Il giorno dopo l’annuncio da parte di Al Jazeera e altri media africani, non ci sono ancora conferme ufficiali della liberazione della 29enne cooperante italiana Rossella Urru, rapita lo scorso ottobre da un gruppo di estremisti islamici in Algeria. Ieri Al Jazeera aveva citato fonti senegalesi e mauritane (come Sahara Media e l’agenzia Ani) secondo cui Urru sarebbe stata rilasciata, insieme al poliziotto mauritano Aal Ould al-Mukhtar (anche lui rapito), dai sequestratori in Mali in cambio della liberazione di alcuni terroristi, tra cui il maliano “tuareg” Abdel Rahman Madou. Madou era già stato coinvolto nel 2009 in Mali nel rapimento di una coppia italiana, Sergio Cicala, 65 anni, e sua moglie Philomene Kabore, 39 anni, originaria del Burkina Faso. Per questo rapimento Madou era stato condannato a 5 anni di carcere in Mauritania nel 2010.
Secondo quanto riporta oggi l’AdnKronos citando il quotidiano online mauritano “al-Akhbar”, “la famiglia del poliziotto mauritano è in forte ansia per al-Mukhtar perché teme che la trattativa, data ieri per riuscita, sia invece saltata”. “Ora iniziamo ad avere paura”, avrebbero detto i familiari del poliziotto, “perché il governo mauritano non parla e questo è un brutto segno”.
Il Ministero degli Esteri sinora ha tenuto un riserbo quasi assoluto sulla vicenda. Ieri ha parlato solo Margherita Boniver, inviato speciale per le emergenze umanitarie del ministero degli Esteri, che ha invitato tutti alla calma: “Ho parlato con l’unità di crisi della Farnesina, la notizia non è ancora confermata. Siamo molto cauti. Ci auguriamo però che tutto sia vero”. A circa 24 ore dall’annuncio di Al Jazeera, il ministro Giulio Terzi non si è ancora espresso sulla vicenda.
Nel pomeriggio di ieri SkyTg24 e AdnKronos avevano fatto sapere, citando fonti diplomatiche, che Rossella Urru sarebbe stata liberata e che sarebbe già in viaggio verso l’Italia. Ieri sera, su Twitter è circolata insistentemente la voce che Urru avrebbe spedito un fax al ministro degli Esteri Giulio Terzi, dicendo di stare bene. Entrambe queste ricostruzioni non sono state confermate, né dalle autorità italiane né dai familiari di Urru.
Secondo fonti dell’Agence France Presse, i rapitori avrebbero chiesto un riscatto di 30 milioni di euro per liberare Urru e i due cooperanti spagnoli rapiti insieme a lei, Ainhoa Fernández de Rincón e Enric Gonyalons. Non è stato reso noto, tuttavia, se il riscatto sia stato pagato o meno. Anche questa notizia non è stata confermata. Ieri il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Garcia-Margallo, si è recato in missione in Mali per chiedere alle autorità maliane aiuto e collaborazione per il rilascio dei due cooperanti spagnoli rapiti con Urru di cui non si sa più nulla da mesi. Garcia-Margallo, tuttavia, ha detto di aver ricevuto rassicurazioni che i due spagnoli “stanno bene”.
Rossella Urru, cooperante per il CISP (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli), è stata rapita in Algeria lo scorso 22 ottobre, presumibilmente dal gruppo terroristico Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya (Movimento Monoteista per il Jihad in Africa occidentale), una costola dissidente dell’AQMI (Al Qaeda nel Maghreb Islamico), che lo scorso dicembre ha rivendicato l’attacco al campo profughi dove operava il CISP e il rapimento di Urru. (Domenica 04 marzo 2012)
ARRIVA LA CONFERMA: ROSSELLA URRU E’ LIBERA
Domani torna a casa dopo quattro mesi
Rossella Urru è libera. La notizia anticipata in mattinata è stata confermata nel pomeriggio. La cooperante sarebbe stata consegnata ai servizi segreti italiani e dovrebbe rientrare a casa già domani dopo quattro mesi nelle mani di un gruppo di terroristi legati ad Al Qaeda che opera nel Maghreb.
La notizia è giunta a fine mattinata, rilanciata dall’emittente araba Al Jazeera: “Rossella Urru è stata liberata”. Ma nel pomeriggio non era ancora stata confermata né dalla Farnesina né dai familiari della cooperante di Samugheo. Poi in serata un nuovo sospiro di sollievo: Rossella è davvero libera, ed è in mani italiane.
IL PRESUNTO SCAMBIO – Secondo l’agenzia di stampa mauritana ‘Agence Nouakchott d’information’, la cooperante di Samugheo sarebbe stata liberata in Mali insieme a un gendarme mauritano, Ely Ould Moctar, rapito a gennaio nella zona di Adel Bagrou, in cambio della liberazione di Abderrahmane Ould Meddou, un “salafita” arrestato per il sequestro dei coniugi italiani, Sergio Cicala e la moglie Philonene Kabouree. I coniugi Cicala furono sequestrati in Mauritania nel dicembre 2009 e liberati quattro mesi dopo in Mali.
Sempre secondo l’agenzia mauritana, Rossella sarebbe giunta già nel pomeriggio a Bamako, la capitale del Mali.
IL PRESUNTO RISCATTO – L’agenzia di stampa francese Afp riferisce inoltre che il ‘Movimento Unicità e Jihad nell’Africa dell’Ovest’ avrebbe chiesto un riscatto di trenta milioni di euro per il rilascio di Rossella e dei due ostaggi spagnoli. Afp ha affermato di aver appreso la notizia da “una fonte vicina ai mediatori coinvolti nella vicenda”.
IL RAPIMENTO – Rossella Urru, 30 anni, è stata rapita nella notte tra il 22 e il 23 ottobre scorso nel campo profughi saharawi di Rabuni, nel sud ovest dell’Algeria, dove lavorava da due anni per l’ong Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli (Cisp). Con lei sono stati sequestrati due spagnoli, Ainhoa Fernandez de Rincon, dell’Associazione amici del popolo saharawi, e Enric Gonyalons, dell’organizzazione spagnola Mundobat. Il rapimento è stato rivendicato lo scorso dicembre da un gruppo dissidente di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), il braccio di al Qaeda che opera nella regione. Nelle mani di Al Aqmi ci sarebbe anche la turista toscana Maria Sandra Mariani, rapita sempre in Algeria il 2 febbraio 2011. (Sabato 03 marzo 2012)
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