(AGI) – Roma, 1 ago. – Un primo risultato la ‘protesta rosa’ nell’Unione l’ha gia’ ottenuto, con la risposta pubblica ed impegnativa del Professore, leader in pectore della coalizione. Ma ora, fanno notare in coro le donne del centrosinistra a parlare debbono essere i partiti, il vero ‘ostacolo’ ad una svolta al femminile nella politica italiana. Ricevuta sabato scorso, la lettera firmata da ben 50 deputate dei partiti d’opposizione, Romano Prodi non ha fatto trascorre neppure il week end. Ieri ha preso carta e penna per la replica pubblica sul ‘Corriere della Sera’. “Care amiche, prendo atto della vostra protesta per il numero troppo scarso di donne presenti ai lavori dell’Unione a San Martino in Campo, proprio all’indomani della nomina di 7 donne e 5 uomini ai tavoli tematici chiamati a scrivere le linee guida del programma” scrive Prodi che definisce quest’ultima scelta “il primo risultato del mio impegno a sostenere le vostre ragioni”. “Ma il mio impegno – dice ancora il Professore – da solo non bastera’ a risolvere un problema cosi’ importante e decisivo per il cambiamento dell’Italia… occorre essere consapevoli che tocca a tutti gli interlocutori…” battersi per incrementare il ruolo delle donne: “ai partiti, alla societa’ civile e a voi stesse”. Soddisfatte per la solerzia di Prodi, le donne dell’Unione auspicano, pero’, “fatti concreti” che segnino la svolta e che possono venire solo dai partiti, a cominciare dai loro leader. “La lettera di Prodi e’ apprezzabilissima – sostiene la diessina Livia Turco – un’ottima risposta ma la nostra lettera era rivolta anche ai segretari dei partiti e quindi adesso aspettiamo cosa dicono quelli che sono di fatto gli interlocutori fondamentali”. Meno diplomatica e’ un’altra diessina che guida la Sinistra ecologista, Fulvia Bandoli. “Mi pare – spiega – che da Prodi sia giunto un segnale di maggiore consapevolezza. Qui pero’ non e’ solo un problema di numeri, di quantita’, quello che non e’ ancora tutelato e’ il profilo femminile dell’Unione quindi non
solo le persone ma i contenuti. Abbiamo una coalizione larghissimamente maschile. Quanto poi alla decisione di dare la responsabilita’ a molte donne dei gruppi di lavoro tematici per il programma: sappiamo che alle donne vengono sempre affidati gli incarichi piu’ complicati, lavori preziosi quanto invisibili. Si fa tutto quanto volentieri ma e’ ora che ci vengano aperte le porte per le sedi decisionali vere, parlo dei programmi ma anche delle candidature”.
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