In ripida scesa
scroscia la pioggia,
il fiume muggisce e s’ingrossa,
furioso il vento
foglie e rami all’albero strappa,
cade il nido non c’è più difesa;
nel turbinio
impaurite le case si tengono strette
e mille e mille voci a dire:
qualcosa, qualcosa di strano
nell’aria serpeggia.

LE LAVANDAIE

Batte il panno su logora pietra
sapone ed acqua
acqua e sapone
tutto profuma schiuma e sbianca
camicie sottane e culotte
poi giù ancora nell’acqua
che taglia la mano
e strizza e spruzza
e sferza la pietra.

Roche le voci cantano in coro
“Caro il mio bene
Scaldami il core”
… e tu antica fonte
dall’aria severa
attenta ascolti.

Adriana Centi
Poesie – 1994-1997, Nuova Impronta Edizioni, 1998

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