di Nadia Angelini
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E l’alba parlò di Gabriella Quattrini

Gabriella Quattrini, è poeta,… è narratrice? Si, senza dubbio, entrambe le definizioni le appartengono; tuttavia c’è un particolare che non può assolutamente sfuggire nel contesto di un’autrice che, così appassionatamente, ama negare questi suoi eclettici positivismi.
Ho letto abbastanza dei suoi lavori, per averne una idea già molto chiara. Quest’ultimo suo piccolo indovinato ninnolo, da aggiungere ai delicati suoi gioielli, mi ha davvero molto favorevolmente impressionata.
E l’alba parlò… è una piccola raccolta,.. d’amore!
Amore che viene porto a pieno cuore, oso dire, poiché soltanto questo salta agli occhi.
Ho ritrovato tra le sue parole un’ innocenza che sbalordisce, se rapportata ad una donna adulta, un candore di sentimenti che mi ha portato a pensare d’aver sotto gli occhi il diario di una liceale /mi mettevo diligentemente in fila e m’incantavo ad osservare le miriadi di scintille che la pietra focaia sprigionava/.
La sua alba non parla soltanto, la sua alba si colora e vola, di là e sopra il monotono scorrere dei giorni e delle ore!
Non c’è arrendevolezza in lei, in quegli aneliti che la portano a ricordare e desiderar d’ascoltare ancora la voce di Bibì, /Non andartene… parlami del tuo angelo Burk… nostra madre è morta: sono sola!/.
Ho percepito, leggendola, una carica emotiva non comune, una “Vis animi” che, sono convinta, lei non sa di possedere.
M’è parso d’aver davanti un’anima nuda e tra i mille anfratti che custodiva, in piena luce: ho visto tanto Amore.
La malinconia, la solitudine, i rimpianti; tutto è in penombra!
Come può una donna, che sa amare così, essere sola?
Neppure la livida luce della sua alba è riuscita a scolorare, quel meraviglioso ventaglio rosso scarlatto che riflettono, le sue emozioni!
Eccomi… sono io! Sembrano dire le sue parole.
Ed immediatamente si pone, davanti a chi legge, la figlia, la sorella, e soprattutto la madre.
Colei che vorrebbe riavere in grembo suo figlio, per regalargli un’altra fanciullezza.
La stessa donna che, piange di commozione, quando ricorda il successo teatrale della sorella Paola ed ancora quella che si rivolge, con accenti di affettuosa ammirazione, in una sua lettera, al professor Giorgio Carpaneto, dopo aver letto l’opera di Lui, “Rotaie interrate”.
La musicalità che ci viene regalata dai suoi versi, sia quando parla al suo primo amore /sono ancorata a te… senza timone/insieme approderemo dove e quando/l’onda “caparbia che ha rubato il sogno/ si romperà su un cuore di corallo./che quando paragona la sua vita a un filo rosso di trapezio:/Se un giorno Tu vorrai sbendarmi gli occhi/dalle tante bandiere in cui ho creduto/. Oltre che poesia, io la giudico un “Canto alla vita”; il canto di una creatura che si definisce saltimbanco, cantastorie: Poeta, dico io, anima bella e chiara!
La Quattrini ha svelato, in quarta, il suo segreto: quello di regalarsi un sogno prima d’addormentarsi ogni notte. In questa piccola raccolta, edita da “TERRE SOMMERSE”, elegante e di pregevole fattura, lei ha permesso al lettore di far parte di un gran bel “SOGNO”
Complimenti all’autrice!

… per informazioni: Nadia Angelini email 1 - RIFLESSIONI

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