Il Brasile rompe il ghiaccio grazie alla judoka cresciuta nella Cidade de Deus: «Spero di essere di esempio ai bambini che vivono ancora lì»
Rafaela Silva festeggia così l’oro conquistato alle Olimpiadi
Paolo Brusorio, Inviato a Rio de Janeiro
Siccome il primo oro non si scorda mai quello del Brasile ha un motivo in più per rimanere indelebile. Rompere il ghiaccio per il Paese ospitante non è mai facile se non ti chiami Stati Uniti o, una volta, Russia. Così il Brasile ci ha messo 72 ore per vedere salire la bandiera verde oro e sentire l’Hino Nacional.
E il merito è di Rafaela Silva, prima nel judo, categoria -57 kg. La storia di Rafaela è simbolica, se ce n’è una, di questo paese: è cresciuta in una delle favela più famose della città, la Cidade de Deus, quella che fa da scenario a City of God. Il film, girato nel 2002 e diretto da Fernando Meirelles, tra i tre registi della Cerimonia d’apertura dei Giochi (ecco che tutto si tiene) racconta la vita in quel pezzo di Rio che fatica a stare al mondo e allora si crea un mondo a sé. Rafaela Silva lì dentro, in quelle case di cartapesta, ci è cresciuta fino a trovare una strada che l’ha portata all’Instituto Reacao. Lì il judo era nelle mani nobili e capaci di Flavio Canto, bronzo olimpico nel 2004.
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