Cari amici,
come forse gia’ sapete, in queste ultime settimane si sta completando la raccolta delle firme per promuovere un referendum abrogativo della legge sulla procreazione assistita.
Il referendum in questione non ha una vera e propria “bandiera di partito” giacche’ e’ stato promosso dall’Associazione Luca Coscioni, ma vede impegnati diversi schieramenti politici. Ci sono i Radicali, ma ci sono anche i DS, i Verdi, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, i socialisti, la componente laica della Margherita (ed anche della Casa delle Liberta’). Ci sono soprattutto tante associazioni sindacali, non profit e di Volontariato.
Ci siamo anche noi dell’Italia dei Valori. Partecipiamo a questa iniziativa con senso di responsabilita’ e con profondo rispetto per chi – come ad esempio il mondo cattolico tradizionale – la pensa invece diversamente da noi. Comprendiamo bene che, su una materia delicata come la procreazione, entrano in gioco delicate questioni di religione, etica e genetica umana. D’altronde anche a noi il rischio di manipolazioni dell’essere umano fa paura. Pero’ partecipiamo alla raccolta delle firme per due ordini di ragioni fondamentali: una di metodo ed una di merito.
Quanto al metodo, riteniamo che, per un principio di elementare democrazia, bisogna rimettersi, in casi di questo genere, alla volonta’ della maggioranza dei cittadini. Il referendum e’ il piu’ diretto strumento democratico che hanno in mano gli elettori per decidere la soluzione da adottare. Firmare il quesito referendario vuol dire, quindi, dare la possibilita’ ai cittadini di esprimere il loro parere ed accettare il responso della maggioranza di essi, come si usa fare in ogni democrazia evoluta.
Quanto al merito, ci riconosciamo nella valutazione che – della attuale formulazione legislativa – danno numerosissimi scienziati e personalita’ del mondo accademico e culturale (Rita Levi Montalcini l’ha definita “una legge inaccettabile ed immorale”, per Margherita Hack e’ “una legge vergognosa che ci riporta ai tempi di Galileo Galilei”, per Umberto Veronesi “una legge ingiusta”, oltre 2.500 scienziati, professori universitari e luminari della scienza hanno sottoscritto un appello per una sua urgente revisione al fine di evitare danni immensi al diritto alla salute).

In sostanza, vogliamo abrogare la legge per le seguenti ragioni:

1. perche’ la legge vieta la ricerca sulle cellule staminali embrionali, cioe’ la speranza di cura per 10 milioni di malati italiani,specie per i malati di Alzhaimer e di Parkinson (infatti la legge vieta qualsiasi ricerca sugli embrioni, compresi quelli soprannumerari destinati ad essere eliminati);

2. perché la legge obbliga il medico a trattamenti pericolosi per la salute della donna. Limitando a tre il numero degli ovociti da fecondare, e impedendo il congelamento degli embrioni, la legge diminuisce le probabilità di successo della fecondazione assistita, costringendo le donne a ripetuti trattamenti che aumentano il rischio di danni alla salute;

3. perché la legge vieta l’accesso alle tecniche di procreazione assistita alle coppie portatrici di malattie genetiche, ma non sterili. In Italia considerando le diverse malattie genetiche è un problema che riguarda moltissime coppie;

4. perché la legge obbliga la donna a far nascere un bimbo malato o interrompere la gravidanza, nel caso di trasmissione di malattie genetiche. La legge obbliga il medico ad impiantare nell’utero tutti gli embrioni (anche quelli portatori di malattie genetiche), costringendo la donna alla scelta tra far nascere un bimbo malato o abortire;

5. perché la legge impedisce di avere un figlio quando entrambi, o uno dei due membri della coppia, siano completamente sterili. E’ infatti vietata la fecondazione eterologa (ossia con utilizzo di seme od ovociti da donatori esterni).

La nostra partecipazione alla raccolta delle firme, insomma, non è né vuole essere una battaglia di religione ma di civilta’ e di progresso, basato sul principio della laicita’ dello Stato rispetto alla Chiesa e di reciproco rispetto tra le due istituzioni (come peraltro previsto nel nuovo Concordato).

On.le Antonio Di Pietro- Presidente IDV

altop - REFERENDUM SULLA PROCREAZIONE ASSISTITA Antonio Di Pietro

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