A New York, nel Greenwich Village, il Centro Primo Levi vuole «resuscitare un mito e parlare di ebraismo italiano negli Usa»

van - RIAPRE 
 VANNI, LA PRIMA LIBRERIA ITALIANA D'AMERICA

NEW YORK – Sante Fortunato Vanni arriva a New York nel 1884 e ben presto diventa l’angelo degli immigrati italiani nella Grande Mela. È lui, infatti, che scrive sotto dettatura le lettere d’amore e d’amicizia che arriveranno dall’altra parte dell’Oceano Atlantico per raccontare come vivevano gli italiani d’America a quelli italiani che invece erano rimasti in Italia. Ma Sante Fortunato Vanni, oltre a scrivere, legge. E apre una libreria, la Vanni appunto, che è ricordata come la prima libreria italiana d’America. Che resta aperta e vivace, quasi un centro culturale si direbbe oggi, ovviamente nel centro del Greenwich Village. Fino al 2004, quando si tirano giù le serrande definitivamente.
Oggi però la libreria rinasce e lo deve anche al Centro Culturale Primo Levi, perché «L’obiettivo – spiega Alessandro Cassin, direttore editoriale del Centro e figlio di quell’Eugenio Cassin che, con la piccola casa editrice Orion Press a Londra, pubblicò la prima edizione in inglese di “Se questo è un uomo” nel 1959, è puntare i riflettori sulla storia dell’ebraismo italiano in America, ma anche resuscitare un mito».
«l’obiettivo – spiega Alessandro Cassin, direttore editoriale del Centro – è puntare i riflettori sulla storia dell’ebraismo italiano in America, ma anche resuscitare un mito».
L’appuntamento è ancora nella sede storica della 12° strada, dove per l’occasione, si ricomincerà a parlare italiano.

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