di Nadia Angelini

La bravura, che diviene melodia sonora, nei versi eclettici e segreti di Emily Dickinson conduce là, dove sembra facile coglierne l’essenza, per poi stupirsene alla resa dei conti.
Donna particolarmente complessa, fu questa poetessa; anima eletta e tormentata, che nelle emozioni ravvisò la sua vena lirica e divenne preda e prigioniera dei suoi stessi turbamenti.
Nata nel Massachussetts, in un piccolo centro di cultura puritana, (la sua famiglia era Calvinista) non si concesse mai grandi viaggi.
Di lei è ricordata la scarsa propensione a spostamenti, seppure minimi.
Visse gran parte della sua giovinezza divisa tra la sua casa e le visite che compiva presso i suoi parenti.
All’età di diciassette anni, entrò a far parte della Amherst Academy e successivamente si iscrisse alle scuole superiori di South Hadley.
Forte di carattere, volitiva nelle azioni, Hemily tradusse i sentimenti in alti concetti di lirismo assoluto.
Si innamorò molte volte; quasi sempre della persone sbagliate; tuttavia più che nelle sue poesie resta traccia di questi stati d’animo, nelle numerose lettere che furono ritrovate alla sua morte.
Quando conobbe Samuel Bowles, sembrò dimenticare la sofferenza procuratale dall’amore non corrisposto per il Reverendo Charles Wadsworth, che aveva anche moglie.
Samuel, Direttore dello Springfiel Daily uomo anch’egli di grande cultura, svolse un ruolo di primaria importanza nella vita della scrittrice: esiste a testimonianza di ciò, una fitta rete epistolare tantochè Il 1861 fu l’anno di maggior furore poetico per la Dickinson.
Una malattia agli occhi, la costrinse ad una lunga degenza presso una casa di cura specialistica; di qui il desiderio di escludersi dal mondo per vivere appartata tra le pareti domestiche.
L’innamoramento per un vedovo che frequentava la sua casa, perchè amico del padre, sconvolse ancora la sua anima, ormai prigioniera di se stessa.
La morte della madre la prostrò a tal punto che non riuscirà più a sollevarsene.
Morirà il 15 maggio1886, nella sua casa di Amhrest, dove era nata il 10 dicembre del 1830.
In quel momento ogni sua opera, eccezion fatta per qualche piccola pubblicazione su riviste letterarie, risultava inedita.
La sorella di Emily, Winnie, dopo la morte della scrittrice, entrò in possesso di circa 400 composizioni che decise di dare alle stampe poiché, da fonti critiche, furono ritenute eccellenti.
Bisognerà, però, attendere il 1955 perchè si sveli completamente l’alta natura poetica che pervadeva ogni suo lavoro.
Fu infatti la nipote Martha, figlia di suo fratello, a decidere di pubblicare la grande produzione letteraria della zia.
E… la storia ci riporta la figura di una donna fiera e consapevole; di una Musa che cantò i suoi sentimenti più nascosti, sia che fossero di tipo amicale o passionale.
Non condusse mai vita mondana, pure fu legata strettamente ad altri, innumerevoli destini, seguendone le fila attraverso la sua ricca collezione epistolare.
La Dickinson, non fu poeta della sua terra; non mai etichettata in alcuna corrente letteraria che, in quel periodo storico, differiva macroscopicamente dal suo intenso lirismo. Le sue metafore (a volte addirittura incomprensibili) denotano, alla comprensione, una struggente malinconica sensibilità.
Perché mai un’artista di tale entità non ha avuto il giusto riconoscimento in tempi più brevi?
Tutto ciò, potrebbe essere un risvolto che va a sposarsi col detto antico come il mondo ”Nemo profeta in patria sua”; per quanto riguarda, invece comprendere la donna Emily… beh! Credo che sia improponibile scavare tra le pieghe d’anima che rappresentano i suoi versi, riuscendo infine a leggervi l’essenza pura di chi, veramente, fu questa donna.
Ha esplorato la natura che la circondava; l’ha tramandata ai posteri così, nel modo in cui lei comunicava e si fondeva in essa.
Ha cantato l’amore, ed ancora lo riviviamo nei suoi versi, come lei lo visse.
Ha parlato spesso di morte: interiormente tormentata com’era forse non la temeva che un poco!

Addio alla Vita che ho vissuto-
E al Mondo che ho conosciuto-
E Bacia le Colline, per me, basta una volta-
Ora – sono pronta ad andare

Così, come questo uso improprio di maiuscole resta un mistero; tale rappresenta a volte la figura di questa donna, in tutte le varie sfaccettature.
La sua Poesia… è si un enigma; poiché nessun capolavoro è in grado d’essere completamente compreso.
Ma Lei, Lei era Emily Dickinson.

Nadia Angelini

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