Perché non incoraggiamo i ragazzini e gli uomini ad interessarsi a settori lavorativi tradizionalmente femminili? Forse perché non consideriamo come valore maschile il prendersi cura di qualcuno?
di Federica Gentile (Ladynomics)
Se non siete vissuti finora in esilio sulla cima di una montagna, dovreste sapere che è importante che le bambine e le ragazze si interessino alle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e che quindi aspirino a diventare scienziate ingegnere, programmatrici, etc. tutti campi lavorativi considerati appetibili nel ventunesimo secolo e -sarà un caso?- tutti mestieri tradizionalmente maschili.
Le iniziative e gli articoli sul tema abbondano e giustamente; infatti come riportato da Alley Oop “i dati del MIUR riferiti alle lauree magistrali del trascorso anno accademico (2017) indicano una concentrazione femminile superiore all’80% nelle seguenti classi di laurea magistrale: Linguistica; Psicologia; Storia dell’arte; Scienze per la conservazione dei beni culturali; Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale; Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua; Scienze pedagogiche; Servizio sociale e politiche sociali.” I dati ISTAT relativi all’occupazione riflettono questa situazione: le donne rappresentano solo il 23,1% degli Specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali e il 18% degli Ingegneri, architetti e professioni assimilate. Non parliamo poi della politica: mai come in questo momento e’ chiaro come fare politica sia percepita come un’attivita’ principalmente maschile; infatti nella crisi di governo le voci che si sono sentite sono state soprattutto voci di uomini.
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