(DIRE) Roma, 1 apr. – “Si e’ molto parlato delle candidate alla presidenza delle regioni ma ad urne chiuse e a conti fatti le donne sono largamente sottorappresentate”. E’ quanto rileva la responsabile Pari opportunita’ della Cgil, Serena Sorrentino, per la quale la scarsa presenza “dal punto di vista democratico e’ un segnale profondo di arretramento sul terreno della rappresentanza ma anche sul grado di evoluzione dei sistemi regionali”. Su questo punto la sindacalista afferma che “se e’ vero che il voto di preferenza penalizza le donne, occorre riaprire il dibattito sulla democrazia paritaria e sugli strumenti per conseguirla, compresa la revisione dei meccanismi legislativi regionali per eleggere gli organi di governo istituzionale”. Per la Cgil “il ministro delle Pari Opportunita’, ancorche’ candidata, avrebbe dovuto prima, e a maggior ragione ora, convocare almeno una volta la Commissione Nazionale delle Pari Opportunita’ tra uomo e donna”, ma soprattutto “la mancanza di donne pone problemi rilevanti rispetto all’ orientamento delle attivita’ di programmazione e di intervento regionali. Su segmenti importanti della vita economica e sociale come la sanita’, le politiche sociali, l’ istruzione, la sicurezza, la formazione, il lavoro, su cui hanno competenza le regioni, il fatto che non vi siano donne che possano portare una visione di genere all’ impatto delle politiche di sviluppo e nella garanzia dei diritti fondamentali e’- conclude- questione che ha implicazioni sociali e culturali profonde”.
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