Cari amici,
vi segnalo le ragioni per cui noi dell’Italia dei valori e della Lista Di Pietro-Occhetto-Società civile siamo solidali con lo sciopero indetto dai magistrati per il 25 maggio c.a.
Diciamo subito che il nostro punto di vista combacia con quello dell’Associazione Nazionale Magistrati e cioè riteniamo che la riforma dell’ordinamento giudiziario proposta dal Governo non migliorerà affatto la giustizia italiana, ma anzi renderà i magistrati meno indipendenti e pure meno preparati.
L’idea di fondo del progetto governativo è isolare il pubblico ministero separandone la carriera da quella dei giudici, allontanandolo da una cultura della giurisdizione condivisa. I pubblici ministeri saranno inseriti in una struttura rigidamente gerarchica e l’attività di quelli “troppo intraprendenti” potrà essere bloccata dall’alto.
L’altra idea di fondo del progetto di legge che contestiamo è quella di offrire incentivi economici ai magistrati che “fanno carriera”. Questo vuol dire preparare continuamente esami per sostenere una serie di assurdi concorsi, sottraendo tempo ed energie all’amministrazione quotidiana della giustizia. Vuol dire che i magistrati saranno motivati ad andare il prima possibile in corte d’appello o in cassazione, e ad evitare le sedi “difficili” o quelle dove il carico di lavoro è superiore. Vuol dire, infine, che sarà difficile trovare magistrati qualificati ed esperti per le funzioni di primo grado: giudice del tribunale, pubblico ministero, giudice minorile, giudice del lavoro…
Così si va contro la Costituzione, si diminuisce l’efficienza e si peggiorano i tempi della giustizia: è un danno oggettivo per tutti i cittadini. La legge è uguale per tutti: significa che i magistrati devono poter decidere sempre in modo autonomo da ogni potere politico o economico. Con la rigida gerarchia interna e con lo svuotamento del ruolo di garanzia del Consiglio Superiore della Magistratura, ogni magistrato si ritroverà meno indipendente e meno libero nel momento di decidere, più esposto a influenze esterne e a possibili pressioni gerarchiche, e comunque condizionato dalla “carriera”.
Le proposte dell’ANM, che miravano ad avere una giustizia più efficiente ed una magistratura professionalmente più qualificata, sono rimaste del tutto inascoltate, perché in realtà non si vuole un sistema giudiziario indipendente ed efficiente.
Per queste ragioni riteniamo che lo sciopero indetto dai magistrati – proprio perché eccezionale – sia giusto e giustificato dall’emergenza democratica che tutti stiamo vivendo.

Antonio Di Pietro

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