Si alza la bufera su Fonderia Abruzzo: le ombrelline sul palco a difendere i politici, tutti uomini, dai capricci degli agenti atmosferici

ombr - SCANDALO 
 SULL'EVENTO IN ABBRUZZO: DONNE "OMBRELLINE" DEI POLITICI 
 SUL PALCO

di Anastasia Latini
Una foto è bastata a scaldare gli animi e alzare la polemica. Una foto che ricorda tempi arcaici, in cui le donne non avevano diritto di parola, ma vivevano in funzione delle necessità maschili. È quanto sostengono i critici della situazione che si è creata all’evento “Fonderia Abruzzo“, in cui, schierati dietro ai politici sul palco, c’erano sei portaombrelli. Il problema è che questi erano in realtà delle ragazze volontarie dell’organizzazione.

Braccia tese a proteggere gli uomini dalle intemperie
L’occasione è quella della due giorni organizzata dalla Fonderia Abruzzo all’Abbazia di Sulmona. Si discute di sviluppo, di lanciare l’Abruzzo in Europa, ma quello che va in scena è uno spettacolo ben diverso. Mentre sul palco i politici presenti, tra cui il governatore della Regione ospitante, Luciano D’Alfonso, il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e il ministro per la Coesione Territoriale, Claudio De Vincenti, dibattevano di futuro, dietro di loro erano schierate sei donne a reggergli l’ombrello. Per tutto il tempo dell’evento quelle statuine sono state lasciate lì, dietro, a proteggerli dagli agenti atmosferici, mentre loro, gli uomini, si occupavano di politica.

Ombrelline: non sia mai un colpo di sole…
Eh sì che l’incontro è stato caratterizzato da un clima dispettoso: prima pioggia, poi sole. I grandi statisti riuniti a discutere del futuro dell’Abruzzo necessitavano di tenere al riparo le loro persone dai capricci del tempo. A chi è venuta l’idea di schierare delle volontarie dell’evento come reggi-ombrelli per tutta la sua durata è un mistero, ma il risultato non è stato quello sperato. Di certo non è piaciuta quell’immagine alla Conferenza nazionale donne Pd.
Alexandra Coppola, democratica abruzzese, ha commentato su Facebook: “Nella mia militanza ho fatto di tutto, attaccato manifesti, preparato sale che avrebbero ospitato ospiti importanti, ecc. ma mai nessuno mi ha chiesto di riparare dal sole compagni di partito. Queste immagini sono raccapriccianti. Mi fanno male vederle e mi fa male pensare che nel mio partito nessuna donna dirà nulla. Ora voglio capire chi è responsabile di questo messaggio maschilista“.
Si unisce al coro di critiche anche Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil: “Credo che denoti un pessimo gusto, incapacità anche di autosufficienza maschile, per cui si ha bisogno di qualcuno che ti curi e ti protegga e credo che sia un pessimo spettacolo dato da quella manifestazione e dagli uomini di governo presenti“, dichiara sulla foto.

La difesa di Fonderia Abruzzo
Arriva il mea culpa di Bonaccini: “Certamente non è stata una scelta felice da parte degli organizzatori e quell’immagine parla da sola. Si ammetta quindi che è stato un errore“. Gli altri interessati, però, non seguono l’esempio del governatore dell’Emilia Romagna. In una nota, il portavoce del presidente di Fonderia Abruzzo dichiara: “Il presunto ‘caso degli ombrelli’ accaduto a Fonderia Abruzzo è davvero una non-notizia, una boutade estiva giustificabile solo da una domenica senza la possibilità di andare in spiaggia“.
L’organizzazione continua eroicamente il tentativo di difesa: “Nel corso di Fonderia Abruzzo 2017, è stato necessario l’improvviso utilizzo di ombrelli per riparare i relatori dalla pioggia (al mattino) e dal sole (nel pomeriggio) poiché il palco era scoperto. Non appena si è verificata l’emergenza, alcuni volontari dotati di ombrello si sono attivati autonomamente“. Volontari che erano, guarda caso, tutte donne, già passate all’ironia del web come “ombrelline“. Inoltre, il tentativo di sdrammatizzare del governatore dell’Abruzzo non ha fatto altro che accentuare l’idea che ci sia una mancanza di una sensibilità di genere nella politica italiana. Le donne sono ottime “meteorine”, “veline” e adesso “ombrelline”, nulla più. Ma guai a chiamare questo fenomeno con il suo nome: sessismo.

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