di Beatrice Ottaviano
(ANSA) – MOSCA, 16 FEB – ”Stand by your man”, stai vicina al tuo uomo, recita una nota canzone: l’appello e’ stato girato alle compatriote dagli scienziati russi, sempre piu’ allarmati dalle sconfortanti statistiche sulla mortalita’ maschile e sul drammatico calo della natalita’ nel paese.
”Gli uomini sono il vero sesso debole – afferma il sessuologo Igor Kon, dell’Accademia delle scienze russe – e sono piu’ sensibili ai cambiamenti dell’ambiente. Ovunque nel mondo la sterilita’ maschile aumenta e la salute degli uomini peggiora”. L’altra meta’ del cielo quindi si rassegni: dovra’ continuare a tirare la carretta e proteggere il suo lui, se non vuole correre il rischio di vedere sparire l’intera Russia. Cifre alla mano, oggi un russo ha una aspettativa di vita di circa 58 anni, contro una media europea di 74. Se a questo si unisce il sensibile calo di natalita’ – nel 2005 i decessi hanno superato le nascite di 680.000, confermando una tendenza in atto da tempo – gia’ nel 2012 la popolazione femminile fertile, fra i 20 e i 29 anni, sara’ ridotta da 13 a 8 milioni, e il crollo diventera’ inarrestabile: nel 2050 i russi scenderanno dagli attuali 143 milioni sotto i cento milioni. Lo scenario futuro e’ quello di una Russia pesantemente ridimensionata nel numero di abitanti, ma non nell’estensione territoriale, e quindi in difficolta’ nel proteggere i suoi confini dalle pressioni espansionistiche dei demograficamente fertili paesi asiatici; una nazione semideserta, con una forza lavoro ridotta e un’economia che si contrarra’ di conseguenza, un capitale di cervelli in drastico calo, un inquietante esercito fatto di sparuti plotoni e ricchi arsenali atomici.
Le conseguenze del fenomeno sono evidenti, le cause non sempre: la piu’ accreditata, concordano Kon e i compatriota Vladimir Shkolnkikov, direttore del Centro epidemiologico di Rostock (Germania), rimane l’abuso di alcolici. E citano a sostegno della tesi l’unico vero esperimento mai tentato in quella direzione, fatto dall’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov con una sorta di protezionismo alla sovietica. ”Solo nei primi 12 mesi di restrizioni alla vendita di alcolici – ricorda Shkolnikov – l’aspettativa di vita e’ cresciuta di tre anni”, tranne ripiombare ancor piu’ in basso nei mesi successivi, per la diffusione clandestina di ‘samogon’, liquori di produzione artigianale spesso letalmente adulterati. Anche lo stress da rivoluzione economica reclama le sue vittime: ”Fra il 1992 e il ’94 si e’ assistito ad una vera esplosione del fenomeno della mortalita’ precoce fra i maschi”, ricorda Shkolnikov. Nel 1991, un russo poteva contare su un’ aspettativa media di vita di 64,2 anni, nel 1993 quella speranza era scesa a 58,9 anni. Non tutti pero’ si accontentano di queste due spiegazioni per giustificare una tendenza che nelle parole di Anatoli Vishnievski, direttore di un centro di ricerche demografiche, ha caratterizzato la Russia per tutto il ventesimo secolo.
”Soffriamo di un deficit di popolazione maschile sin da dopo la prima guerra mondiale – afferma – la forbice fra l’aspettativa di vita di un uomo e di una donna in Russia resta fra le piu’ larghe al mondo (le donne vivono in media 72 anni, ndr) e la mortalita’ spesso non e’ legata alle malattie, ma a incidenti, omicidi o suicidi”. Alcol e problemi sociali, affermano alcuni ricercatori, spiegano circa una meta’ dei decessi prematuri, ma non la totalita’ del dato. C’e’ allora chi mette fra le cause della debolezza maschile il tabacco, chi attribuisce la responsabilita’ ai pessimi servizi sanitari (che non hanno pero’ impedito un miglioramento delle statistiche sulla mortalita’ infantile), chi comincia a pensare a componenti genetiche.
E le donne? A detta degli scienziati, i loro uomini sono emotivamente fragili, facili alla depressione, troppo rigidi per saper cambiare con un mondo in continua evoluzione, in pessima forma fisica per i troppi bicchierini, le sigarette, lo stress. Ma non per questo intendono rinunciare al loro ruolo di ‘muzhik’ (l’equivalente russo di ‘macho’), scrive il settimanale Ogoniok: pretendono una compagna sempre attraente e remissiva, si sentono subito minacciati dalle conquiste economiche delle mogli e alle prime difficolta’ sono pronti ad abbandonare la partner per una piu’giovane,complice l’alta domanda dovuta alla scarsita’ del prodotto. ”Le donne reggono da decenni il peso di questa societa’ senza ricevere nulla in cambio – dice Olga Pavlova, architetto, che a differenza dell’ex marito ha saputo attraversare indenne il nuovo corso economico – basta guardare il loro numero irrisorio in settori come la politica, la grande industria, l’imprenditoria. Gli scienziati ci chiedono di appoggiare i nostri uomini. Io chiedo loro: perche’?”.
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