In questa fredda alba i ricordi cominciano a tracimare: non riesco ad arginarli!
I ricordi bussano e la memoria è una grande cassa di risonanza. Alcune ombre battono con fragore. Vogliono essere ascoltate. Tintinnano sulla pelle come timpani: l’eco mi porta lontano e la memoria diventa sogno. Un sogno che attraversa l’anima e si racconta mentre le pagine annodano i frammenti con i quali il tempo si costruisce la memoria.
I ricordi fanno il tempo e nel tempo s’insinuano vita e morte. Ma dove finisce la vita e comincia la morte o dove comincia la vita e finisce la morte? Lo scrittore inventa la vita che vive o vive la vita che inventa? Lo scrittore è “pazzia”? I fantasmi ritornano a vivere nelle parole ed io ho necessità di reinventare i miei morti mentre i misteri mi abbracciano con le loro radici, graffiandomi l’anima.
Bussano i ricordi sul tamburo della memoria. Assordano l’alba. Ho rincorso l’infanzia e ho raccolto frammenti di età che ora chiedono di essere restituiti al tempo. Ci sono sconfitte e parole che andrebbero dimenticate. Quest’alba è sempre più fredda. Dietro i vetri, sull’alto di un albero, un punto di stella.
E’ tempo che la recita finisca.

p.s. il vero carnefice dell’uomo non è la morte, ma quando la memoria…

Gabriella Quattrini

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