Manca solo un mese e poi la nuova vincitrice nigeriana del concorso “sforna un bambino e muori con la testa sfasciata” verrà dovutamente lapidata. Un capodanno pesantino.L’altra notte ho visto come lapidano la gente secondo la Sharia. La differenza tra uomini e donne è che le donne vengono sì imbavagliate e avvolte in un telo e sotterrate fino al busto, ma per loro si ha l’attenzione di sotterrare anche la zona del seno, perchè è zona  da non colpire o sfiorare…. Una folla impazzita sfascia quindi loro esclusivamente la testa. Si puo’ combattere, vincere, tanta  ignoranza? Rimangono solo trenta giorni di tempo. Con Safyia ha funzionato.
Come molti avranno sentito, una donna nigeriana recentemente è Stata condannata a morte per aver avuto un bambino illegittimo. Amina Lawal è stata condannata a morte per LAPIDAZIONE, verrà seppellita fino al  collo, e i suoi esecutori le tireranno del lepietrefino a che non le spaccheranno il cranio e morirà in maniera dolorosa e orribile. Amina ha solo trenta giorni per ricorrer e in appello. Per favore, andate sul sito di Amnesty International: http://www.amnesty.it/primopiano/nigeria.php3  Prende solo un minuto, e può aiutare a salvarle la vita, così come  può servire a far cessare questa terribile condanna in un paese che si definisce democratico Spedite questo messaggio a più persone che potete. Grazie.
P.S.: All’altra ragazza nigeriana (Safiya) per cui era stata fatta la stessa campagna la vita è stata salvata.  

8 MARZO: IN CAMPIDOGLIO PER LA SALVEZZA DI AMINA
PER 3 GIORNI INSTALLAZIONE ARTISTICA INTORNO A MARC’AURELIO
 

(ANSA) – ROMA, 3 MAR – Per la festa della donna dal Campidoglio partira’ un messaggio di pace, legato al nome di Amina Lawal, la giovane nigeriana condannata nel suo paese alla
pena capitale. Lo spazio ovale disegnato da Michelangelo verra’ impegnato da una installazione artistica, realizzata da Maria Dompe’, che per 3 giorni circondera’ Marc’Aurelio. Sulla piazza si raccoglieranno firme per la salvezza di Amina e a parlare di pace verra’ anche una signora polacca, che portera’ una testimonianza particolarmente significativa, perche’ fa parte dell’Associazione ”Peace for tomorrow” che riunisce i familiari delle vittime delle Twin Towers. L’iniziativa e’ stata illustrata stamani in Campidoglio dal sindaco e dagli assessori Mariella Gramaglia e Gianni Borgna ”l’ iniziativa e’ in continuazione con il conferimento della cittadinanza a Safiya – ha detto Veltroni – e proseguiremo il discorso concentrandoci sempre di piu’ nella lotta alla pena di morte, nel sostegno alle politiche di cooperazione allo sviluppo e nel far svolgere pienamente a Roma il suo ruolo di capitale
del dialogo e della pace. Anche questa volta – ha concluso
Veltroni – utilizziamo uno scenario urbano prezioso per noi, quello del Campidoglio, che vogliamo sia vissuto dai romani, come luogo da cui partono messaggi fondamentali per la città”.
   Alla conferenza stampa era presente anche Maria Dompe’, che non ha voluto descrivere la sua opera, ma ha sottolineato che ha voluto dedicarla ”a una donna sola che lotta contro una legge ingiusta e a una parola che esprime la salvezza dell’umanita’, quella della pace”. E sull’opportunita’ di fare della pace il tema centrale del prossimo 8 marzo hanno convenuto anche tutte le altre persone intervenute alla conferenza stampa. Dall’ assessore Gramaglia che ha detto che lo sforzo dell’ amministrazione ”e’ stato quello di unire tanti linguaggi diversi, perche’ non vogliamo un 8 marzo difensivo e separato, ma aperto al dialogo sui tanti problemi del mondo” a Patrizia Sentinelli, presidente della Commissione delle elette in Campidoglio che ha detto che quest’anno ”non sara’ possibile concepire l’8 marzo come una festa, ma sara’ per forza un momento di consapevolezza dell’impegno contro la violenza”.
   All’iniziativa in Campidoglio ha dato la sua adesione anche l’Aidos (Associazione italiana donne per lo sviluppo), che ha annunciato che sta preparando, insieme ad 8 organizzazioni di paesi africani, un appello che sara’ presentato a settembre a Kofi Annan perche’ tutti i governi prendano impegni concreti a sostegno delle associazioni impegnate contro la mutilazione degli organi genitali femminili. Aggiornamenti sulla situazione di Amina sono stati dati dal giornalista Aldo Forbice, che e’ particolarmente impegnato nella campagna per la sua salvezza. Forbice ha detto che in Nigeria e’ in corso una campagna elettorale cruenta e che se non verra’ confermato l’attuale presidente cristiano, che si e’ impegnato a salvare Amina, la donna rischia di essere giustiziata gia’ nel settembre di quest’anno. ”Finora sono state raccolte 323 mila firme per la sua salvezza – ha proseguito Forbice – e se da una parte la mobilitazione internazionale e’ positiva, nello stesso tempo potrebbe anche indisporre le corti islamiche che dovranno decidere della sua sorte”. Anche la Casa della Donna, con le sue 70 associazioni, sostiene l’iniziativa del Campidoglio e la centralita’ del tema della pace nel prossimo 8 marzo, quando sara’ esposto dalle finestre della casa un grande striscione con la scritta ”osiamo la pace”, che e’ sfilato nella manifestazione del 15 febbraio. (ANSA).

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