LAVORO: ISTAT, RICATTO SESSUALE PER 842 MILA DONNE
Roma, 15 set – Sono 842 mila (il 5,9 per cento) le donne di 15-65 anni che, nel corso della vita lavorativa, sono state sottoposte a ricatti sessuali sul posto di lavoro, l’ 1,7 per cento per essere assunte e l’ 1,7 per cento per mantenere il posto di lavoro o avanzare di carriera. Le donne a cui e’ stata chiesta una ” disponibilita’ sessuale” al momento della ricerca del lavoro risultano essere quasi mezzo milione, pari al 3,4 per cento. E’ quanto emerge dalla statistica in breve ” Le molestie sessuali e i ricatti sessuali sul lavoro” presentata oggi dall’ Istat. Negli ultimi tre anni, secondo i dati raccolti dall’ Istat, sono state 227 mila (l’ 1,6 per cento) le donne che hanno subito ricatti sessuali; all’ 1 per cento e’ stata richiesta la disponibilita’ sessuale al momento dell’ assunzione (per un totale di 140 mila donne), lo 0,4 per cento e’ stato ricattato per essere assunto (per un totale di 61 mila donne) e lo 0,5 per cento per mantenere il posto di lavoro o avanzare di carriera (per un totale di 65 mila donne). Cio’ che caratterizza maggiormente le vittime di ricatti sessuali nel corso della vita, evidenzia l’ istituto di statistica, e’ il fatto di avere un titolo di studio elevato: le donne che presentano il tasso di vittimizzazione piu’ basso hanno, infatti, al massimo la licenza elementare (1,8 per cento nella vita e 0,1 per cento negli ultimi tre anni). Nel 75,9 per cento dei casi la vittima subisce un solo ricatto dalla stessa persona, ma la frequenza e’ molto diversa a seconda del tipo di ricatto: tra i ricatti per assunzione, il 19,1 per cento delle vittime ne ha subito piu’ di uno dalla stessa persona, mentre per le richieste di disponibilita’, la quota delle donne che ha avuto piu’ di un episodio e’ pari al 16,6 per cento, contro il 43,3 per cento dei ricatti sessuali per carriera o per mantenere il posto di lavoro. Evidentemente, la vicinanza vittima-carnefice favorisce l’ intraprendenza del secondo. Quando una donna subisce un ricatto sessuale, nell’ 81,7 per cento dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro (80,2 per cento negli ultimi tre anni). Solo il 18,3 per cento di coloro che hanno subito ricatti nel corso della vita ha raccontato la sua esperienza, soprattutto ai colleghi (10,6 per cento). Quasi nessuna delle vittime ha denunciato l’ episodio alle forze dell’ ordine. La motivazione piu’ frequente per non denunciare il ricatto subito nel corso della vita e’ la scarsa gravita’ dell’ episodio (28,4 per cento), seguita dall’ essersela cavata da sole o con l’ aiuto dei familiari (23,9 per cento), dalla mancanza di fiducia nelle forze dell’ ordine o dalla loro impossibilita’ di agire (20,4 per cento) e dalla paura di essere giudicate e trattate male al momento della denuncia (15,1 per cento). (ASCA 15 SET 10)
Oltre metà donne italiane ha subito molestie sessuali o ricatti
Roma, 15 set. -Oltre la metà delle donne italiane tra i 14 e i 65 anni ha subito nell’ arco della vita almeno una molestia sessuale in genere, tra cui anche ricatti a sfondo sessuale sul lavoro: sono 10milioni e 485 mila, il 51,8 per cento delle donne, un numero choc di donne che hanno subito molestie fisiche, molestie verbali, pedinamenti, atti di esibizionismo, telefonate oscene, o ricatti sessuali sul lavoro. Lo rivelano i dati dell’ Istat rilevati nell’ ambito di un’ indagine condotta tra il 2008-2009 sulla “Sicurezza dei cittadini”. Sono più esposte alle molestie in generale o ai ricatti sessuali sul lavoro le donne che abitano nei centri delle aree metropolitane (64,9%) e nei comuni periferici delle stesse 58,%. Vittime, con
valori sopra la media, soprattutto le donne al Nord-Ovest (57,2%) e Nord est 54,3%, e in particolare in Piemonte, (58,9%), Lombardia, (56,9%), Emilia Romagna (56,3%), Liguria (55,5%). Negli ultimi tre anni sono state 3 milioni 864mila, il 19,1 per cento del totale, le donne di 14-65 anni che hanno subito almeno una molestia. Le vittime sono soprattutto le ragazze dai 14 ai 24 anni (38,6%), per le quali la probabilità di subire una molestia è doppia rispetto alla media, seguite dalle 25-34enni (29,5%). I valori più alti riguardano le laureate (26,1%) e le diplomate (22,3%). Negli ultimi tre anni il fenomeno risulta più diffuso tra le dinne del sud. 21% contro il19,9% del Nord Ovest e 17,7% del Nord est.(Apcom 15.9.10)
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