldi?” ottiene le stesse risposte di una serata di Trivial tra amici, scusate, eh, ma ci proviamo anche noi.
Ci facciamo il nostro bel programma elettorale femminista.
Come? Non ci sono i soldi? Le coperture?
Beh, una delle poche verità delle quali siamo certe è che non ci sono i soldi per niente o per tutto a seconda della volontà politica. Uno Stato che spende ogni anno fantastiliardi di euro può ridisegnare la propria spesa come e quando vuole, basta volerlo politicamente.
Appunto.
E quindi eccolo, il nostro tentativo di programma elettorale femminista. Un po’ arruffato, incompleto in ordine casuale e certamente condizionato dalle esperienze personali. D’altronde, per raggiungere il livello dei programmi che si sentono in questi giorni, ci è parso indispensabile un aiutino, una signorile e controllata sbronza allo Spritz che ci ha dato quel quid di “visione” in più.
Lavoro:
Sgravi fiscali o altre forme di premio per le aziende che assumono donne con contratti a tempo indeterminato, che fanno orario flessibile e che si impegnano nella conciliazione/Welfare aziendale. Bello, il Piano industria 4.0. Vogliamo il Piano Femminsta 4.0!
Congedi parentali obbligatori per i padri per gli stessi giorni concessi alle madri. Senza se e senza ma.
Tolleranza zero e corsie privilegiate nei tribunali per le cause di lavoro riguardanti donne incinte, che abbiano appena partorito, che abbiano subito violenza o discriminazioni. Risoluzioni in termini brevissimi e spese legali a carico dello stato o dell’azienda. Sanzioni esemplari che facciano passare la voglia a certi imprenditori di riprovarci.
Famiglia:
Asili nido gratis come le scuole dell’obbligo per tutte le famiglie che ne facciano richiesta e con orari compatibili con il lavoro dei genitori.
Possibilità di scaricare dalla dichiarazione dei redditi tutto lo stipendio della baby sitter o della badante, non solo i contributi.
Prelievi forzosi e immediati da parte dello Stato per gli assegni di mantenimento che i padri separati non pagano. Se quei soldi sono dovuti, sono dovuti. Punto.
Violenza e molestie:
Corsi annuali di prevenzione della violenza di genere nelle scuole di ogni ordine e grado, educazione al rispetto e all’affettività.
Campagna mediatica nazionale ad azione capillare contro la violenza di genere e gli stereotipi sessisti. Per azione capillare si intende lavaggio del cervello di un’intera nazione. Tolleranza zero verso la pubblicità sessista.
Centri antiviolenza e case rifugio finanziate dallo Stato con modalità permanenti.
Servizi sociali molto, ma molto, rinforzati, con assunzione di innumerevoli assistenti sociali adeguatamente formate e supervisionate.
Agevolazioni all’assunzione per le donne vittime di violenza.
Assistenza psicologica ottima, abbondante e gratis per le donne vittime e per i loro figli.
Pene esemplari per uomini condannati come autori di violenza. Una vittima è già troppo, non devono essere un pericolo anche per altre.
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